Il Libano sta sprofondando nel buio più totale, e purtroppo non è soltanto un eufemismo, infatti la crisi economica sta colpendo più settori, tra cui quello dell’energia elettrica, motivo per il quale il popolo libanese si trova a convivere con continui blackout.
La situazione libanese è critica, la Banca Mondiale ha stimato che si tratterebbe di una delle crisi economiche peggiori mai registrate dal 1850 nel mondo.
La moneta libanese ha perso più dell’80% del suo valore, la disoccupazione cresce, i salari sono ai minimi storici, e inoltre vi è una gravissima crisi del carburante, che genera lunghe code di auto e tensioni fra gli abitanti nei vari distributori delle città.
A questo scenario, già di per sé apocalittico, si aggiungono i tagli dell’elettricità che lasciano intere città al buio per tantissime ore. Proprio lo scorso luglio le due centrali elettriche più importanti del paese, quella di Deir Ammar e di Zahrani, hanno cessato l’attività, procurando un danno incalcolabile, poiché esse ricoprivano oltre il 40% del fabbisogno elettrico dell’intero Libano.
A questo proposito, abbiamo una testimonianza diretta: Maha Z., residente in Italia da molti anni ma di origini libanesi, la quale ha visto con i suoi occhi la grave situazione in cui versa la sua terra, durante un suo recente viaggio in Libano.
Maha inizia spiegando che già da anni i tagli nel settore energetico rendono la situazione critica in Libano, ma aggiunge che l’aggravarsi della crisi economica, con la conseguente crisi del carburante, ha fatto sì che la situazione precipitasse.
Infatti, se prima il Governo libanese forniva l’energia elettrica per sei ore durante il giorno e per sei ore durante la notte, oggi, a causa della crisi, il Governo fornisce una sola ora di energia elettrica di giorno e una di notte; il resto della corrente elettrica proviene da generatori privati disposti nei vari quartieri che però, a causa della mancanza di carburante, non riescono a coprire del tutto le ore restanti del giorno.
Le conseguenze sono critiche, infatti Maha Z. ci racconta che, durante quest’estate, molta gente ha dormito in strada dentro le auto, vista l’impossibilità di utilizzare condizionatori in casa, e ancora peggiore è la chiusura forzata di reparti e strutture ospedaliere, a causa della mancanza di elettricità, che oggi rappresenta uno dei problemi più drammatici della crisi.
La crisi economica ha colpito pure il settore alimentare, lasciando il popolo libanese senza frutta e verdura proveniente dai paesi più lontani, e soprattutto con pochissima scelta, poichè i prodotti importati scarseggiano, e quei pochi che si trovano hanno prezzi molto alti; nei banconi alimentari si trovano solo prodotti turchi e siriani, molto economici, ma di qualità inferiore.
Crisi e incertezza sono il perfetto riassunto della situazione tragica che sta vivendo il Libano oggi, Maha Z. però ci tiene a sottolineare come il popolo libanese, diviso spesso da conflitti interni dovuti principalmente a motivi religiosi, si trovi unito e compatto per fronteggiare l’emergenza.
Nel quotidiano vi sono esempi di collaborazione solidale, come ad esempio l’apertura dei centri commerciali per le persone bisognose d’aria fresca, o per ricaricare i propri dispositivi digitali.
Il Libano, ridotto allo stremo da politici che hanno fatto i loro interessi, deve ripartire proprio dal popolo, che è attualmente l’unico suo punto di forza.
“Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”. Concludiamo con una frase del celebre scrittore libanese Khalil Gibran, aspettando speranzosi che l’alba arrivi e che il popolo libanese possa tornare a rivedere la luce.
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