Selezione sessuale. Cos’è? Darwin usò tale definizione in risposta a chi si oppose alle sue teorie evoluzionistiche. Era l’unico modo per spiegare perché il pavone non avesse perso le sue belle piume, sebbene gli fossero di enorme intralcio in caso di fuga. Rifletté sull’importanza che aveva per i maschi il piacere alle femmine, perché, si sa, sono loro in natura a scegliere il compagno. È preferibile una prole cospicua o una vita più lunga? Il pavone le belle piume smeraldo le ha tuttora: è evidente che la progenie è più funzionale alla specie.
Dunque: il fattore estetico tra gli animali è strumentale, se non addirittura elemento unico e fondamentale, per la selezione del proprio partner sessuale. Più l’ora incalza più specie iniziano a farsi spazio nell’ambiente circostante. Si vedono esemplari femminili sfoggiare tacchi a spillo e abiti succinti, esemplari maschili vestiti di tutto punto, altri più trasandati e con evidente trascuratezza dell’igiene personale. Ve n’è dei più vari, e la caccia ha inizio. C’è chi si dà agli inseguimenti, chi richiama l’attenzione con versi incomprensibili, chi mette in bella mostra accessori strani e non identificati, chi, più docilmente, chiacchiera e tenta di comunicare. Ma, concretamente, negli esseri umani quanto incide l’estetica nella scelta del partner? Nel caso degli animali sono i maschi ad essere dotati di “ornamenti”, sono loro ad impegnarsi per eccellere e farsi notare; le femmine si limitano a indicare chi si distingue e raramente accade il contrario. Ponendo la domanda qua e là ad un campione ristretto di esemplari umani di entrambi i sessi, è emerso che alcuni ritengono l’estetica fondamentale, ma si giustificano in quanto unico elemento visibile ad un primo approccio; altri la trovano secondaria rispetto a un comportamento affabile, notando oltretutto che «la bellezza nell’altro aumenta all’aumentare del coinvolgimento». Affabilità e intelletto possono dunque considerarsi ornamenti?
Sembra che nelle specie che tendono alla monogamia le differenze fisiche siano meno evidenti e che le femmine scelgano per istinto il partner più idoneo a essere il “padre dei suoi figli”. Qualcosa suona familiare: è un po’ lo stesso istinto che, in modo più o meno palese, si ritrova in ogni donna. Insomma, da che parte stiamo? Siamo forse troppo complessi per essere catalogati, ma una cosa è certa: i nostri sessi tendono a somigliarsi sempre di più. Le donne s’irrobustiscono, gli uomini si accorciano e i centri estetici ormai fanno più cerette e unghie lucide a uomini che a donne. Qualcosa sta cambiando. È positivo?
Benedetta Intelisano
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