Grazie al netto successo per 3-0 ai danni del St. Mirren in casa e allo 0-0 maturato oggi tra il Celtic e il Dundee United, i Rangers Glasgow mettono in bacheca il loro cinquantacinquesimo campionato scozzese, interrompendo così un’astinenza che durava da nove lunghi anni. La loro ultima vittoria, infatti, risaliva al lontano 2010-2011, in cui i Gers riuscirono ad avere la meglio sul Celtic al termine di un appassionante testa a testa (93 punti per i Rangers, 92 per i Celts).
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Dopo nove titoli consecutivi per il Celtic, i Rangers non solo tornano a vincere, ma lo fanno in grande stile, imponendo con personalità il proprio dominio sul campionato scozzese. Una superiorità schiacciante quella della squadra più titolata di Scozia, che in 32 giornate non ha mai conosciuto la sconfitta e ha incassato appena 9 reti, segnandone ben 77 e portando a casa 28 vittorie.
I Rangers hanno dunque il miglior attacco e la miglior difesa del torneo, risultano la squadra con più vittorie, meno sconfitte e meno pareggi (in quest’ultimo caso, a braccetto col fanalino di coda Kilmarnock) e hanno 20 punti di vantaggio sul Celtic secondo a sei giornate dal termine.
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L’annata trionfale dei Rangers Glasgow, però, non si limita ai confini nazionali, in quanto la squadra scozzese sta disputando un’ottima stagione anche in campo europeo, con un percorso da incorniciare in Europa League fino a questo momento.
Superata la fase a gironi da primi e imbattuti nel gruppo D con Benfica, Standard Liegi e Lech Poznań (quattro vittorie e due pareggi in sei gare), i Teddy Bears hanno sconfitto i belgi dell’Anversa nel doppio confronto dei sedicesimi di finale, imponendosi per 4-3 in Belgio e con un netto 5-2 in quel di Glasgow, e agli ottavi affronteranno lo Slavia Praga. La cavalcata europea continua, ma i Rangers nel frattempo si godono la meritata vittoria del campionato nazionale.
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Un trionfo molto significativo, probabilmente il più importante della storia moderna del club. Si tratta, infatti, del primo major trophy dal fallimento societario che il 14 giugno 2012 fece ripartire la squadra dal più basso livello del calcio scozzese professionistico, la Scottish League Two (quarta divisione del calcio scozzese).
Dopo una rapida scalata, con tre promozioni nel giro di quattro anni e il ritorno tra le grandi nel 2016, i Light Blues si sono dovuti accontentare di quattro annate avare di trofei, con due terzi posti e altrettanti secondi posti, fino al trionfo di quest’anno che certifica a tutti gli effetti il completamento dell’opera.
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È un successo figlio soprattutto dell’intelligenza calcistica di Steven Gerrard, che nel 2018 accettò l’affascinante quanto complicata sfida di prendere in mano le redini del club, pur avendo alle spalle soltanto un’esperienza da vice allenatore dell’Under-18 del suo Liverpool, di cui è stato simbolo in campo per quasi vent’anni, dal 1998 al 2015, scrivendo, da capitano, importanti pagine della storia dei Reds e diventandone il terzo giocatore per presenze (710) e il quinto per reti (186).
Da oggi, Gerrard entra di diritto anche nella storia dei Rangers, portando il titolo in quel di Glasgow dopo ben 3585 giorni e infondendo una mentalità diversa rispetto al solito, molto simile a quella di tante squadre che incantano da anni in Europa: a certificarlo, i sopracitati risultati ottenuti in Europa League, in cui i Rangers non ottenevano traguardi degni di nota dal 2007-2008, anno del ko in finale con lo Zenit San Pietroburgo, quando il torneo si chiamava ancora Coppa UEFA.
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Trascinati dai gol del prodotto dell’Academy del Newcastle James Tavernier e del colombiano Alfredo Morelos (21 reti in due, 11 per il primo, capocannoniere del campionato, e 10 per il secondo) e dalle giocate del classe ‘96 scuola Liverpool Ryan Kent e del figlio d’arte Ianis Hagi (suo padre George, considerato il miglior calciatore rumeno di sempre, indossò le maglie di Real Madrid e Barcellona e dal 1992 al 1994 militò in Italia, nel Brescia), i Rangers Glasgow pongono definitivamente fine a un calvario tanto lungo quanto mortificante.
La sofferenza per il fallimento e la ripartenza dalle serie minori, i tanti anni privi di trofei e i successi degli acerrimi rivali del Celtic hanno rappresentato ferite profonde che si sono rimarginate del tutto soltanto oggi. Dalle parti di Ibrox si torna a festeggiare, con i tifosi che non hanno esitato a radunarsi nonostante le restrizioni imposte dal governo scozzese per contenere la diffusione del coronavirus.
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La gioia dei supporters dei campioni di Scozia è letteralmente esplosa in città, ma sarà sicuramente maggiore il prossimo 21 marzo, quando Rangers e Celtic si affronteranno nello storico Old Firm, il derby tra le due squadre più titolate del paese, e i biancoverdi dovranno riservare la guard of honor – il tributo riservato alle squadre che vincono il titolo – agli odiati rivali prima del calcio d’inizio.
Dennis Izzo
Fonte foto: Oddschanger
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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