24 marzo 2015: un aereo della compagnia low cost della Lufthansa, la Germanwings, si schianta in Provenza. Scomparso alle ore 10.51 dai radar internazionali, attimi dopo vengono ritrovati solo un cumulo di macerie, in cui l’unica fonte che possa portare alla luce la verità è la scatola nera. Guasto al velivolo o la realtà è un’altra?
Per la prima volta nell’era dei viaggi a basso costo, un aereo di una compagnia low cost della Lufthansa, la Germanwings, si è schiantato sulle alpi francesi lo scorso 24 marzo. Un airbus A320 si era alzato in volo alle 10.01 dall’aeroporto di Barcellona El Prat con a bordo 144 passeggeri, di cui: 72 tedeschi, 49 spagnoli, un israeliano, tre kazaki, tre britannici, un danese, due colombiani, un olandese, due australiani, due statunitensi, due venezuelani, due iraniani, due argentini, un messicano, un giapponese e un belga. Sfortunatamente vi erano anche 16 ragazzi tedeschi di 15 anni accompagnati da due insegnanti: estratti a sorte fra gli studenti del liceo Koenig, avevano partecipato a un viaggio studio a Barcellona. Insieme ai passeggeri vi erano quattro hostess e due piloti, per un totale di 150 vittime.
Un aeroplano è formato da un accessorio la cui presenza è fondamentale nello svolgimento delle indagini dopo un eventuale incidente: la scatola nera. Con questo nome si indicano tutti i dispositivi elettronici il cui scopo è la registrazione dei dati installati sul velivolo. Dopo l’impatto dell’airbus l’unica cosa ritrovata, anche se in pessime condizioni, è stata proprio la scatola nera. La Lufthansa, punta di diamante fra le compagnie aeree tedesche, ha dichiarato in una conferenza stampa che il velivolo aveva avuto un guasto tecnico la sera prima di involarsi verso Dusseldorf. Dalle prime indagini sul dispositivo recuperato dalla polizia francese, si è rilevato che non vi era più nessun guasto sull’apparecchio. Sono intervenuti inquirenti francesi, tedeschi e spagnoli in una collaborazione che possa portare alla luce la verità di ciò che ha portato allo schianto un aereo di quelle dimensioni sul massiccio dei Trois-Evech’s, disintegrandosi del tutto.
Le prime informazioni sono state rilevate mediante un file audio trovato nella scatola nera. La registrazione riporta i seguenti fatti: nella cabina di pilotaggio vi erano il pilota ufficiale associato, come di routine, a un co-pilota. A un certo punto il pilota ufficiale si allontana, forse per andare in bagno, lasciando il co-pilota alla guida dell’aereo: una volta tornato trova la porta della cabina di pilotaggio – ormai blindata dal disastro dell’11 settembre – completamente sbarrata. Nel tentativo di riaccedere nuovamente, insistentemente invita il pilota sotto ufficiale ad aprirgli la porta, senza tuttavia ricevere alcuna risposta. Nel frattempo ciò che accade intorno assume i contorni di una tragedia, poiché l’aereo sta perdendo quota abbastanza velocemente, acquisendo una direzione senza via di scampo. Una volta accortisi di ciò che stava per accadere, i passeggeri e le hostess hanno cominciato a urlare per il panico, ma non c’è stato niente da fare. Secondo l’impianto il co-pilota alla guida dell’aereo respirava ancora al momento della collisione, giacché si presumeva che potesse aver avuto un malore che non gli avesse più permesso di continuare a condurre l’aereo. A quanto pare, invece, le indagini su colui che si trovava alla guida, hanno portato a galla verità più inquietanti.
Andreas Lubitz, originario di Montabaur, è ritenuto colpevole della caduta dell’aereo. In base alle notizie, aveva sofferto di depressione tempo addietro: una volta tornato a bordo, aveva però superato tutti i consueti controlli. Ciò nonostante si presume che egli abbia voluto suicidarsi, a scapito, però, di altre 149 persone. Detentore del Certificato di Eccellenza della Federal Aviation Administration, ovvero l’organismo che regola l’aviazione americana, era reputato un giovane pilota alquanto in gamba. Ma perché ha voluto portare alla morte così tante persone se aveva, come si dice, realmente intenzione di suicidarsi? E perché il pilota ufficiale si è allontanato dalla cabina di pilotaggio senza regolarmente lasciare una seconda persona? Si sono avanzatele ipotesi di attentato terroristico o di batterie al litio esplose nella cabina, pile i cui vapori, una volta inalati, possono portare anche alla morte poco dopo. Tuttavia nonostante le tesi momentaneamente evidenziate ci vorrà ancora molto tempo per poter constatare l’effettiva realtà dell’accaduto. Fintanto che alcuni agenti di Alitalia e altre compagnie aeree hanno dichiarato che d’ora in poi non ci si potrà più allontanare dalla cabina di pilotaggio senza prima assicurarsi di lasciarvi all’interno due persone. Per quante informazioni potranno venir fuori in futuro, una cosa è nondimeno certa: nessuno più ridarà la vita a quelle 149 persone, la cui volontà era quella di vivere e non di morire, perlomeno non in quella forma così cruenta.
Anastasia Gambera
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