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F1 2022, come si presentano le squadre in Bahrain? Prediction e non solo
17 Marzo 2022
Formula 1

F1 2022, come si presentano le squadre in Bahrain? Prediction e non solo

Home » Voci di Sport » Formula 1 » F1 2022, come si presentano le squadre in Bahrain? Prediction e non solo

La stagione 2022 si prospetta come la più rivoluzionaria di sempre in Formula 1. Le innovazioni tecniche, aerodinamiche e ingegneristiche non sono mai state così tante come nel presente regolamento. E addetti ai lavori e tifosi hanno apprezzato non poco le vetture presentate. Difficile trovarne una che possa definirsi “brutta” (anche se vorremmo tenerci qualche riserva sulla Mercedes qualora confermasse la pance snelle), ma soprattutto difficile trovare delle vetture identiche. Quasi tutti i progetti sembrano di diversa matrice e l’intenzione di Liberty Media sembra chiara: riportare la F1 come massima espressione ingegneristica nel motorsport.

Senza contare che la scorsa stagione ha riportato il grande pubblico dopo il dominio Mercedes. Una stagione come quella 2021 si auspica essere il portone ad altre stagioni equilibrate in futuro. Ma come si presenteranno le squadre in Bahrain?

Red Bull, il 2022 per confermarsi

Sembra doveroso iniziare dalla vettura guidata dal campione del mondo. Max Verstappen riporterà il numero 1 in griglia dopo 8 lunghi anni (l’ultimo ad averla portata fu Sebastian Vettel nel 2014, sempre in RB). E dopo la presentazione farsa che ha fatto tanto discutere (con la presentazione della nuova livrea sul modello 2022 presentato dalla FIA qualche mese prima), sembra che Red Bull abbia dedicato tanto al corrente anno.

Dopo i crash test bocciati poche settimane prima dei test di Barcellona, in molti credevano che la squadra anglo-austriaca avrebbe ceduto il passo quest’anno. Tanto in Spagna quanto in Bahrain, invece, le soluzioni portate in pista hanno lasciato (ancora) a bocca aperta tifosi e non. Vanno sicuramente menzionate le pance che hanno subito una dieta poderosa, sospese ai lati del cockpit con delle prese d’aria molto avanzate e strette.

E i piloti? I campionati non si vincono solo con il talento e/o solo con la vettura. Come dimostrato la scorsa stagione gli episodi fanno la differenza e Max Verstappen, a meno di sfighe e difficoltà varie, si presenta ai nastri di partenza come uno dei favoriti assoluti alla vittoria finale. Fin qui l’unico a spezzare l’egemonia Mercedes, nonchè il secondo, dopo Rosberg (che guidava sempre una Mercedes nel 2016), a levare lo scettro a Lewis Hamilton. Non può dunque che essere il principale contendente per il titolo.

E Perez? Ha dichiarato di voler battere il compagno di squadra, ma sotto sotto è consapevole delle differenze con l’olandese. Considerata la politica del duo Marko-Horner, dovrà sbagliare il meno possibile e portare più top 5 rispetto alla scorsa stagione per confermare il sedile. D’altronde quei 28 punti che sono costati alla Red Bull il mondiale costruttori sono anche responsabilità del messicano, che ha collezionato 36 punti in meno del tanto criticato Bottas. E Gasly in Alpha Tauri scalpita. Tra i top è il meno quotato (6° posto per lui?), ma potrebbe stupire in positivo.

Mercedes

Se abbiamo iniziato con il campione del mondo in carica non si può che continuare con la vettura vincitrice del campionato costruttori. Sono 8 i campionati costruttori portati a casa dal 2014 ad oggi. E Toto Wolff non sembra intenzionato a interrompere questa striscia di successi e anzi, vuole riportare sotto l’effige della casa tedesca anche il campionato piloti. Nei test la stella a tre punte ha fatto parlare di sè soprattutto per le pance molto ristrette e le appendici a cui verranno attaccati gli specchietti. Ma le noie date in Bahrain non sono state poche e si prospetta una clamorosa marcia indietro per il primo appuntamento stagionale.

Voci di corridoio vorrebbero il primo pacchetto di aggiornamento solo alla prima gara europea, a Imola, fondamentale sarà dunque racimolare più punti possibili nelle prime quattro gare. Red Bull ha patito non poco la partenza a rilento dell’anno scorso, rischiando di dire addio anche al campionato piloti nonostante gli sforzi fatti. A Brackley dovranno dare il massimo sin da subito per dare a Hamilton l’opportunità concreta di giocarsi il mondiale.

Passiamo dunque ai piloti, partendo però da Russell. Il rampollo inglese è il futuro per Mercedes. E ha dimostrato di avere il talento per stare davanti. Ma non sembra pronto per lottare sin da subito per il mondiale. Nel 2020 durante l’unica gara con la sua attuale scuderia ha fatto vedere di che pasta è fatto. L’anno scorso ha raccolto molti più punti, compiendo delle imprese vista la modestissima Williams. Ma gli errori non sono stati pochi. E soprattutto: dopo il burrascoso triennio Hamilton-Rosberg, siamo sicuri che la Mercedes vuole sin da subito due polli nello stesso pollaio?

Su Hamilton c’è poco da dire. Un 7 volte campione del mondo che solo all’ultimo giro dell’ultima gara ha dovuto abdicare. Nonostante i 37 anni continua a essere il punto di riferimento di questo sport e ha voglia di chiudere la carriera da pilota più vincente di sempre. Molto dipenderà dalla stessa Mercedes: un notevole ritardo nei primi gran premi potrebbero costargli caro, ma tra i favoriti assoluti c’è sicuramente il lord inglese.

Ferrari, il 2022 sarà l’anno buono?

Dulcis in fundo, la rossa. Terza lo scorso anno nonostante gli sviluppi sulla vettura 2021 siano stati bloccati subito. Molto più costante di McLaren che l’anno prima ha annichilito il team di Maranello. E soprattutto, in graduale crescita dal primo all’ultimo gran premio 2021. Il team italiano ha sacrificato le ultime 2 stagioni per presentarsi ai nastri di partenza del 2022 con il pacchetto migliore. E dopo le parole di Binotto ed Elkan, due che a sproposito parlano davvero poco, è legittimo crederci.

Il pacchetto motore sembra quello più performante, se non tra i più performanti. Aerodinamicamente sembra la più equilibrata in top 3 e a detta di molti è la vettura più armoniosa della griglia. Merito anche e soprattutto delle innovative pance scavate per il deflusso dell’aria. Per molti la rossa ha risparmiato notevolmente durante i test, ma in fondo è routine per i top team nascondere le prestazioni durante la winter break.

Anche il pacchetto piloti sembra essere quello di maggior valore. Sainz, al primo anno in un top team, ha dimostrato di avere le carte in regola per dire la sua e di non essere solo il pilota costante che tutti decantano, ma molto di più. Quinto in classifica nel 2021, “primo degli altri” ha anticipato di 5,5 punti il suo compagno di squadra, così come i due piloti McLaren. Tra tutti i piloti delle prime tre scuderie è sicuramente la mina vagante: difficile pronosticare il suo piazzamento finale, anche perché molto dipenderà dal pacchetto Ferrari e soprattutto dalle gerarche nel box. Il 2022 dovrà essere l’anno della sua prima vittoria in carriera.

A proposito di gerarchie nei box, tutto sembra rose e fiori in quel di Maranello, ma la posta in palio non è stata alta fin qui. Leclerc avrà tutte le intenzioni di ristabilire in fretta chi sarà il primo pilota e di giocarsi finalmente un mondiale alla prima vera occasione della sua giovane carriera. Ha lavorato e vinto, tanto nelle categorie minori quanto in classe regina, per arrivare a questo fatidico momento. Se la Ferrari rispetterà le attese, il monegasco completerà il terzetto di contendenti al titolo, ma dovrà prima risolvere la questione interna con Sainz.

McLaren, Alpine e Alpha Tauri

Passiamo dunque alle squadre del mid range. Sono i team che possono regalare sorprese con podi e vittorie vaganti, ma non dovrebbero impensierire particolarmente le prime tre della classe. McLaren pare abbia già alzato bandiera bianca a tal proposito e Norris potrebbe risentire di questa situazione. Uno dei migliori piloti della sua generazione, talento indiscusso già blindato dalla casa inglese, quest’anno la sua ambizione è quella di vincere la prima gara in carriera, ma non di più. Ricciardo invece ha il compito di mostrarsi più costante rispetto al 2021. Ha vinto una gara, vero, ma troppe volte ha patito il confronto con il numero 4, non mostrando piena consapevolezza alla guida della McLaren. Non è più il giovane talento del 2014, gli anni passano e l’ottavo posto dello scorso anno brucia non poco. Chissà se si starà pentendo della scelta fatta nel 2018 di lasciare Red Bull, viste le stagioni in Arancio e in Renault. Per entrambi i piloti si prospetta un 7° e 8° posto.

Alpine è stata tra le vetture più chiacchierate della winter break. Ma la realtà mostrata ai test è ben diversa e anzi, la squadra francese può presentarsi alle prime gare anche nel novero dei peggiori team della stagione. Ocon ha vinto la prima gara in carriera nel 2021, ma non sembra essere della stessa pasta dei piloti fin qui menzionati, al netto di altre sorprendenti gare. Alonso, invece, sembra che pagherà l’ennesima scelta sbagliata della sua sfortunata carriera. Ha vinto 2 titoli mondiali in Renault, vero, ma avrebbe potuto fare molto di più. Le opportunità di vincere il terzo sono sfumate da tempo e il ritiro definitivo sembra ormai certo, specie se non lotterà per posizioni di spicco durante il 2022. Sotto la top 10 sarebbe deludente per entrambi i piloti in blu.

Passiamo poi ad Alpha Tauri, la squadra satellite F1 della Red Bull. Sarà la volta buona del ritorno in casa madre per Pierre Gasly? Con la squadra italiana ha sempre fatto bene, al di là dei podi e della vittoria a Monza. Se a Faenza dovessero consegnargli il giusto pacchetto potrebbe regalare altre grandi prestazioni anche quest’anno, rientrando ancora in top 10. Chi dovrà assolutamente puntare alla top 10 è, competitività permettendo, Tsunoda. Il tempo sotto l’ala Red Bull è sempre centellinato e dalla F2 scalpita il campione F3 Dennis Hauger.

Aston Martin, Williams, Alfa Romeo e Haas

Passiamo dunque alla parte medio-bassa della classifica. Aston Martin sembrava presentarsi ai nastri di partenza con uno dei peggiori pacchetti del circus, salvo poi riprendersi. Quel che è certo è che Sebastian Vettel non lotterà per le posizioni di vertice, a meno di gare imprevedibili. Il suo ritiro dalla F1 sembra più vicino che mai. Lance Stroll? Non c’è molto da dire: a volte fa bene, altre no. A volte mette dietro Vettel, altre sembra lontano anni luce. Ma il sistema F1 non mente: fin quando paghi corri. E fin quando Lawrence Stroll pagherà il sedile al figlio verrà assicurato. Non dovrebbero andare lontano dalla top 10, ma per adesso sono sicuramente fuori.

La Williams sembra essere convincente. E nel 2022 dovrebbe continuare la parabola di crescita iniziata nel 2021, sebbene il pacchetto piloti non preveda più un certo Russell pronto a fare miracoli. Latifi non dovrebbe fare più della classica “stagione da Latifi” e, salvo grandi stravolgimento sul versante sponsor, lascerà il sedile a Logan Sargeant. Poi c’è Albon, che farà il suo ritorno in F1 dopo le grandi delusioni in Red Bull. Il suo obiettivo è quello di tornare quanto meno in Alpha Tauri, ma dovrà andare oltre le proprie possibilità.

Alfa Romeo sembra aver messo in pista il peggior pacchetto del 2022. Se dovessero confermarsi le premesse Zhou raschierebbe il fondo della classifica, ma non dovremmo assistere a un Mazepin 2.0: il cinese in F2 ha fatto vedere buone cose, ma per guadagnarsi il rinnovo contrattuale dovrà portare al limite la ex Sauber e il rischio di fare male è più che concreto. Bottas avrà finalmente l’opportunità di gareggiare per il piacere di farlo. Sbarca in Alfa Romeo con un bottino da big: 10 vittorie, 67 podi, 20 pole position, 19 giri veloci e 2 argenti mondiali. Per certi versi il suo periodo in Mercedes è stato da mille e una notte (certe statistiche non le hanno neanche i piloti che hanno vinto il titolo), per altri un vero e proprio incubo. Se in certe piste dovesse avere la macchina giusta potremmo rispolverare il Bottas visto in Williams. Ma non ci aspettiamo grandi cose da lui.

Infine chiudiamo con Haas. Il pacchetto sembra più prestazionale rispetto alle ultime disastrose stagioni. Schumacher avrà l’occasione di portare a casa i primi punti mondiali della sua carriera in F1. Vincere lo scontro diretto contro un veterano come Magnussen lo farebbe salire in graduatoria per futuri ingaggi. Il danese dal canto suo farà ritorno nella classe regina in virtù esclusivamente alle complicazioni economiche legate agli sponsor russi. Stracciato il contratto con Ural Kali è saltato il sedile di Mazepin, che avrebbe potuto correre senza bandiera nel 2022. KMag potrebbe comunque regalare sorprese, ma dovrà guidare come agli inizi, senza strafare. La top 10 sembra comunque una chimera lontana.

Francesco Mascali

Fonti foto: funoanalisitecnica, SportFace, GPBlog

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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»

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