È pratico e funziona. È il semipermanente: la tecnica di applicazione dello smalto che garantisce una buona durata della nostra manicure, senza doverci preoccupare che lo smalto si scalfisca o si rovini messo alla prova dalle molteplici faccende domestiche che ogni donna ha da svolgere. Eppure spesso sentiamo dire che il semipermanente può nuocere alle nostre unghie e alla pelle. Ebbene, vediamone insieme i pro e i contro in modo da poter scegliere consciamente se farcelo applicare oppure evitare (fonte: Donna Moderna).
Il semipermanente dura circa 3 settimane e non si opacizza, vale a dire che il colore dello smalto resta lucido e brillante senza bisogno di dover applicare nuovamente il top coat. Permette di avere unghie perfettamente ordinate e delle nuances che si preferisce. Infatti vi è una vastissima scelta di colori tra gli appositi smalti per semipermanente, compresi i nude, ora tanto in voga, che assicurano eleganza e semplicità. Non bisogna aspettare che lo smalto asciughi. Dimenticate, quindi, le interminabili attese con le mani penzoloni per far asciugare lo smalto. Appena terminata l’applicazione lo smalto è perfettamente asciutto ed è possibile fare tutto: mettere le mani in borsa, lavarsele, insomma fare ciò che si deve senza dover aver paura che si sbavi o si scheggi.
Non è facile applicare il semipermanente in casa, facendo da sé. È necessario, o almeno consigliabile, recarsi in un centro estetico specializzato. L’applicazione è abbastanza complessa e richiede ben 4 fasi: preparazione della base, applicazione del primer e del gel, applicazione dello smalto semipermanente del colore desiderato e asciugatura sotto lampada a raggi UV o UVA (anche detta fornetto) per fissare il colore. Insomma, richiede cura e un tempo considerevole. Il semipermanente può essere nocivo per le cellule della pelle sottoposte ai raggi UV e UVA. Quindi si consiglia di applicare una protezione solare in crema sulle cuticole prima dell’esposizione e di non esporre le mani ai raggi subito dopo la manicure, perché le microlesioni provocate dall’eliminazione di pellicine e piccoli calli rendono l’epidermide più sensibile ai raggi della lampada. Può indebolire, rendere fragili e soggette a sfaldamento le nostre unghie, anche dopo mesi dall’ultima applicazione. Ciò a causa di due fattori: la fase di limatura che precede l’applicazione ed elimina lo strato untuoso e superficiale dell’unghia, necessaria perché il gel aderisca perfettamente.
Il secondo, e più importante fattore causa dell’indebolimento dell’unghia, è il solvente usato per la rimozione del semipermanente. Dopo l’applicazione, con la ricrescita dell’unghia, è utile recarsi nuovamente presso il proprio centro estetico per farsi rimuovere lo smalto. Occorre, infatti, limare lo smalto e il gel sottostante facendo attenzione a non andarci troppo pesante e poi eliminare i residui tenendo a bagno in contenitori appositi (vedi immagine sopra) le unghie in un solvente molto potente e molto aggressivo, per circa 5 minuti. Questo passaggio indebolisce le unghie più delicate e sottili perché le disidrata rendendole sfaldabili. Infine, il semipermanente non consente di correggere la forma dell’unghia: se si vuole modificare la lunghezza di un’unghia spezzata, ad esempio, bisogna ricorrere alla tecnica del gel.
I dermatologi non bocciano il semipermanente ma mettono in guardia, consigliandone un uso moderato, non più di un’applicazione ogni 2 mesi, facendo respirare le unghie e curandole con unguenti adatti. Molto efficace è l’olio di mandorle dolci da applicare sulle unghie fino a completo assorbimento. Questi, i principali vantaggi e svantaggi del semipermanente. D’altronde ogni cosa ha i suoi pro e contro, sta a noi decidere, tenendo sempre presente che nelle scelte la moderazione è la chiave dell’equilibrio.
Gilda Angrisani
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