CATANIA – Una vita fatta di amore, dedizione e sacrifici. E forse, come direbbe il proverbio, di “fatti suoi”. Il traguardo dei 100 anni non è certamente cosa facile, specie se ne dimostri almeno 20 o 30 in meno. Ma sono solo numeri, quello che conta è ciò che c’è dentro e le esperienze di vita.
Sicuramente Rosa Fiore, di Gravina di Catania, ne ha tante da raccontare. Tra cui l’esperienza di fede che chi è credente vorrebbe o avrebbe voluto vivere: l’incontro e la grazia di Padre Pio. Sì, perché la vita di Rosa non è stata facile: «La situazione a casa era particolarmente difficile perché eravamo una famiglia numerosa. Mi sono sempre dedicata alle mie sorelle, ai miei fratelli e ai miei nipoti». E questo, ironicamente parlando, le è bastato: ha scelto di non sposarsi e di non avere famiglia: «Per me loro erano come dei figli».
Ma la sua grande dedizione è stata verso la madre, malata e che non poteva muoversi. Fino a quando non cambiò qualcosa: «Mi si presentò l’occasione di partire e di andare da Padre Pio quando una signora mi chiese se volessi andare. Io non volevo lasciare la mamma da sola, ma lei mi disse “Vai”. Siamo stati per tanti giorni in viaggio, fino a quando ebbi l’opportunità di toccare la mano e la tunica di Padre Pio, chiedendo la grazia per mia madre. Al mio ritorno la trovai in piedi davanti al portone».
Una storia tribolata anche per le condizioni di un nipote, anche lui malato: la fede rispose nuovamente a Rosa. «Ricordo che avevo l’immagine di Padre Pio sul comò. Pregavo sempre e una volta mi sono sentita toccare». «È difficile crederci – racconta ancora la centenaria -. Solo chi ha vissuto qualcosa del genere credo possa comprendere. È come se incontri qualcuno, anche se non c’è».
Non solo la fede, ma anche la quotidianità hanno caratterizzato la vita di Rosa, che ha vissuto sempre di una grande passione: «Nella mia vita mi è sempre piaciuto cucire. Era una cosa che amavo e che ho fatto diventare il mio lavoro. Facevo vestiti, specialmente quelli da sposa. Un paradosso visto che non mi sono mai sposata (sorride, ndr)». E chi l’ha conosciuta racconta una parte di lei che Rosa, con umiltà, preferisce non dire. Gli amici e le amiche di sempre ne esaltano la bontà, la disponibilità e, soprattutto, la capacità di mantenere la calma ed evitare i litigi: «Non mi è mai piaciuto. Se qualcosa non va la chiarisco, se non si trova il punto di incontro sono sempre andata avanti».
Tra una candelina e l’altra, tra una torta e l’altra, quindi sono 100 gli anni vissuti da Rosa (11 giugno). Tanti auguri!
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Sin da piccolo con la passione dello sport e con un occhio incantato e innamorato per il calcio. Il fisico e la tecnica non hanno garantito un grande successo sportivo e i videogiochi hanno “rovinato” la mia esistenza facendo nascere la vena e passione giornalistica. Da lì, anni a sognare e a lottare per raggiungere un obiettivo, raggiunto solo in parte. Ma, mai fermarsi. Tante le esperienze: televisive, radiofoniche e web. Non si sa mai dove si arriverà, ma bisogna sempre crederci. Capendo che il giornalismo non è solo ciò che piace e che, a volte, si possono trovare anche altri argomenti e stimoli interessanti.
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