Latte, pasta, passata di pomodoro… Sempre più spesso siamo bombardati da un’infinità di informazioni, immagini e colori che distolgono la nostra attenzione dal vero strumento di valutazione dell’alimento: l’etichetta. Consapevoli che per i non addetti ai lavori non è semplice districarsi in questo complesso mondo fatto di codici a barre e tabelle nutrizionali, qui di seguito forniamo alcuni suggerimenti per agevolare l’attento consumatore nella scelta degli alimenti da riporre nel carrello.
La prima regola fondamentale è quella di discernere tra le immagini riportate in etichetta, aventi il solo scopo di rendere il prodotto più attraente agli occhi del consumatore, e i marchi di origine come quelli dei prodotti DOP, IGP, e STG; rilasciati da enti di controllo, offrono la concreta garanzia che l’alimento in questione sia stato prodotto nel rispetto delle procedure tecniche prescritte da normative specifiche di settore.
Non tutti siamo a conoscenza che, sulla confezione dei prodotti, è riportata una successione di numeri che svelano preziose informazioni. Nello specifico le prime cifre indicano il Paese di provenienza dell’alimento; così i numeri 80, 76 o 30 denotano rispettivamente un alimento prodotto in Italia, Svizzera o Francia.
Altro elemento interessante è l’ordine con cui figurano gli ingredienti in etichetta; tutt’altro che casuale, i diversi componenti dell’alimento sono per legge indicati in ordine di quantità decrescente, quindi il primo è quello maggiormente presente, mentre l’ultimo è il meno abbondante. Pertanto, grazie a questa indicazione si potranno non soltanto conoscere quali sono gli ingredienti ma anche la loro proporzione.
Inoltre, molto spesso in fondo all’elenco degli ingredienti figurano, indicati dalla lettera “E”, seguita da un numero, gli “additivi”, delle sostanze aventi funzioni diverse. In particolare i coloranti (da E100 a E199) migliorano l’aspetto dell’alimento, i conservanti (da E200 a E299) prolungano il periodo di conservazione, gli antiossidanti (da E300 a E322) inibiscono i processi ossidativi e il conseguente degradamento del prodotto e infine i correttori di acidità (da E325 a 385) migliorano il gusto dell’alimento.
Dott. Renzo Pierpaolo Turco
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