Oleg Orlov, Premio Nobel per la pace nel 2022 e co-presidente del centro per i diritti umani “Memorial”, ha ricevuto una condanna di due anni e sei mesi di colonia penale. La lettura della sentenza ha avuto luogo al tribunale Golovinsky di Mosca, nel quale si è svolto il processo con le accuse, tra le altre, di discredito reiterato delle forze militari russe con l’aggravante dell’odio verso i valori tradizionali.
La stessa corte ha ordinato l’arresto immediato del dissidente russo – inserito nella lista degli “agenti stranieri – che all’età di quasi 71 anni è uscito dall’aula con le manette, “scortato” da otto agenti con tanto di passamontagna e giubbotto antiproiettili, e salutato dagli applausi dei sostenitori fuori dal tribunale.
La condanna a Oleg Orlov arriva per un l’articolo firmato, nel novembre del 2022, dal titolo “Volevano il fascismo, l’hanno avuto”. Una tesi, quella del regime totalitario e fascista in Russia, che ha ribadito anche ieri, lunedì 26 febbraio, nel discorso che ha tenuto a conclusione del processo (prima della lettura della sentenza). “Non ho nulla da rimpiangere o di cui pentirmi”, ha aggiunto lo stesso dissidente russo.
Una vita a difesa dei diritti umani in Russia, nel 2009 aveva ricevuto il Premio Sakharov. Nel 2022, come già detto, il Premio Nobel per la pace insieme al suo centro “Memorial”. Negli ultimi tempi, aveva espresso il proprio parere contrario alla guerra in Ucraina e al regime dittatoriale-totalitaristico di Vladimir Putin. Oggi, infine, la condanna a due anni e mezzo di colonia penale. Lo stesso luogo in cui, per motivi ancora da confermare, è morto l’oppositore e il difensore della libertà in Russia, Alexey Navalny.
Fonte Foto in Evidenza: Adnkronos
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