Sebbene oscurata da unioni civili e riforme costituzionali, la problematica riguardo alla trivellazione è più attuale che mai. Nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum che concerne la durata delle autorizzazioni per ispezioni marittime e trivellazioni di carburanti già rilasciate.
Il referendum è stato richiesto in novembre da 9 regioni, insieme ad altri 5 quesiti che, però, a seguito di modificazioni alla legge di Stabilità da parte del governo, sono stati dichiarati non ammissibili dalla Corte di Cassazione in gennaio. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha recentemente imposto il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia marine e ha dichiarato, dopo la pronuncia della Consulta, «chiunque vinca il referendum, non ci sarà alcuna nuova trivellazione». I comitati No-Triv si sono fortemente impegnati accanto alle regioni per impedire danni alle coste e alle acque che circondano la penisola, danni che ledono e che continueranno ad essere nocivi anche per il turismo e, quindi, per la crescita economica. A tale proposito, Green Italia dichiara: «Saranno i cittadini a decidere se vorranno che si trivelli di fronte alle spiagge che vivono di turismo […] e se vorranno dire sì piuttosto ad un’altra idea di politica energetica, quella basata sull’uso delle energie rinnovabili, che già oggi forniscono oltre il 40% dell’elettricità totale generata nel Paese, e del miglioramento dell’efficienza energetica».
Il Presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, commenta la notizia della dichiarazione di ammissibilità con un certo spirito satirico: «Il presidente Renzi dev’essere contento, perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia chi è iscritto al Partito Democratico dev’essere contento per definizione», queste le parole del governatore. Inoltre, alcuni tra i promotori, come il Presidente della regione Basilicata Pietro Lacorazza, propongono un election day: un’unica giornata elettorale in cui far coincidere amministrative e voto referendale, trovata che potrebbe far risparmiare alle casse italiane 300 milioni. La decisione passa ora nelle mani del Presidente della Repubblica, che a metà febbraio dovrà decidere la data delle elezioni – le quali si terranno comunque tra il 15 aprile e il 15 giugno. Il governo sembra contrario alla sovrapposizione delle date, forse per paura che il risultato positivo del referendum influenzi negativamente le amministrative, ma non è ancora detta l’ultima parola.
Viviana Giuffrida
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