Ritorna in discussione al senato lo Ius soli, la legge sulla cittadinanza italiana in base alla quale, secondo la recente proposta di legge del PD, una persona straniera potrebbe ottenere la cittadinanza solo se uno dei propri genitori risiede in Italia da almeno cinque anni, oppure i figli di stranieri che hanno frequentato in Italia un ciclo scolastico, ma solo se risiedono in Italia da almeno sei anni.
«Questa legge introduce un principio. È un grave errore pensare che con i princìpi non si mangi: i princìpi, i valori e le idee radicali sono cose che modificano le condizioni materiali delle persone», è quanto dichiarato Luigi Manconi, senatore del PD e presidente della Commissione diritti umani del senato. A tal proposito, il senatore Manconi ha più volte spiegato e in diverse occasioni il perché dell’importanza di approvare una legge come quella sullo ius soli e oggi, dopo le mobilitazioni di studenti, associazioni e politici, potrebbe davvero diventare legge prima della fine della legislatura. «Credo che tu condivida l’urgenza di approvare una legge che ponga al centro l’interesse dei minori stranieri. Numerosi tuoi colleghi di governo hanno aderito alla proposta della campagna “Non è mai troppo tardi”, uno sciopero della fame a staffetta di uno, due o tre giorni per sollecitare la discussione nell’aula del Senato di quel provvedimento legislativo». Così il senatore Manconi ha scritto nella lettera sullo ius soli indirizzata alla Ministra Marianna Madia.
«A chi soffia sulle comprensibili paure delle persone – la sicurezza, il radicalismo – dico che è davvero miope non cogliere che il primo antidoto all’insicurezza è l’integrazione, a cominciare dai bambini. Le battaglie per l’allargamento dei diritti sono nel nostro DNA, sono parte della vocazione con cui nacque il Pd dieci anni fa». Nel frattempo, il M5stelle vota contro nonostante nel 2013 abbia presentato una proposta di legge praticamente quasi identica.
Ester Sbona
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