In diversi Paesi dell’Ue si era iniziato a sospendere il trattato Schengen per periodi limitati. Ad esempio la Danimarca lo aveva sospeso per un paio di settimane, per poi attuarlo di nuovo dopo il 14 gennaio. Dal 16 del corrente mese però, c’è stata una svolta. Il cancelliere austriaco Werner Faymann ha annunciato la completa sospensione di Schengen: chiunque arriverà in Austria dovrà esibire documentazione su richiesta delle forze dell’ordine, chi non avrà il permesso d’asilo, verrà ricacciato indietro. Inoltre si è verificato un altro cambiamento nel corpo delle Forze dell’Ordine austriache, infatti, il ministro della Difesa sarà il capo della polizia. L’Ue non sembra essersi espressa contraria a questa scelta. Inoltre il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha proposto l’introduzione di una tassa sui migranti, ovvero sia chiede all’Eurogruppo che le spese supplementari sui costi della benzina per il trasporto dei migranti siano a carico di essi. Anche la Danimarca sembra essere sulla stessa linea d’onda del ministro tedesco, infatti, i danesi vorrebbero incentivare la confisca dei beni dei migranti.
Dal fronte italico, nessuna protesta per la decisione dell’Austria, ma per la decisione della Danimarca. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è espresso contrario all’introduzione di tasse imposte sui migranti. Inoltre, per quanto riguarda l’accoglienza in Italia, sempre più sono le famiglie disposte ad ospitare gli immigrati. Un sostegno per questa scelta può venire anche dal comune di appartenenza, ad esempio il comune di Milano assegna 350 euro mensili alle famiglie che ospitano i rifugiati.
Claudio Francesco Nicolosi
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