Non fa notizia il fatto che siano la Germania e la Spagna a trainare l’andamento economico dell’Eurozona. Numeri alla mano, in entrambi i Paesi, non soltanto si registra un trend positivo per quanto riguarda il mercato del lavoro, in virtù di alcune importanti riforme strutturali avviate negli ultimi anni, ma insieme rappresentano anche i due terzi del dato che indica la crescita occupazionale dell’Eurozona, con riferimento al secondo trimestre dell’anno corrente. A tal proposito, la Banca Centrale Europea in questo momento non fa altro che elogiare le riforme in materia economica introdotte in alcuni Paesi dell’area, oltre a sottolineare come sempre i rischi al ribasso che, in via ipotetica, potrebbero incidere pesantemente sull’andamento economico dell’Eurozona.
E l’Italia? Ancora siamo ben lontani da scrivere la parola fine alla crisi economica che ha messo letteralmente in ginocchio il sistema produttivo del nostro Paese. Considerando che nel periodo che va dal 2008 al 2014, oltre un milione di persone ha perso il posto di lavoro, la strada da percorrere per tornare allo status pre-crisi è ancora lunga, senza dimenticare che nel medio-lungo periodo andranno valutati gli effetti del jobs act, la riforma del diritto del lavoro promossa ed attuata dal governo Renzi, sulla ripresa occupazionale.
Gabriele Mirabella
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