PECHINO – I cinesi strizzano l’occhio alla M dorata più famosa al mondo, quantomeno per la gestione interna della nota catena di ristorazione. È di questi giorni infatti la notizia di una trattativa in corso d’opera tra Pechino e la multinazionale a stelle e strisce per la cessione dell’80% della rete di fast-food in territorio cinese e già trapelano indiscrezioni di rilievo riguardo ai dettagli del “matrimonio” che sta per consumarsi sull’asse Cina-Stati Uniti d’America. Dalla stanza dei bottoni del quartier generale di Oak Brook, il sobborgo di Chicago dove ha sede la McDonald’s Corporation, fanno sapere che i ristoranti presenti sia in Cina che nella prefettura di Hong Kong ben presto passeranno sotto il controllo maggioritario della Citic, potente società conglomerata statale della Repubblica Popolare Cinese. Indubbiamente la posta in gioco è altissima, in quanto si stima che questa operazione potrebbe muovere qualcosa come 2,1 miliardi di dollari.
Al di là degli interessanti retroscena sulla trattativa, la Cina si pone di fronte all’ennesima grande sfida in qualità di potenza economica globale del Terzo Millennio. Innegabilmente, la possibilità di accrescere un dato giro d’affari in un territorio vasto e ricco di opportunità come quello cinese farebbe gola a chiunque. Del resto c’è da aspettarsi con molta probabilità «una strategia espansiva aggressiva e investimenti pesanti» – osserva l’analista Ben Cavender – nell’ottica di rafforzare la presenza del brand non soltanto nelle grandi metropoli cinesi ma principalmente nei centri abitati di medie-piccole dimensioni attraverso lo sviluppo di un piano quinquennale. Di certo si tratta di un’operazione ambiziosa ma allo stesso tempo particolarmente dispendiosa, in un contesto che vede competitor sia locali che stranieri fare letteralmente a sportellate per aggiudicarsi la classe media cinese.
Gabriele Mirabella
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