Ultima settimana di un anno solare di NBA in cui non sono mancati sorprese, novità, spettacolo e inevitabilmente delusioni. Dall’MVP vinto da Russell Westbrook ai danni di James Harden al primo titolo vinto in carriera da Kevin Durant con i Golden State Warriors contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James, passando per il record di triple doppie in una singola stagione (42) del già citato playmaker degli Oklahoma City Thunder, trade clamorose (quelle che hanno portato Kyrie Irving a Boston, Chris Paul a Houston, Paul George e Carmelo Anthony a Oklahoma su tutte), il ritiro di giocatori che hanno fatto la storia della lega (in particolar modo Paul Pierce) e alcuni episodi tutt’altro che positivi, tra cui gli infortuni occorsi a Kawhi Leonard nel corso di gara-1 della finale di Conference della scorsa stagione – poi persa per 4-0 contro i Warriors futuri campioni – e, soprattutto, a Gordon Hayward, che nel primo match con la casacca dei Boston Celtics (perso 102-99 contro i Cleveland Cavaliers) ha dovuto alzare bandiera bianca dopo circa cinque minuti a causa di un terribile infortunio al piede sinistro. Un altro anno in pieno stile NBA, dunque, su cui calerà il sipario dopo una serie di partite a dir poco imperdibili. Tra le gare in programma, ecco le cinque da seguire ad ogni costo prima di salutare il 2017.
THUNDER-RAPTORS – Il via è fissato per questa notte, con un duello piuttosto interessante, ossia quello tra i ritrovati Oklahoma City Thunder, galvanizzati dai recenti successi, e i sorprendenti Toronto Raptors. OKC ha vissuto un inizio a dir poco negativo, tradendo le aspettative di chi si aspettava una squadra ancor più forte e completa della passata stagione, ma non ha gettato la spugna ed è risorta dalle proprie ceneri. I due nuovi arrivati di lusso, Carmelo Anthony (19,5 punti a partita nelle ultime quattro gare) da una parte e Paul George (media di 20,1 punti a partita in questa stagione) dall’altra, si stanno adattando sempre di più alla loro nuova avventura e l’uomo franchigia Russell Westbrook sta vivendo un’altra grande annata a suon di numeri impressionanti e prestazioni notevoli: The Brodie, finora, ha messo a referto 23,9 punti, 9,4 rimbalzi e 9,9 assist a partita. Dopo aver deluso a ottobre e novembre (8 vittorie e 12 sconfitte), i Thunder hanno vinto ben undici partite su quattordici disputate nel mese di dicembre, trionfando nelle ultime cinque gare. Per proseguire la propria striscia positiva e dimostrare di essere in grado di poter lottare per un buon piazzamento ad Ovest e nei playoff e (perché no?) per il titolo, la squadra di Billy Donovan dovrà superare l’ostacolo Raptors.
Questi ultimi avranno sicuramente voglia di espugnare la Chesapeake Energy Arena dopo aver visto interrompere la propria striscia di successi consecutivi, fermatasi a quota sei dopo il ko rimediato in casa dei Dallas Mavericks per 98-93. Anche per i canadesi dicembre è stato un mese piuttosto positivo finora, con la bellezza di dieci vittorie e appena due sconfitte. Toronto in questo momento appare in grado di lottare ad armi pari con Boston Celtics e Cleveland Cavaliers per il primato ad Est, ma alla lunga risulta inferiore a queste due squadre per tanti motivi diversi. In primo luogo, la squadra di Dwane Casey non è ancora riuscita a trovare la stabilità necessaria per poter ambire a un traguardo del genere. Per ottenere un risultato tanto prestigioso quanto complicato da centrare, inoltre, avrebbero bisogno di un giocatore di gran valore che possa aumentare in maniera significativa la competitività del proprio roster. I vari Kyle Lowry, Jonas Valanciunas, Serge Ibaka e, soprattutto, DeMar DeRozan stanno facendo benissimo fin qui, ma per compiere il definitivo salto di qualità servirebbe un innesto del calibro di Marc Gasol o DeAndre Jordan, entrambi vicini all’addio alle proprie franchigie (Memphis Grizzlies il primo e Los Angeles Clippers il secondo) e finiti sul taccuino del general manager Bobby Webster.
CELTICS-ROCKETS – Nella notte tra giovedì e venerdì, invece, è il turno di una sfida a dir poco spettacolare, probabilmente la più intrigante tra le cinque scelte. Al TD Garden, i Boston Celtics ospitano gli Houston Rockets. Entrambe le squadre hanno perso l’ultima gara giocata, con i ragazzi di Brad Stevens che sono caduti tra le mura amiche sotto i colpi dei Washington Wizards. Kyrie Irving sta guidando i suoi al comando della classifica ad Est a suon di ottime prestazioni individuali, rivelandosi un giocatore in grado di recitare un ruolo di primo piano pur senza strafare. Con 24,7 punti a partita e una percentuale di 49,1% al tiro, The Uncle Drew è stato abile a caricarsi la squadra sulle spalle e a far fronte alla lunga assenza di Gordon Hayward. Oltre a lui, nel collettivo biancoverde figurano tanti giovani talenti rivelatisi già in grado di dare un apporto concreto alla causa, tra cui in particolar modo il rookie Jayson Tatum, che da titolare ha destato sin qui ottime impressioni. Difficile stabilire se i Celtics potranno interrompere il lungo dominio dei Cleveland Cavaliers ad Est (tre titoli di Conference negli ultimi tre anni), ma di certo la franchigia del Massachusetts sta ponendo le basi per un futuro radioso ed ha tutte le carte in regola per proseguire su questa strada.
Gli Houston Rockets, dal canto loro, hanno da poco perso il primato ad Ovest in favore dei Golden State Warriors campioni in carica, interrompendo una serie di quattordici vittorie consecutive con la sconfitta contro i Los Angeles Lakers, per poi perdere anche contro l’altra franchigia di L.A., i Clippers, e nella gara natalizia in casa degli Oklahoma City Thunder. Non un buon momento, dunque, per la squadra di Mike D’Antoni, che deve fare i conti con una lunga lista di infortunati, tra cui in particolar modo Chris Paul, Clint Capela e Luc Mbah a Moute. I razzi hanno gli uomini contati e si stanno aggrappando al rendimento superlativo di James Harden (media di 43,6 punti e 10,3 assist nelle ultime tre partite): The Beard continua a guidare la lega per punti (ben 32,4 per gara) ed è secondo per assist (9,2), alle spalle del solo Russell Westbrook (9,9). Il numero 13 sembra essere il favorito alla vittoria dell’MVP, premio da lui soltanto sfiorato negli ultimi anni e poi perso in favore di Stephen Curry prima e del già citato Westbrook poi. Nelle ultime tre partite è apparso piuttosto evidente che i Rockets siano in difficoltà e che con una panchina piuttosto corta risulti davvero difficile tenere testa a squadre meglio assortite. Al contempo, Houston vuole chiudere un ottimo 2017 nel migliore dei modi e imporsi al TD Garden per cancellare la serie negativa e stroncarla sul nascere.
SPURS-KNICKS – Sempre nella notte tra giovedì e venerdì, all’AT&T Center scenderanno in campo San Antonio Spurs e New York Knicks, per quello che si preannuncia un incontro dall’esito tutt’altro che scontato. Gli speroni possono fare affidamento sul rientro di Kawhi Leonard, che nella recente vittoria per 109-97 contro i Brooklyn Nets ha giocato per la terza volta in questa stagione, la prima con un minutaggio considerevole, offrendo una prestazione molto incoraggiante. La stella degli Spurs, infatti, ha messo a referto 20 punti e 9 rimbalzi, sfiorando la doppia doppia e risultando determinante nella vittoria dei suoi, la seconda consecutiva dopo quella con i Sacramento Kings. Gli uomini di Gregg Popovich si mantengono dunque saldamente al terzo posto ad Ovest (24-11) e col rientro del proprio uomo franchigia sembrano essere in grado di migliorare considerevolmente e dire la loro anche in ottica playoff. Non che LaMarcus Aldridge non sia stato in grado di recitare il ruolo di trascinatore: al contrario, l’ex Portland Trail Blazers ha fatto un ottimo lavoro nel momento in cui San Antonio non poteva contare su Parker e Leonard, facendo registrare numeri impressionanti e offrendo prove autorevoli partita dopo partita. Al contempo, però, il rientro di The Claw rende ancor più temibili e compatti gli Spurs: il numero 2 ha già dimostrato di avere tanta fame e la lunga assenza lo ha reso ancor più determinato e grintoso. La corazzata neroargento, già protagonista di un ottimo avvio di regular season, è pronta ad alzare ancor di più l’asticella.
Dall’altra parte, però, ci saranno i New York Knicks, altra squadra piuttosto difficile da affrontare e che ha fatto la scelta giusta la scorsa estate, affidandosi al talento di Kristaps Porzingis per far fronte alle partenze di Derrick Rose e Carmelo Anthony. Con 24,6 punti e 6,7 rimbalzi a partita, The Unicorn ha convinto tutti, trasformando i fischi del Madison Square Garden in applausi convinti. Noni ad Est (17-16), attualmente i Knicks non disputerebbero i playoff, ma sono in piena corsa per prendervi parte e rispetto allo scorso anno appaiono più solidi nelle prestazioni e maggiormente in grado di lottare per questo traguardo. L’innesto di Enes Kanter dai Thunder ha reso ancor più compatta la squadra della Grande Mela, con il centro turco che fino a questo momento si è rivelato un giocatore piuttosto affidabile, confermandosi sugli ottimi livelli messi in mostra ad Oklahoma, mentre quello di Michael Beasley ha aggiunto un innesto di gran valore alla second unit: quest’ultimo, infatti, ha spesso e volentieri ricambiato la fiducia di coach Jeff Hornacek, facendosi valere soprattutto in assenza del leader della squadra Porzingis (30 punti contro Rockets prima e Thunder poi) e quando KP6 non ha reso all’altezza delle sue possibilità (32 punti e 12 rimbalzi nel successo contro i Celtics, in cui il lituano ha tirato con un pessimo 0/11 dal campo).
WIZARDS-ROCKETS – Nella notte tra venerdì e sabato, invece, tocca alla sfida tra i Washington Wizards e gli Houston Rockets alla Capital One Arena. Un’altra trasferta piuttosto ostica, dunque, per i razzi texani, che dopo Oklahoma e Boston voleranno nella capitale degli Stati Uniti d’America per disputare l’ultima sfida lontano dal Toyota Center dell’anno solare. Ritrovato a pieno regime John Wall, i padroni di casa sono tornati a marciare con convinzione nell’intricato percorso della regular season e nel mese di dicembre hanno portato a casa ben nove vittorie su quattordici gare disputate. Per il gioco della squadra di Scott Brooks, la point guard di Raleigh è una presenza a dir poco fondamentale e il diretto interessato lo ha dimostrato pienamente anche in questa prima parte di stagione, in particolar modo nell’ultimo turno, risultando tra i protagonisti dell’importantissimo successo dei suoi in casa dei Boston Celtics (111-103) con una doppia doppia da 21 punti e 14 assist e una prova di gran carattere e temperamento su entrambi i lati del campo. Wall sta pian piano tornando ai livelli dello scorso anno e, smaltito l’infortunio, è pronto a riprendersi i suoi Wizards insieme a Bradley Beal e ad Otto Porter, per far sì che Washington possa confermarsi tra le squadre migliori ad Est e volare ai playoff per il secondo anno consecutivo.
LAKERS-CLIPPERS – A chiudere il cerchio è il derby di Los Angeles tra Lakers e Clippers, il terzo stagionale. Nei primi due, la squadra di Doc Rivers è riuscita a imporsi due volte. Dopo un inizio piuttosto positivo, però, una serie di infortuni di giocatori fondamentali (tra cui Beverley, Teodosic, Gallinari, Griffin) ha inevitabilmente frenato la marcia dei Clippers, sconfitti ben dieci volte su quattordici gare disputate e rialzatisi soltanto parzialmente a dicembre (sei vittorie e sette sconfitte fin qui). La recente vittoria in casa degli Houston Rockets ha contributo a rimettere in sesto i Clippers, che nell’ultima gara disputata hanno sconfitto con un netto 122-95 i Sacramento Kings tra le mura amiche. Recuperato Teodosic, gli uomini di Doc Rivers si stanno affidando al centro DeAndre Jordan e alle riserve Lou Williams, Sam Dekker e Montrezl Harrell, arrivati tutti e tre dagli Houston Rockets la scorsa estate nell’ambito della trade che ha portato Chris Paul in Texas. In attesa di ritrovare Griffin e Gallinari per superare definitivamente il periodo buio, i Clippers cercheranno di aggiudicarsi il derby di L.A. per la terza volta in altrettante occasioni in questa prima parte di regular season e tornare a competere per i playoff.
D’altro canto, però, i Lakers non hanno alcuna intenzione di lasciare via libera ai loro rivali e vogliono tornare a gioire nel derby. I gialloviola non hanno vissuto un mese di dicembre particolarmente positivo, perdendo otto delle undici partite giocate, ragion per cui hanno il dente avvelenato e sperano di chiudere l’anno solare davanti al proprio pubblico con una bella vittoria. Partita dopo partita, i tanti giovani presenti nel roster a disposizione di Luke Walton crescono sempre di più: da Lonzo Ball a Brandon Ingram, passando per il sorprendente rookie Kyle Kuzma, il figlio d’arte Larry Nance jr. e Julius Randle (per il quale si vocifera di un possibile scambio con Nerlens Noel dei Dallas Mavericks). Come già detto in precedenza, però, i Lakers non sembrano ancora in grado di poter dire la loro in ottica playoff: quantomeno potranno giocarsi le proprie carte, ma quasi sicuramente quest’anno rappresenterà per loro soltanto la stagione in cui gettare le basi per un nuovo ciclo vincente. Al di là delle statistiche e dei numeri, è innegabile che il derby di Los Angeles sia una partita particolarmente attesa, e ora che entrambe le squadre della città stanno vivendo una situazione tutt’altro che rosea, la tensione è ancor più alle stelle.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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