Al giro di boa di questa strepitosa stagione di Formula 1, sono Hamilton e la Mercedes a fare la voce grossa. Ad Hockenheim si è letteralmente visto di tutto in pista e la saga Ferrari–Mercedes si arricchisce dell’ennesimo capitolo. L’inglese vola a +17 dopo aver accarezzato l’inferno per un 14mo posto in qualifica. Vettel, invece, spreca l’occasione più ghiotta della stagione, buttando via 25 punti preziosissimi. L’errore del tedesco, nel complessivo dei 3 giorni da urlo per la Ferrari è davvero piccolo, ma le conseguenze, come confermato dallo stesso pilota nel dopo gara, sono state enormi.
Se il morale era alle stelle in casa Ferrari dopo il trittico estivo, all’indomani della gara in Germania è fortemente ridimensionato. In Francia, Austria e Gran Bretagna la Mercedes è sempre stata più veloce in qualifica ma l’ottimo passo gara della rossa ha portato i frutti sperati la domenica. Vettel non ha mai mollato un centimetro e quando si è trovato ad affrontare le frecce d’argento in pista ha sempre vinto. La Mercedes resta la macchina da battere ma la Ferrari ha saputo sfruttare fin qui gli errori al box e i propri punti di forza. E se in Francia si rischiava una prima debacle, nelle due gare successive il tedesco ha sfoderato delle prestazioni da paura, mandando un chiaro messaggio al rivale per la lotta al titolo.
Se in Austria Hamilton ha pagato carissimo quel mancato pit-stop in regime di VSC, in Germania, Vettel, si pone il doppio degli interrogativi. La W09 si è trovata ad un punto di non ritorno da cui ha saputo districarsi: la gara di Hockenheim era il crocevia della stagione ed Hamilton e Bottas hanno sfruttato al massimo gli errori delle rosse. Nel gran premio di casa, oltretutto, non si era mai visto un Vettel vincente. Il tedesco ha si vinto in Germania ma nel 2013, quando (come ogni anno dispari) si correva al Nurburgring. Per il quattro volte campione del mondo nato ad Hoppenheim (a pochi km proprio da Hockenheim) il circuito del Baden-Württemberg risultava più di un tabù. Mai una vittoria, nemmeno nel 2010 e nel 2012, quando a vincere fu in entrambi i casi la Ferrari di Fernando Alonso. In entrambi quegli anni, Vettel, si laureò campione del mondo proprio ai danni dell’asturiano, senza mai vincere in quel GP tanto caro alla Ferrari.
La casa di Maranello fa acqua, dunque, in un gran premio amico. Adesso la frittata è totalmente ribaltata e a trovarsi sotto un torchio di dimensioni bibliche è proprio la SF71-H. In Ungheria occhi aperti alle Red-Bull, che qui hanno fatto sempre bene, ma per la Ferrari l’obiettivo principale è arrivare davanti alla stella a tre punte. 17 punti di vantaggio sono tanti, troppi per un campionato in cui si è stati anche al di sotto delle attese. La Ferrari ha avuto l’occasione di sbarcare a Budapest con un grosso vantaggio in classifica (costruttori e piloti) e tanta tranquillità da sfruttare nei 3 giorni di libere, qualifiche e gara. Il clima, invece, è quanto mai teso. Altri errori potrebbero costare cari vista la sosta estiva che separa i piloti dal GP di SPA, e la Ferrari dovrà sfoderare una gara da mille e una notte se vuole mantenersi aggrappata al sogno mondiale.
Francesco Mascali
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