Caratteristica peculiare della messaggistica istantanea è l’utilizzo di simboli o di immagini vere e proprie che facciano riferimento all’espressione del viso degli interlocutori coinvolti: si tratta delle cosiddette emoticon, la cui funzione è quella di sostituire la mimica facciale con una grande sfilza di “faccine” che le rappresentino graficamente. Uno dei primi problemi in cui si incorse una volta inventata la navigazione in Internet, infatti, fu quello di comunicare in qualche modo con che tono di voce si intendesse scambiare una determinata frase, giacché capirne la modulazione per iscritto non era possibile. Da qui l’invenzione degli smiley che, nel giro di un ventennio, si sono diffusi in maniera capillare in ogni regione del mondo, entrando a far parte della quotidianità per chi utilizza chat, forum, social network e siti internet in genere.Con il passare degli anni, poi, molte emoticon sono state semplificate, mentre numerose altre sono state aggiunte così da costituire, nel complesso, una gamma davvero estesa di possibilità delle quali servirsi nel corso della digitazione. Ad ogni modo, il criterio adottato di solito è rimasto lo stesso: due punti, virgole, parentesi di vario tipo, punto e virgola, asterischi, cancelletti e perfino numeri vengono accostati gli uni agli altri per creare delle combinazioni di caratteri che, se osservati inclinando la testa di 90° verso sinistra, rappresentano visi umani stilizzati intenti a sorridere, ad arrabbiarsi, ad ammiccare, a riflettere, a mandare baci, a fare le boccacce, a contraddire, ad insuperbirsi, a stupirsi, a piangere, ad annoiarsi e, addirittura, a fumare, a gridare o a mandare abbracci (per alcuni esempi si rimanda al seguente link: www.homolaicus.com/linguaggi/smiley.htm).
A tal proposito, comunque, alcune considerazioni sembrano inevitabili. Finché il ricorso a tale linguaggio cifrato rimane limitato a certa comunicazione virtuale e a distanza, infatti, il fenomeno non lede alla struttura e alla natura stessa della lingua italiana, così come a quelle di qualunque altro idioma in questione. Se, però, se ne inizia a fare un uso spropositato e fuori contesto, il rischio in cui si incorre è quello di ostacolare – al contrario di quanto si crederebbe – la comunicazione medesima, perché il sistema delle suddette “faccine” è conosciuto e diffuso soprattutto tra i giovani e, comunque, in situazioni prevalentemente informali. Non a caso, accostare i due punti ad una parentesi tonda chiusa non sempre potrebbe far comprendere alla persona che riceve una nostra comunicazione per iscritto che era nostra intenzione inviarle un sorriso. Al di là di questo, è necessario distinguere le circostanze nelle quali ci si trova ad agire, per evitare di incorrere in fraintendimenti sgradevoli, o di apparire poco seri di fronte a chi, magari, non ci ha mai incontrati di persona e si aspetta da noi un altro comportamento, sia in ambito lavorativo che di amicizia, per non rischiare di incorrere, quindi, in situazioni piuttosto sgradevoli (basti pensare che alcuni studenti liceali hanno pensato di introdurre la simbologia degli smiley nei propri temi scolastici). Pertanto, considerato che la portata del fenomeno e la sua utilità sono ormai innegabili e riconosciute globalmente, appare di fondamentale importanza sfruttare le emoticon che si conoscono solo quando ciò è permesso da un certo contesto linguistico e relazionale, al fine di non mescolare diversi registri e, soprattutto, di rispettare la propria lingua per come essa è.
Eva Luna Mascolino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.