Il funerale di Alexei Navalny si svolgerà venerdì nella chiesa dell’Icona della Madre di Dio a Maryino, nel sud-est di Mosca. Il suo corpo sarà sepolto nel cimitero di Borisovskoe. A comunicarlo Kira Yarmysh, la portavoce del dissidente russo morto in carcere un paio di settimane fa. La stessa portavoce, su X, scrive che: “Il servizio funebre per Alexei si svolgerà il primo marzo alle ore 14. Arrivate presto”.
Nel frattempo, nella mattinata di oggi mercoledì 28 febbraio, la moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, su invito della presidente Roberta Metsola ha parlato alla plenaria dell’Europarlamento a Bruxelles. “Il funerale si svolgerà dopodomani e non so ancora se sarà pacifico o se la polizia arresterà coloro che sono venuti a salutare Alexei. Pensavo che nei 12 giorni trascorsi dalla morte di Alexei avrei avuto il tempo di preparare questo discorso. Ma, prima, abbiamo passato una settimana a prendere il corpo di Alexei e a organizzare il funerale. Poi, ho scelto il cimitero e la bara”.
Un lungo applauso degli eurodeputati (in piedi) ha accolto Yulia Navalnaya, invitata a parlare al Parlamento Europeo dalla presidente Roberta Metsola. L’ultima sua apparizione risaliva a tre anni fa, quando venne a ritirare il premio Sakharov 2021 che il marito, Alexei Navalny, non poteva prendere personalmente perché in carcere.
“Molti hanno la sensazione che Putin non possa essere sconfitto. In questa disperazione mi chiedono: ‘come posso aiutarvi’? Sto pensando a come Alexei risponderebbe a questa domanda. Cercherò di rispondere ma, per farlo, devo raccontarvi un po’ com’era lui. Alexei era un inventore. Aveva sempre nuove idee per tutto, ma soprattutto per la politica”.
“Putin deve rispondere di ciò che ha fatto al mio Paese. Putin deve rispondere di ciò che ha fatto a un Paese vicino e pacifico. Putin deve rispondere di tutto ciò che ha fatto ad Alexei. Mio marito non vedrà come sarà la bella Russia del futuro, ma noi dobbiamo vederla. E io farò del mio meglio perché il suo sogno si realizzi, perché il male cada e questo bel futuro arrivi“, ha proseguito la vedova dell’oppositore del Cremlino.
La vedova Navalny, Yulia Navalnaya, ha continuato dicendo: “Putin ha ucciso mio marito. Su suo ordine, Alexei è stato torturato per tre anni. È stato fatto morire di fame in una minuscola cella di cemento, tagliato fuori dal mondo esterno. Gli sono state negate visite, telefonate e persino lettere. E poi lo hanno ucciso e anche dopo hanno abusato del suo corpo e hanno abusato di sua madre”.
“Non avete a che fare con un politico, ma con un sanguinario mafioso. Putin è il capo di una banda criminale organizzata. Questa comprende avvelenatori e assassini, ma sono tutti solo burattini. La cosa più importante sono le persone vicine a Putin: i suoi amici, i suoi collaboratori e i custodi del denaro della mafia”.
“Dobbiamo adottare i metodi della lotta alla criminalità. Non note diplomatiche, ma indagini. Non dichiarazioni di preoccupazioni, ma una ricerca dei consociati della mafia nei vostri Paesi. In questa lotta – continua la signora Navalnaya – avete alleati affidabili: ci sono decine di milioni di russi che sono contro Putin. Contro la guerra, contro il male che porta“.
“Non si può colpire Putin con un’altra risoluzione o un’altra serie di sanzioni che non sono diverse da quelle precedenti. Non si può sconfiggerlo pensando che sia un uomo di principi che ha una morale e delle regole. Non è così, e Alexei lo ha capito molto tempo fa”.
“All’inizio di giugno ci saranno le elezioni. Molti di voi faranno campagna elettorale, incontrando elettori, rilasciare interviste, girare spot pubblicitari. Ora immaginate che tutto questo sia impossibile. Nessuna emittente televisiva vi farà un’intervista. Nessun denaro al mondo può aiutarvi con uno spot. Tutti gli elettori che si sono presentati alle riunioni saranno arrestati insieme al candidato. Benvenuti nella Russia di Putin. Eppure, Alexei Navalny è riuscito a diventare il politico più famoso del Paese. È riuscito a ispirare milioni di persone con le sue idee. Come faceva? Usava la fantasia“, conclude la coraggiosa Yulia Navalnaya.
Fonte Foto in Evidenza: ANSA
Giuseppe Rosario Tosto
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva. Con il passare del tempo, è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale di VdC. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e scrive anche delle varie breaking news che concernono i tempi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
Il suo compito in sintesi? Cercare di spiegare, nel miglior modo possibile, tutto quello che non sa! (Semicit. Leo Longanesi).