Secondo alcune dichiarazioni, il Ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha intenzioni piuttosto serie riguardo l’immigrazione: afferma infatti che il suo Paese erigerà una muro alto 4 metri sul confine meridionale con la Serbia. Tale costruzione sarà creata allo scopo di fermare i flussi di migranti in aumento. D’altro canto, il Primo Ministro ungherese Viktor Orban aveva già detto che avrebbe “preso in considerazione tutte le opzioni, inclusa la possibilità di una chiusura completa”: detto, fatto. Il Premier serbo, Aleksandar Vucic, si dice “sorpreso e scioccato”. «L’immigrazione è uno dei problemi più seri che l’Unione europea si trova ad affrontare», ha detto Szijjarto durante una conferenza stampa, per poi proseguire affermando: «La Ue sta cercando soluzioni ma l’Ungheria non può permettersi di aspettare oltre». Si parla di un muro lungo 175 chilometri, rigorosamente controllato e su cui sarà possibile erigere una rete di protezione di 4 metri. Al Ministro degli Interni è stato affidato il compito di terminare i lavori di chiusura, che saranno preliminari a quelli di costruzione del muro, entrò mercoledì prossimo. Szijjarto ha concluso la conferenza ribadendo la liceità del progetto: «Questa decisione non viola alcun trattato internazionale, altri Paesi hanno optato per la stessa soluzione». È, quindi, in programma un meeting l’1 luglio con la Serbia.
Secondo i dati dell’ufficio immigrazione ungherese, quest’anno, è entrata nel Paese una quantità di persone pari alle 57 mila unità, in maniera illegale – tra loro molti afghani, siriani e pakistani; lo scorso anno erano, invece, solo 43mila. L’Ungheria ha ricevuto circa 50 mila richieste di asilo nel 2015. Essa, comunque, non sarebbe la prima a fare una tale opera: la Bulgaria, infatti, ha già fatto costruire una barriera lungo il confine con la Turchia, giustificandosi con la stessa ragione dell’Ungheria. Il governo guidato dal Premier Viktor Orban è stato, per il suo modo di approcciarsi agli immigrati, fortemente contestato. Orban, tra l’altro, ha rifiutato, insieme ad altri quattro Stati europei, le proposte dell’UE sulla ricollocazione dei rifugiati tra tutti i Paesi membri.
Alexsandar Vucic, Premier della Serbia, ha risposto in maniera pacifica alle forti parole dei vicini: «Io penso che la soluzione non sia la costruzione di muri, sopratutto se non si è responsabili di qualcosa. Nessuno può dire nulla alla Serbia. Di che cosa siamo responsabili, della crisi in Siria? dell’Isis? Del problema dei curdi? La Serbia è solo un Paese di transito». Il 19 giugno il Premier serbo ha rilasciato altre dichiarazioni: «Cercheremo di trovare un’altra soluzione poiché la Serbia è assolutamente contraria a costruire muri nella regione». È tutta una questione di diplomazia: l’Ungheria, a quanto pare, sembra sempre pronta a lavarsi le mani dei problemi che gli si pongono di fronte; la Serbia cerca invece una via di risoluzione del problema basata sulla collettività, incarnando a pieno lo spirito dell’Unione Europea.
Francesco Raguni
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