CATANIA – Si è conclusa la prima fase della vertenza che riguarda Antenna Sicilia e tra pochi giorni la proprietà licenzierà 16 dipendenti su 24, tutta la redazione giornalistica e gran parte dei tecnici, quindi. Dopo la scomparsa di Telejonica-Rete 8, chiusa nel febbraio scorso con il licenziamento di 14 dipendenti, adesso tocca all’ammiraglia del Gruppo Ciancio, la storica emittente legata al quotidiano La Sicilia, nata nel 1979 con un “padrino” d’eccezione: Pippo Baudo. In questi mesi la rappresentanza sindacale ha incontrato più volte la proprietà, che ha dimostrato di voler rispettare solo l’aspetto formale, ma di non voler spostare di un millimetro l’obiettivo che si è prefissata da tempo: l’azzeramento della produzione giornalistica e d’intrattenimento sull’emittente più apprezzata nel Meridione.
Dispiace dover constatare che, nonostante l’ulteriore allarme lanciato con un comunicato nei giorni scorsi dall’Assostampa regionale, da Cgil e Cisl, i rappresentanti istituzionali, del mondo dell’economia e del lavoro, politici, tutti soggetti che in quasi 40 anni di storia hanno trovato sempre grande accoglienza sugli schermi di Antenna Sicilia, siano ancora distratti o timorosi di intervenire, quasi potessero disturbare il macchinista. Il sindacato dei giornalisti, ribadisce che la chiusura di una testata, al di là della dolorosa perdita di posti di lavoro che non saranno più recuperati, è un sconfitta per la democrazia e per la società nella quale opera.
Daniele Lo Porto
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