Come era prevedibile, la terza partita dell’Italia in questi mondiali di rugby contro la Nuova Zelanda era una partita preannunciata già a senso unico, sebbene l’Italia abbia dimostrato buoni spunti, ma non abbastanza per entrare nella storia. I nostri, comunque, hanno accorciato il vantaggio dei neozelandesi sul 7-3, dopo è stata una mattanza nel vero senso della parola.
Le vittorie contro Namibia e Uruguay lasciavano immaginare ad uno scenario diverso, ma la Nuova Zelanda era obbligata a vincere. La sconfitta contro la Francia, nazione ospitante di questi mondiali di rugby, bruciava ancora, e soprattutto è tra le favorite verso la vittoria finale. Il primo tempo si chiude con un sonoro 49 -3.
Nel secondo tempo, l’Italia scende in campo con un altro approccio, un’altra mentalità, ma anche questo spirito dura poco. Sugli sviluppi di una touche, la palla ovale arriva a Capuozzo dopo una serie di passaggi il quale la trasforma in meta. La conseguente trasformazione, ovvero il calcio piazzato, sarà realizzato da Allan, autore della prima marcatura su calcio di punizione nel primo tempo. Una marcatura illusoria, perché dopo sarà una partita a senso unico.
I troppi errori dell’Italia danno campo aperto a tutto il talento della nazionale neozelandese, sempre rapace e velenosa su tutte le azioni. Meta dopo meta, rendono il punteggio esageratamente passivo per la prestazione degli azzurri, arrivando persino sul punteggio di 96 – 10, ma si sa, quando affronti squadre di tale caratura è vietato sbagliare.
Su un’azione di grinta e cuore, nel finale l’Italia cerca di rendere meno amaro il punteggio grazie alla meta di Ioane, fotocopia della meta di Capuozzo. L’arbitro, però, fischierà la fine all’83 sul risultato di 96 – 17.
Altra partita difficile sarà l’incontro contro la Francia. Gli azzurri hanno l’obiettivo di qualificarsi ai quarti di finale, risultato storico nel caso accadesse, ma l’ostacolo non è proprio semplice da oltrepassare. I padroni di casa sono primi e, come detto prima, hanno battuto la Nuova Zelanda, quindi si prospetta un’altra montagna da scalare per la nostra nazionale.
Foto: RNZ
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.