Esami terza media: poco prima dell’inizio della prova scritta, durante l’appello, si nota l’assenza di un alunno tra le file dei banchi di una scuola di Parma. Gli alunni iniziano quindi a mandare messaggi e a chiamare il loro compagno di classe, ma niente, nessuna risposta. La segreteria scolastica fa lo stesso, sia con il ragazzo, sia con i genitori, ma niente, anche lì, nessuna risposta. A questo punto, il preside, anziché procedere secondo le regole e iniziare comunque l’esame, decide di chiedere alla segreteria l’indirizzo di casa dell’alunno e recarsi di persona alla sua porta per accompagnarlo all’esame e per capire come mai non si fosse presentato.
Una volta arrivato, il ragazzo apre la porta ancora in pigiama, sveglio da poco e sorpreso dalla presenza del preside davanti la sua porta di casa. Il dirigente spiega il tutto al ragazzo, che afferma di sapere che ci fosse solo la prova orale.
A spingere il preside a compire il gesto due ragioni. La prima legata al valore dello studente, ritenuto intelligente, ma con priorità diverse dalla scuola in alcuni momenti. Infatti, quello che inizialmente potrebbe apparire come un atteggiamento poco disciplinato è riconducibile a una semplice distrazione del ragazzo. Fatto sta che il ragazzo, compresa la situazione, si è vestito velocemente per recarsi volentieri a sostenere l’esame.
Un episodio che mette in risalto il senso di cura e di responsabilità di un dirigente che mette tanto impegno contro la dispersione scolastica. Soprattutto in un Paese come l’Italia, che ha un tasso di abbandono tra i più alti d’Europa. Inoltre, manda un messaggio chiaro: ovvero che la scuola è fatta di relazioni e non di burocrazia e protocolli da rispettare. Ovviamente tenendo conto dei vari casi che si possano presentare. La scuola è un luogo di aggregazione e di insegnamento di valori importanti, che passano attraverso le relazioni umane, prima che di quelle gerarchiche.
Una storia finita a lieto fine per il giovane studente, invitato a prestare più attenzione.
Mattero Cerè
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