Il quindicesimo turno di Serie A consegna al campionato una nuova capolista: è l’Inter di Spalletti, che non ha tremato nel concretizzare con il Chievo l’opportunità concessa dalla Juventus con il successo sul Napoli nel match del San Paolo di venerdì sera. Una giornata importante, che ha scavato ulteriormente il solco che separa le prime cinque della classifica dal nutrito ed eterogeneo lotto delle inseguitrici.
L‘Inter, dicevamo. La formazione nerazzurra, nella gara di San Siro, scendeva in campo con la pressione del risultato sulle spalle, consapevole che una vittoria avrebbe regalato il primo posto in classifica. Il pomeriggio si era aperto con un sorriso, quello di Ivan Perisic che indicava il risultato di 2-2 del Milan a Benevento, firmato dal portiere Brignoli, e proseguiva ancora meglio, con una tripletta del croato a guidare la rotonda cinquina meneghina ai danni della squadra di Maran, mai incisiva se non con un colpo di testa di Meggiorini e complice in almeno tre reti interiste, tra errori banali nei passaggi. e incertezze di Sorrentino.
Sorride Spalletti, che torna a guardare tutti dall’alto in vista dello scontro diretto con la Juventus di sabato sera all’Allianz Stadium. Le alternative schierate contro il Chievo, su tutti Ranocchia e Brozovic, hanno dimostrato di meritarsi la fiducia concessa, e potranno costituire delle opzioni in più nel corso della stagione, quando ci sarà bisogno di far rifiatare i titolari. Il gruppo, dopo annate di delusioni, sembra essersi compattato nel nome di un obiettivo comune, e squadre del genere, quasi fossero in missione, difficilmente mancano gli appuntamenti. Quando, poi, verrà inserito anche Joao Cancelo, al posto del pur ottimo D’Ambrosio, il tecnico toscano potrà contare su un’altra carta importante dalla fascia destra, in grado di combinare con lo straordinario Candreva di questa fase di stagione.
Inseguono, dunque, Napoli e Juventus, che escono con animo diverso dalla sfida di venerdì. Gli uomini di Allegri si sono presentati con un assetto tattico inedito, con Matuidi e Douglas Costa esterni atipici di un centrocampo a quattro e due linee molto strette per non consentire la circolazione fluida agli azzurri, e libertà d’azione per Dybala e Higuain, che hanno confezionato la rete decisiva in contropiede dopo poco più di dieci minuti. Da lì in poi, lo spartito è stato sempre lo stesso: Napoli a caccia del pareggio senza avere idee, bianconeri perfetti nel difendersi e pericolosi in ripartenza. Il risultato finale ridimensiona, in parte, le ambizioni della squadra di Sarri, della quale sono stati evidenziati tutti i limiti nel cambiare piani in corsa, anche a causa della mancanza di alternative in grado di offrire qualcosa in più dalla panchina. Da questo punto di vista, persino l’Inter sembra più attrezzata.
Alle loro spalle, riprende la sua corsa la Roma che, reduce dallo stop di Genova, si complica più del previsto la vita contro una SPAL in dieci per ottanta minuti, ma torna al successo grazie alle reti di Dzeko, Strootman e Pellegrini, al primo gol con la maglia giallorossa. Una vittoria che fa morale, in vista del fondamentale impegno di Champions League contro gli azeri del Qarabag di stasera, che potrebbe garantire l’accesso agli ottavi di finale della massima competizione continentale. In generale, Di Francesco ha potuto trarre buone indicazioni dai rientri di Schick ed Emerson, due pedine che potranno rivelarsi fondamentali nel corso della stagione.
Sorride anche l’altra metà della Capitale, dopo la vittoria in rimonta della Lazio sul campo della Sampdoria, arrivata nel finale grazie alla zampata della pantera nera Caicedo, subito idolo dei tifosi biancocelesti nonostante il poco spazio trovato in campionato. Immobile fatica a trovare il gol su azione e gli errori di Bastos cominciano a essere tanti, ma la squadra di Inzaghi ha carattere, oltre a un giocatore illuminante come Luis Alberto, la miglior sorpresa di questa prima parte di campionato. In attesa di recuperare la gara con l’Udinese, Lulic e compagni restano in scia, e a partire dalla prossima settimana potranno contare su un arma in più: Felipe Anderson, che ha finalmente smaltito i problemi fisici che ne hanno posticipato l’esordio stagionale fino a questo momento.
Continua a essere tragicomica, invece, l’annata del Milan, che ha regalato ai propri tifosi l’ennesima delusione con il pareggio sul campo del Benevento per mano del portiere Brignoli, per il primo, storico punto in Serie A della formazione campana, dopo quindici giornate. Gattuso ha lavorato sulla testa dei giocatori, cercando di liberarli da quelle paure causate dalle spese e dalle conseguenti pressioni estive, e in tal senso i segnali arrivati da Kalinic e dal ritrovato Bonaventura sembrano ispirare fiducia, ma sul piano del gioco ci sarà molto da lavorare per dare verticalità a una squadra abituata alla ricerca del palleggio sino allo sfinimento. Suso, in particolare, è parso un pesce fuor d’acqua, ed è tutta da verificare la tenuta del centrocampo, dato che sia Biglia che Montolivo hanno evidenziato problemi nel giocare in una linea a due in compagnia di un giocatore fisicamente devastante, ma tutt’altro che disciplinato sul piano tattico.
Al di là dei discorsi su Inter, Juventus e le altre contendenti per la vittoria finale, il campionato sta mostrando una lenta crescita della parte più virtuosa della classe media, su tutte Sampdoria e Bologna, che con mercati oculati stanno costruendo le fondamenta per togliersi delle belle soddisfazioni. Le ambizioni andranno testate nella seconda metà di stagione, ma la base su cui lavorare c’è. Bene anche la Fiorentina di Pioli, che con le sue idee di difesa attenta e transizioni rapide ha saputo stravolgere subito una squadra all’inizio di un ciclo di totale rinnovamento dopo la continuità di Montella e Sousa. Una menzione per l’Udinese, che nel giro di quattro giorni ha messo a segno undici reti tra Coppa Italia e campionato, sotto la guida del nuovo tecnico Massimo Oddo.
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