Ci vogliono circa 400 anni per smaltire una bottiglietta di plastica. Oggi, però, grazie ad Ari Jónsson, studente designer alla Iceland Academy of the Arts, potremo dire addio alla lunga decomposizione di questo materiale.
Si chiama “Agar Agar” la sostanza che ci aiuterà nel difficile compito dello smaltimento della plastica. Questa è, infatti, una sostanza presente nelle alghe, solitamente usata nella cucina vegana come sostituto della colla di pesce. «Ho sentito un bisogno molto forte – ha dichiarato Jónsson – di sostituire la grandissima quantità di plastica che produciamo, utilizziamo e poi buttiamo via. Perché usiamo materiali che impiegano centinaia di anni per decomporsi se beviamo una volta soltanto e poi li gettiamo?».
La bottiglia rimarrà intatta fino a quando sarà piena. Nel momento in cui si svuoterà completamente, questa inizierà a decomporsi lentamente. Basta, poi, scaldarla leggermente per farle riprendere la forma di una bottiglia e continuare quindi ad essere utilizzata. Ovviamente, essendo composta da materiali naturali, l’acqua contenuta nella bottiglietta tende ad acquisire un gusto particolare, comunque abbastanza apprezzato da chi ha provato ad assaggiarla. Secondo Jónsson, la bottiglia potrebbe essere anche mangiata dopo aver bevuto l’acqua che contiene. Un originale metodo quello di riciclare la plastica fatta con l’alga: riutilizzarla come bottiglietta oppure, se si ha un leggero languorino, mangiarla.
Valentina Friscia
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