L‘ultimo italiano alla presidenza del Parlamento europeo fu Emilio Colombo, esponente della Democrazia Cristiana, in carica dal 1977 al 1979. Dopo 38 anni, un altro italiano si siede sulla poltrona più importante dell’Europarlamento. Si tratta di Antonio Tajani, eletto al quarto scrutinio con 351 voti, contro i 282 del rivale, e connazionale, Gianni Pittella, che conta un brevissimo mandato alla presidenza di tredici giorni, dal 18 giugno al 1° luglio 2014. Alla maggioranza, soprattutto i più giovani e a chi non segue molto la politica internazionale, il nome Antonio Tajani dice ben poco. Eppure, la sua carriera politica va avanti da 23 anni.
Dopo gli studi classici al liceo Torquato Tasso di Roma, Tajani consegue la laurea in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma. Successivamente, diede il via alla sua carriera nel mondo del giornalismo attraverso il periodico Il settimanale. In seguito a un breve periodo come conduttore del Gr1, entrò nella redazione de Il Giornale, di cui divenne capo della redazione romana nel 1991, all’età di 38 anni. Eletto caporedattore, instaura un importante rapporto con Gianni Letta, all’epoca ambasciatore del gruppo Fininvest a Roma. Fu proprio grazie a questo legame con Letta che Tajani si avvicina al secondo capitolo della sua vita, ovvero la politica.
La carriera politica di Antonio Tajani prende vita il 18 gennaio del 1994 a Roma. Qui, l’imprenditore Silvio Berlusconi ha attrezzato il quartier generale per il suo ingresso nel mondo politico. In quel giorno di gennaio si tenne una riunione a porte chiuse, presenti solo Silvio Berlusconi, il futuro ministro Antonio Martino, il generale Luigi Caligaris, l’imprenditore Mario Valducci, il notaio Francesco Colistra e, appunto, il caporedattore de Il Giornale Antonio Tajani. È da questo incontro che nasce il movimento politico Forza Italia. Nei giorni seguenti Berlusconi annunciò la sua candidatura e Tajani divenne il portavoce del Cavaliere per tutta la campagna elettorale che terminerà con la vittoria alle elezioni del 1994.
Allo stesso Tajani venne offerto un posto da parlamentare. Però, nel collegio in cui era candidato, la lista di Forza Italia venne esclusa a causa di alcune irregolarità formali. Vista la grande delusione, Berlusconi lo inserì all’ultimo nelle liste per il Parlamento europeo, le cui votazioni si tennero tre mesi dopo. Ed è così, per un irregolarità formale, che inizia la carriera di Antonio Tajani a Bruxelles. All’inizio Tajani era più interessato alle questioni nostrane. Divenne prima coordinatore regionale del Lazio di Forza Italia. Nel 1996 riprova a candidarsi ma viene sconfitto. L’ultimo tentativo avviene nel 2001, quando si candida a sindaco di Roma, dove viene battuto al ballottaggio da Veltroni. A questo punto si dedica totalmente alle questioni europee, in quanto, dal 1994, viene sempre rieletto. Nel 2002 viene eletto come Vicepresidente del Partito popolare europeo, successivamente confermato nel 2006, nel 2009 e nel 2012. Da giugno 2008 a febbraio 2010 ha ricoperto la carica di Commissario europeo per i trasporti. Dopodiché è diventato Commissario per l’industria e l’imprenditoria da febbraio 2010 al 1° luglio 2014, data in cui ha acquisito il titolo di Vicepresidente vicario del Parlamento europeo.
Infine, la svolta. Il 17 gennaio 2017 Antonio Tajani viene eletto presidente del Parlamento europeo al quarto scrutinio con 351 voti a favore. Adesso, dunque, inizia un nuovo capitolo. Da presidente dell’europarlamento, Tajani dovrà vigilare sulle attività di Parlamento e commissioni, dichiarare l’adozione finale del bilancio, rappresentare il Parlamento a livello internazionale e nelle questioni giuridiche di pertinenza e assicurarsi che procedure e regolamenti vengano rispettati. Tajani ha già chiarito che non spetterà a lui spingere l’agenda politica, che sul fronte di sicurezza, immigrazione e lavoro è piena di domande che cercano risposte. Inoltre ha affermato che, in questa fase, non bisogna chiedersi se ci vuole più o meno Europa, ma lavorare a soluzioni di fatto. La sua promessa è, dunque, quella di costruire ponti con tutti e portare il Parlamento a legiferare sugli impegni presi.
«Per l’Italia è molto importante: un successo. È un grande risultato ed è anche un modo per il nostro Paese di contribuire in maniera ancora più incisiva al processo di integrazione europea» ha commentato Sergio Mattarella, presidente della Repubblica. «L’elezione di Antonio Tajani a presidente del Parlamento Europeo – ha commentato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi – mi riempie di gioia e di orgoglio come italiano e come presidente di Forza Italia: ad Antonio sono legato da amicizia e affetto sin dal 1994 quando fu con me uno dei cinque fondatori di Forza Italia. Da allora il suo impegno politico è sempre stato intenso, lineare, coerente e gli elettori lo hanno confermato ben quattro volte al Parlamento europeo».
Di pensiero contrario, invece, il leader della Lega Nord Matteo Salvini: «La Lega si è rifiutata di votare due servi dello stesso padrone tedesco. Tajani? Macché italiano. È solo l’ennesimo domestico al servizio della Merkel. Pur di portare a casa la poltrona europea, ha chiesto e ottenuto i voti degli amici di Monti e di Prodi, dei difensori dell’euro, delle banche e dell’immigrazione di massa che stanno massacrando l’Italia. Se il buongiorno si vede dal mattino, tanti saluti a Forza Italia. Chi difende quest’Europa e l’euro fa il male dell’Italia e non sarà alleato della Lega».
Indipendentemente dalle reazioni generali dei vari politici, va sottolineato il fatto che l’elezione di Antonio Tajani ha rafforzato la presenza italiana nelle istituzioni europee che, al momento, conta Mario Draghi, presidente della BCE, e Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, oltre a quattro direttori generali e due vicedirettori. La situazione per Tajani si farà presto interessante, in quanto qualche ostacolo potrebbe arrivare nel processo legislativo da parte dei socialisti, che hanno promesso battaglia direttamente da Gianni Pittella, diretto avversario di Tajani alle elezioni. Il mandato di Tajani durerà fino alla fine della legislatura, ovvero il 2019. Un altro pezzo d’Italia, dunque, nelle alte istituzioni europee, con un mandato in cui, come detto da egli stesso, «Sarò il presidente di tutti».
Marco Razzini
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