Clubhouse, letteralmente la casa del gruppo, è il nome più azzeccato per il nuovo social che nelle ultime settimane spopola tra gli “Appleiani”. Infatti, è riservata solo ai proprietari di iPhone e iPad, almeno per ora. Ed è possibile accedervi soltanto attraverso l’invito di un utente che ne fa già parte. L’uso costante e forzato di Zoom e Meet durante l’ultimo anno di pandemia, ha reso familiare i termini room o stanza e l’idea dell’oratore e del pubblico virtuale che può interagirvi all’interno di esse. Tutto questo, trasformato in social network, è Clubhouse.
Clubhouse è una realtà virtuale dove gli utenti possono creare delle stanze in live, caratterizzate di solito da un tema e argomento e all’interno di esse parlare, davvero. Niente chat scritte, niente scambio di audio battuta e risposta, niente monologhi nelle stories. Ma una sorta di vera conferenza, in cui uno o più oratori (il creatore della stanza e i membri da lui autorizzati) parlano di qualcosa. Chi partecipa alla room, può intervenire alzando una mano metaforica o restare inattivo ascoltando soltanto. Il creatore della stanza decide a chi dare la parola, quando e se silenziare qualche microfono. Una volta che la parola viene data all’utente, da quel momento potrà intervenire come oratore a suo piacimento, a meno che non venga silenziato. Si tratta di veri e propri appuntamenti in circoli virtuali.
Hai un iPhone? Scarichi l’applicazione Clubhouse, ti iscrivi e inizi a usarla. No, non è così semplice. Per poter accedere è indispensabile che un altro membro già appartenente alla cerchia, ti mandi un invito o accetti la tua richiesta a essere invitato. Inoltre, si accede solo da app e non da browser. Si hanno, dunque, già tre limiti: il possesso di un apparecchio marcato Apple, la possibilità di scaricare l’App e la conoscenza di qualcuno che sia già nel giro. Per tutti questi motivi, il nuovo social è ancora ristretto a una cerchia elitaria composta da: giornalisti, esperti di marketing e di digital o personaggi che hanno già una forte influenza sui social.
Voci di corridoio tra i dipendenti, riportate su il New York Times, sembrano presupporre che Facebook stia già lavorando a qualche integrazione per similare il tipo di room offerte su Clubhouse, ma per adesso nulla di certo. La popolazione, si chiede anche quando e se Clubhouse verrà aperto all’intero pubblico integrato con Android. I creatori hanno risposto con buone intenzioni il 24 gennaio 2021 con un post che diceva: «Fin dai primi giorni, abbiamo voluto costruire Clubhouse per tutti. Con questo in mente, siamo entusiasti di iniziare presto a lavorare sulla nostra app per Android e di aggiungere ulteriori funzioni di accessibilità e localizzazione in modo che le persone di tutto il mondo possano sperimentare Clubhouse in un modo che le sembra loro originario».
Nonostante sia ancora per pochi e da poco tempo, anche su Clubhouse non sono mancate le manifestazioni d’odio e la diffusione di fake news sfruttando le room. Si spera, quindi, che questo nuovo social non segua la scia dei suoi predecessori. Una bella idea, nata per favorire lo scambio culturale e l’informazione pulita che si trasforma nel tempo in un covo di volgarità, cattiverie e diffusione di stupidità di gregge.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.