Quando si legge un romanzo, capita spesso di addentrarsi nella storia a tal punto da riuscire a trasformare in soggettive le sensazioni dei personaggi della narrazione, fino ad ampliare anche la propria prospettiva nel provare le emozioni di cui si sta leggendo (straniamento, felicità o qualsivoglia turbamento). L’incanto di un racconto sta esattamente nella voglia di tuffarsi immediatamente in altri: tuttavia, quello che accade attraverso la lettura di un componimento narrativo non è basato su concetti personali, ma ruota attorno a ricerche scientifiche che spiegano il perché l’acume umano riesca a cambiare parzialmente o completamente in seguito a determinati libri.
Nel 2006, infatti, degli studiosi si sono accorti del fatto che termini come “cannella”, “gelsomino” o altro scorsi in un testo stimolano il senso olfattivo, come se i rispettivi odori fossero realmente percepibili sul momento: oltre alle consuete aree di Wernicke e Broca, prestabilite alla comprensione del linguaggio, con la lettura vengono attivate anche quelle di tutte le altre percezioni sensoriali. Secondo indagini recenti, invero, coloro che divorano romanzi epici sono molto più emotivi, compassionevoli e tolleranti nei confronti delle opinioni altrui; inoltre, raccontare le gesta di eroi del passato a bambini fra i tre e i cinque anni influisce positivamente sullo sviluppo della corteccia cerebrale e delle attitudini collettive.
Quando si cerca empaticamente di capire gli altri e intuire ciò che provano, si costruisce una sorta di teoria della mente: per mezzo di testi letterari di un certo calibro, come esaminato dai ricercatori David Kidd ed Emanuele Castano, si viene trasportati in circostanze nuove, in cui la comprensione del nocciolo della vicenda spetta proprio al lettore. Ciò fa sviluppare in lui una perspicacia incredibile nell’intendimento con i propri simili.
Va specificato che ciò detto sopra non dipende assolutamente dal genere letterario con il quale ci si cimenta, bensì dalla bravura dello scrittore nella descrizione di ogni minimo particolare che faccia muovere l’intelletto del lettore verso la decodificazione. Questa sfida a cui ci si sottopone, nondimeno, ha luogo il più delle volte con racconti particolarmente impegnativi, i quali coinvolgono maggiormente in cartaceo che in formato e-book. Insomma, leggere – e leggere qualunque tipo di opera riesca ad appassionare – non significa solamente operare mentalmente, ma anche sviluppare una straordinaria sensibilità, capace di aiuare a rapportarsi meglio con il mondo esterno, caratteristica essenziale per legami duraturi.
Anastasia Gambera
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