“Le piantagioni sperimentali del Progetto DREAM sanno affrontare crisi idriche, incrementano la biodiversità, producono frutta di qualità e sopravvivono a eventi meteo estremi”.
Promosso da PRIMA Foundation e guidato dall’Università di Bologna, il Progetto DREAM (Diversified orchards for REsilient and sustAinable Mediterranean farming systems) ha come obiettivo quello di offrire agli agricoltori un agroecosistema alternativo per la produzione di frutta di alta qualità.
In un momento storico in cui siccità, temperature anomale ed eventi meteo inaspettati e violenti, sono diventati all’ordine del giorno, soprattutto le piccole aziende agricole a conduzione familiare hanno bisogno di un sostegno. Spesso in ginocchio per colture non cresciute nel modo sperato o distrutte a seguito di una grandinata, questo tipo di aziende produttive rappresentano circa la metà di quelle del settore in Europa.
Già dalla fine di marzo, nell’azienda agraria dell’Alma Mater, a Bologna, è in corso la messa a dimora del meleto sperimentale che permetterà di monitorare l’efficienza produttiva e qualitativa del nuovo agroecosistema.
A breve, in Italia e in Marocco verranno fatti i primi testi con piantagioni di meli, mentre in Spagna saranno coltivati dei peri.
«A causa del cambiamento climatico sono oggi necessarie misure di adattamento che permettano ai frutticoltori un approccio più resiliente agli stress biotici e abiotici e agli eventi estremi», spiega Brunella Morandi, professoressa al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto. «Per questo vogliamo dare vita a una nuova tipologia di frutteto, con varietà diverse e scalari, che fioriscono e maturano in diversi momenti della stagione, così che, nel caso in cui il clima sorprenda con gelate tardive, ondate di calore o stress idrici eccessivi, il danno sia limitato solo alle piante che si trovano nella fase più sensibile».
Nuove specie e varietà antiche ma con un aspetto in comune: sanno resistere bene alle patologie fungine.
Questa la principale caratteristica degli alberi da frutto scelti per il progetto DREAM.
A questa si aggiungono altre peculiarità: vengono arricchiti da un mix di piante e fiori capaci di attirare sia gli insetti impollinatori che quelli antagonisti dei dannosi.
Verranno poi analizzati e sperimentati sistemi innovativi, per risparmiare acqua senza però compromettere la qualità dei frutti che in realtà dovrebbe incrementare.
Giulia Bergami
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Nata nel 1996 a Bologna, Giulia Bergami ha una missione nella vita: raccontare il mondo che la circonda.Laureata nel 2018 in Scienze della Comunicazione a Bologna, prosegue i suoi studi conseguendo nel 2020 il titolo magistrale nella facoltà di Management e Comunicazione d’Impresa di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla CSR e la Responsabilità Sociale d’impresa nell’industria farmaceutica. Da quasi 5 anni collabora con alcune testate giornalistiche del territorio per raccontare le persone di Bologna, le loro vite, i successi e le sfide quotidiane, meglio ancora se giovani, intraprendenti e con la voglia di “spaccare il mondo”. Al contempo, lavora nella Comunicazione d’Impresa e delle Media Relations in ambito salute. Sia per supportare il lavoro delle associazioni pazienti sia a fianco di aziende e altre realtà del settore. Forse non sarà l’Oriana Fallaci 2.0 del futuro, ma intanto è così “famosa” da avere una biografia su internet. Prossimo passo? Una pagina di Wikipedia interamente dedicata a lei.