La Champions League 2023/24 è ufficialmente partita con le prime partite della fase a gironi: le prime squadre italiane impegnate in serata sono state il Milan e la Lazio.
Quando vieni da un derby sanguinoso come quello perso qualche giorno fa contro l’Inter, non è mai facile cercare di reagire ma la squadra di Pioli ha dato segnali più che positivi anche se non è bastato per conquistare 3 punti.
Il Newcastle è ostico da affrontare: è una squadra che ha fisico, intelligenza tattica ma profonde lacune offensive che lo hanno costretto a subire gli attacchi dei rossoneri e tirare pochissime volte dalle parti prima di Maignan (uscito poi per un infortunio) e poi di Sportiello.
Loftus Cheek disputa un match impeccabile, specie sulla fase di non possesso su Bruno Guimaraes, tanto che il gigante inglese, alcune volte, arrivava affaticato in fase conclusiva, con le idee annebbiate dalla stanchezza. Se il centrocampista brasiliano, perno del suo team, si è visto poco il merito è senz’altro suo. Tonali, il grande ex di turno e protagonista del super trasferimento estivo, ha risentito del ritorno a San Siro ed è stato praticamente invisibile: fattore notato anche dai compagni di reparto che più volte lo hanno ripreso.
Nel derby l’assenza di Tomori si è sentita particolarmente, la prestazione in Champions ne è una conferma: il difensore inglese disputa un match magistrale, effettua coperture precise e supera tutti in velocità: giocatori molto rapidi come Isaak, Murphy e Almiron sfigurano. Thiaw, invece, ha giocato con qualche strascico del derby con qualche uscita poco sicura, ma la difesa del Milan si è comportata bene.
Florenzi ha dato una marcia in più nel secondo tempo rispetto ad un Calabria poco preciso, piuttosto nervoso e già ammonito nella prima frazione. Leao forse disputa la sua peggior partita in questa nuova stagione, non tanto per l’occasione dove salta tre difensori e pensa bene di concludere con un inspiegabile tacco, quanto per un atteggiamento remissivo: il portoghese spesso si è fatto trovare a testa bassa, indice di scarsa fiducia.
Il Milan, nonostante qualche situazione da perfezionare, meritava sicuramente la vittoria: l’assalto del primo tempo è un qualcosa di incredibile: tiri in porta da ogni dove di Giruod, Krunic, Hernandez ma Pope si è fatto trovare sempre pronto. Nota di merito per Trippier, il migliore dei suoi: non ha minimamente sofferto Leao, si è fatto sempre trovare pronto a sovrapporsi ed è stato fondamentale in diverse chiusure.
Doveva essere un match da vincere, specie se giocato in questo modo perché le altre due squadre del girone, Psg e Dortmund, non sono certamente inferiori al Newcastle, anzi. Il girone è complicato e i rossoneri hanno bisogno di ritrovarsi e compattarsi nuovamente, come già hanno dimostrato di fare.
Il grande ritorno di Sarri in Champions League è avvenuto proprio contro chi, fa del suo calcio, un’idea totalmente opposta a quella del tecnico dei biancocelesti. Proprio quel Diego Simeone, ex laziale tanto amato al tempo, che fa della difesa e della fisicità i punti cardine di un calcio probabilmente oramai superato.
La partita vede la Lazio padrona del campo, specie dal punto di vista del possesso palla: l’Atletico, viste anche le numerose assenze, ha giocato con il solito modulo pensato dal tecnico, fatto di chiusura a zone, falli tattici e verticalizzazioni ove possibile. Un calcio poco propositivo che ha trovato fortuna nel tiro deviato del giovane Barrios, che trova il piede di Kamada e spiazza Provedel.
Uno dei pochissimi squilli dei colchoneros in una partita dove i padroni di casa hanno meritato sicuramente di più e hanno tenuto quasi sempre il controllo. Una Lazio forse un po’ troppo Luis Alberto dipendente, certamente il più in forma dei suoi ma questo non giustifica la spasmodica ricerca del centrocampista spagnolo in fase di costruzione.
Immobile continua nel suo momento di flessione, non gioca come vorrebbe e lo dimostrano le espressioni sul campo; Felipe Anderson è infastidito dalla marcatura controversa di Samuel Lino, uno che non nasce come difensore ma lo contiene piuttosto bene in tutta la partita. Zaccagni è il più intraprendente nell’uno contro uno ma dall’altro lato in porta c’è Oblak, ancora oggi nell’elite dei portieri: lo dimostra più volte, specie con la parata sul primo palo sul tiro di Cataldi.
L’esito del match sembrava già segnato ma proprio allo scadere, quando anche Sarri aveva mandato tutti dentro all’ultima azione avviene l’impensabile: Provedel, dopo aver avuto l’ok del tecnico, entra in area di rigore e su assist al bacio di Luis Alberto insacca Oblak con un colpo di testa magistrale. Diventa il secondo portiere nella storia della Champions League ha segnare su azione: il portiere salva il risultato che sarebbe stato immeritato e permette alla Lazio di conquistare un punto importante per la classifica.
Fonte foto: Twitter Milan e Lazio
Alex Privitera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.