È guerra tra Washington e Caracas: il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato lo scorso 9 marzo l’ordine esecutivo emesso dal Congresso per adottare le sanzioni contro sette tra ex ed attuali funzionari dell’amministrazione pubblica venezuelana. La Casa Bianca ha subito giustificato l’azione sottolineando che si è trattato di un intervento a difesa dei diritti umani; i sette funzionari, infatti, sono accusati di aver represso con la forza le manifestazioni contro il governo del Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, tra febbraio e maggio del 2014. Il Governo degli Stati Uniti congelerà tutti i beni e i conti posseduti dai suddetti funzionari perché, come ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, con il loro operato hanno «vietato, limitato e penalizzato l’esercizio della libertà di espressione e di riunione pacifica».
Nel frattempo il Presidente del Venezuela continua imperterrito nella propaganda anti-statunitense, cercando forse di distogliere l’attenzione del popolo dalla disastrosa condizione in cui versa il Paese. Ormai da tempo la situazione politica e sociale del Venezuela è ingestibile: il prezzo del petrolio, principale risorsa energetica, è sceso notevolmente, l’inflazione è salita al 60% e i generi di prima necessità scarseggiano nei supermercati. Le proteste dilagano nel Paese, ma la linea del Governo è quella della repressione e Washington ha deciso pertanto di intervenire applicando delle sanzioni proprio per fermare la crescente violazione dei diritti umani da parte del governo di Caracas.
È chiaro dunque che i rapporti tra Stati Uniti e Venezuela sono ormai perduti, nonostante Obama abbia tenuto a precisare che l’intervento punitivo di Washington non è indirizzato al popolo venezuelano né ai rapporti commerciali tra i due Paesi. Maduro però non accetta tale monito del Presidente americano e in risposta alle sanzioni degli States ha fatto già sapere che chiederà ulteriori poteri al Congresso per «combattere l’imperialismo americano» e impedire che gli Stati Uniti possano riuscire nel loro intento di controllare a distanza il Venezuela.
Ester Sbona
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