Archiviato l’All-Star Weekend, che ha visto tra i propri vincitori Spencer Dinwiddie dei Brooklyn Nets allo Skills Challenge, il Team World contro il Team USA al Rising Stars Challenge, Devin Booker al Three-Point Contest, Donovan Mitchell allo Slam Dunk Contest e il Team LeBron ai danni del Team Stephen all’All-Star Game, sotto i riflettori torna la regular season, giunta ormai ad un punto di svolta cruciale. Molte delle squadre che ormai da tempo non hanno più l’ambizione di qualificarsi ai playoff imboccheranno la strada del tanking, mentre quelle che ancora nutrono speranze si daranno battaglia in due mesi e mezzo che si preannunciano a dir poco appassionanti. Ecco le cinque gare da non perdere della settimana targata NBA.
CAVALIERS-WIZARDS – La settimana si apre con la sfida tra i Cleveland Cavaliers e i Washington Wizards, in programma stanotte alla Quicken Loans Arena. Si tratta di una sfida fondamentale per entrambe le squadre: da un lato, infatti, i nuovi Cavs hanno intenzione di dare continuità al filotto di risultati positivi ottenuti dopo la trade deadline (tre vittorie consecutive, quattro includendo anche il successo contro Minnesota prima dell’ultimo giorno di mercato), dall’altro, i Wizards puntano al successo per agguantare proprio la franchigia dell’Ohio al terzo posto ad Est. Con la cessione di Isaiah Thomas, mai integratosi appieno in quel di Cleveland, i Cavaliers hanno acquisito notevole esperienza e maggiore solidità in fase difensiva con gli innesti di George Hill, Rodney Hood, Jordan Clarkson e Larry Nance jr., mentre Washington, priva dell’infortunato John Wall, ripone le sue speranze in un Bradley Beal che sta vivendo la migliore annata della sua carriera (23,6 punti, 4,5 rimbalzi e 4,2 assist di media).
WARRIORS-CLIPPERS – La prima notte del ritorno della NBA si chiude con lo scontro tra i Golden State Warriors e i Los Angeles Clippers alla Oracle Arena. Sulla carta non sembrerebbe esserci storia, con i padroni di casa nettamente favoriti, ma la franchigia di L.A. ha dimostrato di essere in grado di mettere in difficoltà anche squadre del calibro dei Warriors, che tra l’altro ha già sconfitto recentemente proprio tra le mura amiche con un netto 125-106, grazie soprattutto ad uno straripante Lou Williams, autore di 50 punti. Dopo la cessione di Blake Griffin ai Detroit Pistons, Sweet Lou è ancor più un elemento imprescindibile per i Clippers, con cui ha rinnovato il contratto prima della trade deadline, ponendo fine alle tante indiscrezioni di mercato nei suoi confronti. L’arrivo di Tobias Harris dalla Motor City e il rientro di Danilo Gallinari dall’infortunio, unito alla permanenza di DeAndre Jordan, potrebbero bastare per garantire loro un posto nei playoff. Golden State, dal canto suo, ha da poco perso il primato ad Ovest ed ha perso quattro volte nelle ultime otto partite, ma resta la favorita numero uno per la vittoria del titolo.
RAPTORS-BUCKS – Sempre per ciò che concerne la Eastern Conference, in vetta ci sono, a sorpresa e non poco, i Toronto Raptors, che hanno vinto ben 41 partite e ne hanno perse appena 16 fin qui. Trascinati da un DeMar DeRozan che ha unito alle sue notevoli doti già mostrate negli anni passati una buona propensione a realizzare canestri da dietro l’arco, da un Kyle Lowry sempre efficiente ed affidabile e, in generale, da una squadra a dir poco ben strutturata, gli uomini di coach Dwane Casey viaggiano a vele spiegate ad Est, tanto che finora hanno fatto meglio di numerose squadre che venivano indicate come superiori rispetto ai canadesi, Boston Celtics e Cleveland Cavaliers in testa, ma anche i Washington Wizards. La gara interna contro i Milwaukee Bucks, in programma nella notte tra venerdì e sabato, rappresenta un banco di prova importante per i Raptors, anche perché i Cervi hanno intenzione di riscattare prontamente la sconfitta interna ad opera dei Denver Nuggets ed hanno il privilegio di avere come uomo di punta un certo Giannis Antetokounmpo, detentore del premio di Most Improved Player e concretamente in corsa per l’MVP.
ROCKETS-TIMBERWOLVES – La vetta della classifica ad Ovest è ora degli Houston Rockets di Mike D’Antoni, che attualmente hanno il miglior record dell’intera lega (44 vittorie e 13 sconfitte) e sembrano essere l’ostacolo numero uno per l’egemonia dei Warriors, già sconfitti due volte su tre nel corso della regular season dai texani. Con un James Harden che guida la lega per punti segnati (31,3 a partita, con 5,1 rimbalzi e 9 assist), un Chris Paul che si è adattato alla grande ed in poco tempo al sistema di D’Antoni, un Clint Capela che ha ormai raggiunto la definitiva consacrazione e un roster ben strutturato tra quintetto titolare e second unit, i Rockets sembrano aver trovato la loro dimensione ideale. In attesa di capire se saranno in grado di mantenere il primato nella Western Conference e, soprattutto, di farsi valere anche ai playoff, Houston è innegabilmente una delle squadre più intriganti dell’intera lega. Nella notte tra domani e dopodomani, i razzi affronteranno i Minnesota Timberwolves al Toyota Center: i Lupi di Minneapolis sono già caduti due volte su due al cospetto dei Rockets e cercheranno di riscattarsi, anche e soprattutto per blindare il quarto posto ad Ovest e continuare ad inseguire la terza piazza, occupata attualmente dai San Antonio Spurs.
CAVALIERS-SPURS – Il cerchio si chiude domenica sera, alle 21:30 italiane, orario perfetto per assistere ad un grande duello, quello tra i già citati Cleveland Cavaliers e i granitici San Antonio Spurs di Gregg Popovich. Detto della ventata d’aria fresca portata dai nuovi arrivati in quel di Cleveland e dalle contemporanee cessioni di tanti giocatori che erano apparsi poco funzionali e adatti al contesto, Isaiah Thomas in testa, resta da verificare se i Cavs riusciranno a mantenersi su questa strada e, soprattutto, se saranno in grado di imporsi sulle concorrenti ad Est, com’è avvenuto negli ultimi tre anni. Gli Spurs, dal canto loro, non hanno entusiasmato come negli anni passati, tant’è che il loro record attuale (34-25) è uno dei peggiori da quando Popovich si è insediato sulla panchina degli Speroni, eccezion fatta per la stagione 1996-1997, annata di transizione, in cui il classe ’49 assunse la guida della squadra. In gran parte, ciò è da individuare nell’impiego col contagocce di Kawhi Leonard, il cui rientro si è rivelato soltanto un’illusione: The Claw, infatti, ha giocato appena nove partite in questa regular season e, molto probabilmente, non tornerà in campo prima della prossima stagione. Nel frattempo, ci pensano il sorprendente LaMarcus Aldridge, il sempiterno Manu Ginobili e tanti altri componenti del gruppo a permettere agli Spurs di restare una delle squadre più temibili e solide della lega.
Dennis Izzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”