Tante emozioni e sorprese dall’inizio alla fine nella quindicesima giornata di Serie A: tra gli episodi che offrono innumerevoli spunti di riflessione, impossibile non fare riferimento al primo storico punto ottenuto dal Benevento in massima serie, peraltro allo scadere del recupero contro il Milan (2-2) grazie a un gol del portiere titolare Brignoli: le Streghe interrompono la striscia di sconfitte che durava dalla prima giornata e (forse) voltano finalmente pagina in una stagione che fino a pochi giorni fa sembrava destinata a concludersi nel peggiore dei modi. Se dalle parti di Benevento si riaccende la speranza di lottare per l’obiettivo salvezza, sulla sponda nerazzurra del Naviglio si torna a pensare in grande dopo tante annate da gettare nel dimenticatoio: l’Inter, infatti, torna in testa alla classifica dopo circa due anni e lo fa asfaltando senza pietà il Chievo a San Siro con un sonoro 5-0. Gli uomini di Spalletti scavalcano il Napoli di Sarri, sconfitto dalla Juventus al San Paolo grazie al gol dell’ex Gonzalo Higuaín (quinto centro contro i partenopei in carriera per l’argentino). Per gli azzurri si tratta del primo ko in campionato quest’anno, dopo ventisei risultati utili consecutivi tra la stagione attualmente in corso e quella attuale (l’ultima sconfitta risaliva al 25 febbraio scorso, giorno in cui l’Atalanta si impose per 2-0 al San Paolo). Negli anticipi la Roma batte per 3-1 la SPAL all’Olimpico e Torino e Atalanta si dividono la posta in palio (1-1 nel capoluogo piemontese), mentre nelle gare disputatesi nel pomeriggio domenicale si segnalano il netto successo della Fiorentina, che supera per 3-0 il Sassuolo al Franchi e torna a vincere dopo quattro partite, e il pareggio per 1-1 tra Bologna e Cagliari al Dall’Ara. La Lazio passa al fotofinish per 2-1 sul campo della Sampdoria in rimonta. A chiudere il turno sono i due posticipi del lunedì sera: nel primo, il Crotone perde per 3-0 in casa con l’Udinese, nel secondo il Genoa espugna il Bentegodi battendo per 1-0 il Verona. Ecco i nostri Top & Flop della quindicesima giornata di Serie A.
TOP
HIGUAÍN – Mette a tacere le tante critiche che gli sono state mosse negli ultimi mesi portando a compimento il suo compito principale: segnare. Fa di tutto per essere in campo dal primo minuto nella delicata trasferta di Napoli nonostante l’infortunio alla mano sinistra ed è abile a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, aprendo le marcature tra gli incessanti fischi del pubblico di casa, che fino a due anni fa lo applaudiva per i suoi gol a valanga. Beffa Reina da distanza ravvicinata e sigla il suo undicesimo gol in venti presenze stagionali, rivelandosi per l’ennesima volta il terminale offensivo ideale per la Juventus e uno degli uomini di maggior carattere e temperamento presenti nel gruppo bianconero. Avere a disposizione un giocatore del genere è un lusso per ogni allenatore e Allegri lo sa bene: grazie al Pipita, la Vecchia Signora si avvicina sempre di più al primo posto (soltanto due i punti di distacco dall’Inter capolista, uno dal Napoli secondo) e lancia un messaggio chiaro a tutte le squadre che ambiscono a prendere il posto dei bianconeri sul gradino più alto del podio. Attualmente la Juventus non sta dominando in vetta come ha fatto nei sei anni scorsi, ma di certo non ha smesso di avere fame di vittorie e al San Paolo lo ha dimostrato, grazie soprattutto alla prova griffata dal gol decisivo di uno dei suoi principali punti di riferimento.
BRIGNOLI – L’eroe di giornata è senza dubbio lui, il portiere del Benevento. Per una parata decisiva? No, niente affatto. Non che Brignoli non sia sporcato i guantoni, ma di certo la sua prestazione nel match pareggiato per 2-2 in casa contro il Benevento verrà ricordata per l’eroico tuffo di testa vincente con cui ha rimesso in parità l’incontro in extremis, regalando una soddisfazione enorme, impagabile, unica al pubblico dello stadio Vigorito. Inutile dire che si è trattato del suo primo centro in massima serie: un gol siglato da un portiere, del resto, è un evento piuttosto raro nel calcio. Basti pensare che Brignoli risulti soltanto il terzo estremo difensore a potersi fregiare di un traguardo unico nel suo genere, quello di aver segnato un gol in Serie A: prima di lui c’erano riusciti Rampulla (nel 1991-1992 in un match tra la sua Cremonese e l’Atalanta) e Taibi (a segno con la maglia della Reggina contro l’Udinese nel 2000-2001). Nel 2002, inoltre, era andato in gol anche Toldo in una gara tra Inter e Juventus pareggiata allo scadere dai nerazzurri, ma la rete fu in seguito assegnata a Vieri. Un tuffo da portiere, non da punta: frase proferita dallo stesso Brignoli al termine del sofferto 2-2 interno col Milan, che spezza la maledizione. Dopo essere stato punito varie volte negli istanti finali, stavolta il Benevento può sorridere, grazie al suo portiere, ritrovatosi a fare il titolare quasi per caso, dopo l’infortunio di Belec, e ormai sempre più insostituibile per le Streghe, che tornano a sperare nella salvezza.
PERISIC – Oltre a Icardi, salito in vetta alla classifica marcatori con quindici reti, un altro giocatore il cui rendimento a dir poco superlativo ormai non fa più notizia è Ivan Perisic, uno dei principali punti di riferimento dell’Inter di Spalletti. Dopo le voci che si sono susseguite nella scorsa sessione di mercato, con il croato che sembrava a un passo dalla partenza, proprio il tecnico toscano ha convinto l’ex Borussia Dortmund e Wolfsburg a restare in quel di Milano e a rappresentare uno degli elementi imprescindibili del nuovo corso, con l’obiettivo di tornare sin da subito a competere per grandi traguardi. Perisic ha accolto la richiesta del suo nuovo allenatore e ne ha ripagato la fiducia con una serie impressionante di prove positive, tra giocate d’alta scuola, assist preziosi per i compagni e gol tanto decisivi quanto spettacolari. Nel netto 5-0 rifilato al Chievo a San Siro, il classe ’89 ha messo a referto una magnifica tripletta, confermando ancora una volta di essere uno dei giocatori più forti non soltanto in Serie A, ma a livello internazionale. Con un’arma del genere, che peraltro si è ormai adattato alla grande al nostro calcio ed è entrato alla perfezione negli schemi di Spalletti, l’Inter può tornare a sognare e lottare per le zone di vertice della classifica. Classe da vendere e rapidità fulminea sulla fascia, Perisic è indubbiamente un giocatore speciale ed è in grado di impensierire anche le difese più solide e accorte, inoltre dispone di un bagaglio tecnico che definire notevole sarebbe riduttivo.
THÉRÉAU – Arrivato la scorsa estate a Firenze, per come gioca sembra che indossi la maglia gigliata da anni, anche e soprattutto perché nei momenti che contano dà sempre il suo contributo. Nel match contro il Sassuolo, davanti al proprio pubblico, i viola, che non vincevano da quattro partite, hanno ritrovato la gioia dei tre punti, imponendosi per 3-0. Il nome di Cyril Théréau non figura nel tabellino dei marcatori (le reti, infatti, le siglano Simeone, Veretout e Chiesa), ma l’esperto attaccante francese trova comunque il modo di mettere la firma in calce sulla netta affermazione dei suoi mettendo a referto ben due assist, quelli per le reti del 2-0 e del 3-0 realizzate rispettivamente da Veretout e Chiesa, ponendo fine alle residue speranze di rimonta del Sassuolo e archiviando definitivamente la pratica neroverde. Nel primo caso, l’ex Chievo e Udinese serve al suo connazionale un traversone rasoterra sul secondo palo dalla corsia di destra, permettendo all’ex Aston Villa di battere a rete, mentre nel secondo vede con la coda dell’occhio l’inserimento del talentuoso figlio d’arte, premiando il suo inserimento dalla destra e mandandolo in porta con un passaggio molto intelligente.
FLOP
ROMAGNOLI – Mezzo passo falso per il Milan, che alla prima con Gennaro Gattuso in panchina non va oltre il 2-2 sul campo del Benevento. Le Streghe fin qui non avevano mai ottenuto un punto in Serie A ed hanno interrotto il proprio cammino negativo proprio contro i rossoneri, pareggiando per 2-2 allo scadere grazie al gol del sopracitato portiere Brignoli, eroe di giornata in casa giallorossa e non solo. Tra i principali responsabili dell’ennesimo weekend amaro per il Milan spicca Romagnoli, che fin qui ha alternato prestazioni lodevoli ad altre decisamente opache. Il promettente centrale difensivo scuola Roma non dà mai l’impressione di riuscire a reggere le sortite offensive dei padroni di casa, che approfittano della scarsa stabilità della retroguardia degli ospiti per provare a pungere. Rende ancor più negativa la sua prestazione facendosi espellere in seguito a un fallo commesso per fermare Letizia in velocità, lasciando i suoi in inferiorità numerica nel quarto d’ora finale in cui gli uomini di Gattuso accarezzano i tre punti fino a pochi secondi dal termine, per poi farsi beffare da Brignoli in occasione dell’ultima azione della gara, un calcio di punizione in zona offensiva per il Benevento. Non gli manca il talento, ma per raggiungere la definitiva maturità calcistica deve acquisire maggiore personalità, soprattutto nelle fasi più delicate della gara.
CACCIATORE – Se il Milan non sta attraversando un periodo positivo, sulla sponda opposta del Naviglio, quella nerazzurra, si respira uno stato d’animo completamente diverso: l’Inter, infatti, ha conquistato il primato in classifica dopo aver sconfitto con un 5-0 piuttosto eloquente il Chievo a San Siro. I gialloblu soccombono, provando, senza successo, a creare qualche azione degna di nota e venendo salvati in varie occasioni dalle parate di un Sorrentino che a 38 anni dimostra di essere ancora un portiere più che affidabile, seppur non senza colpe. Chi, invece, non riesce mai ad imprimere una svolta alla sua partita, iniziata male e proseguita ancor peggio, è Cacciatore, esperto terzino che spesso e volentieri risulta un fattore decisivo per i veneti, un vero e proprio jolly. Nel pomeriggio meneghino, invece, l’ex Sampdoria non brilla affatto, rivelandosi l’anello debole della catena difensiva clivense e non riuscendo mai a rendersi propositivo e pericoloso in fase offensiva. Il suo compito è marcare un cliente scomodo qual è Perisic, che lo fa ammattire per tutto l’incontro e vive un pomeriggio di grazia coronato da una sontuosa tripletta. Il talentuoso esterno offensivo croato stravince il duello con il terzino classe ’87, mai in grado di contenerlo e protagonista, suo malgrado, di numerosi errori e di tante, troppe disattenzioni in fase difensiva. Una domenica tutt’altro che indimenticabile, dunque, per Cacciatore, letteralmente ubriacato da un Perisic in grande spolvero. Detto ciò, sono davvero pochi i compagni che si salvano, anche se da uno come lui ci si aspettava sicuramente qualcosa in più.
CALLEJÓN – Prova piuttosto evanescente per l’attaccante spagnolo nel big match contro la Juventus, in cui non riesce mai a rendersi realmente pericoloso. L’ex Real Madrid non sta attraversando un periodo particolarmente positivo sul rettangolo di gioco, presumibilmente soprattutto a causa dell’intenso minutaggio che gli ha fin qui impedito di trovare la giusta continuità ed offrire prestazioni encomiabili per impegno profuso e rendimento come quelle di inizio stagione. Di alternative concrete nel suo ruolo non ce ne sono, tant’è che Sarri spesso lo fa giocare per tutti e novanta i minuti e soltanto sporadicamente lo sostituisce con Rog o Zielinski, adattando questi ultimi due sulla corsia di destra. Il tecnico azzurro non sembra disposto ad invertire la rotta in questo senso, nonostante il suo numero 7 appaia decisamente spremuto dai troppi impegni e a dir poco fuori condizione. L’impegno non gli manca davvero mai, la grinta nemmeno, ma non dà mai l’impressione di poter incidere in qualche modo sul risultato e non rappresenta un’arma in più per i partenopei. Dopo aver messo a segno quattro reti nelle prime sei giornate, Callejón ha timbrato il cartellino soltanto una volta nelle ultime nove partite disputate: il gol non è certamente il suo pane quotidiano, ma al contempo l’andamento sottotono delle ultime uscite dimostra che al classe ’87 farebbe bene un po’ di riposo per ricaricare le pile. La situazione non sarà ovviamente sfuggita a Sarri, ma difficilmente il tecnico lascerà a riposo anche soltanto uno degli elementi del suo tridente offensivo nelle prossime uscite.
BERARDI – Il suo nome compare ancora una volta, la seconda consecutiva, nell’elenco dei flop di giornata. Il talento dell’attaccante del Sassuolo è indiscutibile, anche perché non è da tutti imporsi da titolare in Serie A a soli diciannove anni e chiudere ben quattro stagioni in carriera in doppia cifra su cinque sin qui disputate (escludendo dunque quella attualmente in corso), ma al contempo è innegabile che il classe ’94 di Cariati stia deludendo parecchio in questa prima parte di stagione, dopo aver già vissuto un’annata dal rendimento incostante lo scorso anno. Presumibilmente si tratta di mancanza di stimoli e di difficoltà ad imporsi in un Sassuolo che ha cambiato parecchio negli ultimi mesi e che dopo la fine del ciclo proficuo con Eusebio Di Francesco non è ancora riuscito a trovare la stabilità necessaria. Che le cose non stiano andando benissimo in casa neroverde è sotto gli occhi di tutti, ma a sorprendere è il fatto che proprio colui che dovrebbe suonare la carica ed essere in grado, col suo talento, di trascinare la squadra ed invertire la tendenza negativa, non riesca ad essere decisivo e determinante come in passato. Come già osservato la settimana scorsa, toccherà al neotecnico degli emiliani Iachini toccare le corde giuste e provare a rivitalizzare un potenziale fuoriclasse che sta vivendo un momento sportivamente quasi drammatico. Fino all’estate scorsa il Sassuolo ha sempre rispedito al mittente le ricche offerte provenienti dall’Italia e dall’estero per il 23enne, allo stato attuale delle cose forse avrebbe fatto un passo indietro, accettando almeno una delle tante proposte ricevute: quel che è certo è che, non soltanto per il bene del club romagnolo ma dell’intero calcio italiano, è bene che Berardi si riprenda in fretta, anche perché ha tutte le qualità e le potenzialità – e già lo ha dimostrato più volte – per giocare ad alti livelli e recitare un ruolo di primo piano in qualsiasi squadra.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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