«Il catcalling è una molestia verbale a tutti gli effetti: si tratta di suoni di clacson, intimidazioni a sfondo sessuale e commenti sgradevoli non richiesti dalle vittime (spesso, donne) che vengono compiuti da persone per lo più sconosciute».
Così si legge nella descrizione della petizione di Change.org, finalizzata ad attribuire rilevanza penale ai comportamenti che integrerebbero il catcalling.
Per strada o sui mezzi pubblici: quante volte capita di sentire apprezzamenti squallidi?
«Come ti chiami?», «Ma quanto te la tiri!», o ancora «Dove va una signorina tutta sola a quest’ora?», sono solo alcune delle parole che ci si sente rivolgere mentre si sta facendo la spesa o si sta tornando a casa da una giornata di lavoro e si è deciso di colorare le labbra con un rossetto dalle tonalità più accese.
In Italia più dell’88% delle donne dichiara di essere stata vittima di catcalling almeno una volta. Perché catcalling? Il termine nasce su ispirazione del verso che si fa per richiamare l’attenzione di un gattino. Conosciuto anche come stress harassment, le molestie da strada, nei casi più gravi, potrebbero sfociare in stalking, aggressioni fisiche e stupri.
Essere apprezzate da un uomo per strada aumenterà l’autostima? Nonostante i continui tentativi di sminuirlo, il catcalling è una vera e propria molestia verbale, che non ha nulla di piacevole o lusinghiero. Non può esserci complimento dove c’è uno sconosciuto che pretende gli venga rivolta la parola. Non è né appagante, né gratificante: è segno di una società che non si evolve. Quanti sono gli uomini che subiscono tutto ciò?
In Francia il catcalling è diventato nel 2018 un vero e proprio reato, con multe che vanno dai 90 ai 1500 euro. In Italia? La piattaforma che si occupa di gestire petizioni online, questa volta, sembra voler determinare un cambiamento proprio in questa direzione: rendere il catcalling un reato!
La petizione è già stata firmata da migliaia di persone. Ci si è mai soffermati sugli effetti che potrebbe avere sulla psiche di una donna un “apprezzamento” su una parte del proprio corpo che vorrebbe diversa?
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità