Si chiude la due giorni di Champions League delle italiane, con le ultime partite andate a referto ieri sera di Napoli ed Inter: entrambe le squadre ne escono imbattute ma con situazioni interne nettamente differenti, perlomeno nell’Europa che conta.
Si dice che confermarsi dopo una stagione incredibilmente positiva sia tra le cose più complicate e il Napoli lo sa bene. L’ossatura della squadra è rimasta quasi inalterata (eccezion fatta per la cessione di Kim al Bayern) ed è cambiato l’artefice di tutto, un Luciano Spalletti che ne è uscito da vincitore.
Nonostante tutto, la trasferta a Braga non è stata semplice come ci si aspettava: campo zuppo di una pioggia incessante, stadio complicato e una squadra vogliosa di riscattare un inizio stagione mediocre e la partita ci ha detto proprio questo. Manca solo un fattore, ovvero che il Napoli sa benissimo come si gioca a calcio e lo dimostra lungo tutto il corso della partita.
La cosa più importante per il tecnico Rudi Garcia è stata certamente la capacità di saper soffrire e di portare a casa un match molto complicato, dominato per quantità di occasioni create e di tiri in porta ma non per il resto. Osimhen disputa un match impeccabile, colpisce una traversa, si inserisce alla perfezione in profondità: sta diventando, sempre più, un giocatore fenomenale.
Mancano le incursioni e gli attacchi di uno spento Kvaratskhelia, la fisicità di un Anguissa ancora da ritrovare ma non la caparbietà di Di Lorenzo, autore del vantaggio con un sinistro fulmineo che si incastra nel 7 della porta Matheus (ottimo portiere brasiliano, tra i protagonisti del Braga).
La squadra di casa ha saputo reagire fin da subito e i suoi sforzi sono stati premiati con la rete di Bruma ma la serata non finisce lì e poco dopo Niakate condanna i suoi con uno sfortunato autogol. I portoghesi hanno avuto altre occasioni ma non è bastato: ottimi segnali per un Napoli quasi impeccabile in fase di costruzione e attacco ma con qualche lacuna in fase difensiva, vero e lampante campanello di pericolo in vista per il tecnico Garcia, che la dovrà rivedere al meglio.
Una vittoria particolarmente sofferta ma il Napoli comincia con il piede giusto.
Se per il Napoli abbiamo potuto descrivere una situazione certamente più variopinta, per l’Inter non possiamo fare altrettanto: escludendo il bel gol di Mendez da fuori area (il calciatore spagnolo disputa una bellissima partita) i nerazzurri sono entrati in campo soltanto a fine partita.
Una situazioni paradossale dopo la bella e schiacciante vittoria nel derby: una squadra, quella di Inzaghi, mai pericolosa per 80 minuti: passaggi sbagliati, corse a vuoto, inserimenti lenti e prevedibili e tanto nervosismo (vedi l’atteggiamento di Arnautovic e Barella su tutti).
Merito anche di uno splendido Real Sociedad, il quale ha giocato armoniosamente su tutti i fronti: prestazioni super di Oyarzabal e Barrenextea, abili nel giro palla e negli uno contro uno; Merino perno del centrocampo e pericoloso su palle inattive con il suo colpo di testa; difesa attenta e sempre in anticipo sullo spento reparto offensivo interista.
Simone Inzaghi è stato fortunato ed è semplice giungere a questa conclusione: l’allenatore degli spagnoli si è chiuso troppo presto e la sua squadra, dopo aver speso tante energie, si è trovata a dover difendere molto bassa. Inzaghi ha avuto il merito di fare dei cambi azzeccati: si pensi a Thuram Di Marco e Frattesi che cambiano la partita e il suo esito finale.
Dal tiro svirgolato del centrocampista ex Sassuolo esce un assist per il capitano: quel Lautaro Martinez fino ad allora nemmeno sufficiente. Si dice che i grandi giocatori escano a galla nei momenti del bisogno e l’Inter ne ha avuto un disperato bisogno. Pareggio che sa di vittoria per i nerazzurri, alla loro peggior uscita stagionale: ci sarà molto da rivedere per il tecnico.
Killer istinct: Lautaro salva i suoi, ma questo non può bastare per andare bene in Champions.
Alex Privitera
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Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.