Crolla la borsa cinese e gli investitori fuggono, per Shanghai si è trattato del peggior dato degli ultimi 8 anni. L’allarme è scattato circa quattro giorni fa quando la borsa dell’ex Celeste Impero ha registrato una perdita dell’8,48%, innescando immediatamente un effetto domino su tutti i mercati europei (Milano ha ceduto il 2,97%, registrando il peggior dato tra i paesi del Vecchio Continente).
Oltre la bolla speculativa dei mercati finanziari che ha colpito la Cina poche settimane fa, ciò che maggiormente ha costretto alla fuga gli investitori sembrerebbe essere stato il rallentamento dell’economia della seconda potenza economica mondiale, confermato dal dato negativo sui profitti delle imprese industriali (-0,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Nel frattempo, gli analisti cercano le cause di tale crollo e alcuni di loro lo attribuiscono al cosiddetto marginal lending, cioè il prestito elargito a piccoli investitori avventurieri i quali decidono di investire oltre le proprie disponibilità e generano volatilità e instabilità sul mercato finanziario.
Mentre gli investitori cinesi fuggono, il mercato cinese continua ad attrarre gli investitori americani attraverso i fondi di investimento degli Stati Uniti; infatti, secondo l’agenzia EPFR Global di Boston, gli americani continuano ad immettere soldi nel mercato finanziario cinese, fiduciosi del fatto che Shanghai chiuderà l’anno in attivo.
Intanto, in Cina, la China Securities Finance Corp (la Consob cinese) minaccia che «punirà in modo severo» tutti coloro che effettueranno vendite allo scoperto. A questo punto, bisognerà attendere e vedere quale sarà il nuovo andamento del mercato cinese.
Ester Sbona
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