Salmonella nelle uova, pollo, suino e frutti di mare; Stafilococco nel pesce, crema, e latticini; Clostridio nella carne cotta non adeguatamente refrigerata: i batteri che provocano mal di pancia, febbre e disturbi gastrointestinali sono sempre in agguato. Al fine di impedire, o quantomeno limitare il rischio di fastidiose tossinfezioni alimentari, si raccomandano quattro semplici regole da seguire in cucina.
Insospettabile complice di sgradevoli batteri, l’uomo, mediante la pessima abitudine di utilizzare le stesse posate o, peggio ancora, i contenitori per cibi crudi e quelli già cotti, favorisce la cosiddetta “contaminazione crociata”. Nello specifico, questa consiste nella propagazione di colonie di microrganismi da un alimento all’altro: pertanto, la prima regola da seguire scrupolosamente è quella d’impedire il pericoloso contatto fra cibi cotti o crudi, facendo attenzione anche agli utensili impiegati. Analogamente, la manipolazione delle vivande con mani non adeguatamente pulite può fungere da veicolo a microrganismi come gli Stafilococchi, i quali sono in grado di contagiare le pietanze con pericolose tossine. Dunque, un ulteriore consiglio da non sottovalutare è quello di lavare accuratamente le mani prima di passare al trattamento di cibi di natura diversa.
Se è vero che in un ambiente favorevole ciascun microrganismo, ogni venti minuti circa, è in grado di suddividersi in due cellule figlie, che a loro volta si scomporranno in altre quattro, otto e così via, è anche vero che è possibile impedire tutto ciò semplicemente agendo sul fattore temperatura. Infatti, terza preziosa regola è quella di conservare gli alimenti crudi, o quanto rimasto dal pranzo, a temperature al di sotto dei +4°C. Infine, è importante sottolineare che, sebbene la cottura sia in grado di rendere inoffensivi i microrganismi, è necessario che i cibi cotti siano consumati in breve tempo, o in alternativa mantenuti a una temperatura superiore ai +60°C, poiché in caso contrario, nell’arco di 9 ore e 20 minuti circa, da una sola cellula prende vita un numero di batteri pari agli abitanti dell’Italia.
Dott. Renzo Pierpaolo Turco
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