Il mandato del Presidente Mattarella scadrà il 3 febbraio 2022, che non ha dato disponibilità per un mandato-bis. Ora siamo nella fase del c.d. semestre bianco. Emerge la possibilità di una possibile candidatura femminile al Quirinale, si vagliano le ipotesi.
Il 10 aprile 1990 la Presidente della Camera (prima donna in carica), Nilde Iotti, proponeva per la prima volta che a ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica fosse una donna: «I tempi sono maturi per una donna al Quirinale». La prima candidata ufficiale papabile fu nel 1999 Emma Bonino ma, com’è evidente, non andò in porto, nonostante nei sondaggi effettuati da Abacus avesse ottenuto il 47% di preferenze (Ciampi ne aveva ottenute il 43%). Proprio la Bonino attualmente è stata riproposta al toto-Quirinale, ma la diretta interessata ha declinato garbatamente: «Nella vita come in politica esiste un tempo per ogni cosa. Ero pronta 30 anni fa. Una presidente della Repubblica manderebbe un segnale importante di fiducia a tutto il mondo femminile, che più di altri ha sofferto per il Covid. E sarebbe il messaggio che questo è un Paese per donne». Ad ogni modo, il dibattito è tuttora aperto, e si prospettano diverse possibilità.
Si stanno facendo tanti nomi, fra cui quelli di Liliana Segre, Marta Cartabia, Paola Severino, Luciana Lamorgese, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti, Maria Elisabetta Casellati, Letizia Moratti, Elisabetta Belloni, Anna Maria Tarantola. La prima, Liliana Segre, ha declinato: «Non ho la competenza e non l’avrei avuta nemmeno trent’anni fa». A sinistra, ci sarebbe Rosy Bindi: iniziò a farsi strada nella in Azione Cattolica, nella Democrazia Cristiana e ha partecipato alla fondazione del Partito Democratico, più volte Ministra della Salute. Sempre a sinistra, abbiamo Anna Finocchiaro, appartenente inizialmente anni alla corrente di D’Alema, ora nel Partito Democratico; è stata due volte Ministra (delle Pari opportunità e per i Rapporti con il Parlamento) ed è stata Presidente della Commissione Affari costituzionali, magistrata. Infine a sinistra, sarebbe papabile secondo le indiscrezioni anche Roberta Pinotti, attualmente in Parlamento e in passato Ministra della Difesa (la prima donna a ricoprire questa carica, dal 2014 al 2018), precedentemente anche Sottosegretaria alla Difesa. A destra, oltre all’attuale Presidente della Camera Maria Elisabetta Casellati, avvocata e politica, gira il nome di Letizia Moratti, ex sindaca di Milano e attuale vicepresidente della Regione Lombardia, dirigente d’azienda e assessore al Welfare di Regione Lombardia. Al centro si parla di Paola Severino, ex Ministra della Giustizia, avvocata, accademica italiana e vicepresidente dell’Università Luiss Guido Carli. Emerge anche il nome dell’attuale Ministra della Giustizia in carica, Marta Cartabia, costituzionalista, giurista e accademica, e quello dell’attuale Ministra degli Interni Luciana Lamorgese, dirigente pubblica, Prefetto e funzionaria italiana. Ma al di fuori degli schieramenti politici, abbiamo Elisabetta Belloni, precedentemente alla direzione generale della Farnesina (segretaria generale del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale), nominata a maggio 2021 a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza italiana (Servizi segreti), diplomatica e funzionaria italiana. C’è anche Anna Maria Tarantola, dirigente pubblica e accademica italiana, precedentemente dirigente della Banca d’Italia, presidente Rai dal 2012 al 2015. Insomma, molte donne, ognuna con molteplici competenze.
Il Sole 24 ore ha inaugurato il programma chiamato Corsa al Quirinale, che accompagnerà gli ascoltatori all’elezione del 2022; è stato presentato un podcast dal nome 12 Presidenti (disponibile su Audible), che racconta le vite di tutti coloro che hanno ricoperto la carica di Presidente della Repubblica, da Enrico De Nicola a Sergio Mattarella: tutti uomini. Era presente la senatrice Bonino, la quale ha espressamente dichiarato: «C’è un velo di ipocrisia. Penso che gli italiani si aspettino una persona competente con grande senso delle istituzioni che sia garante della Costituzione e se è donna è meglio. Sono sempre solo tutti uomini e uno si sente in Arabia Saudita. Le donne competenti ci sono e non dico donna perché è donna, ma va bene una donna competente. E ce ne sono»; ha poi sottolineato il fatto che in Europa la situazione non sia poi così diversa la situazione, denotando la presenza di un problema di rappresentanza di genere che non riguarda soltanto il nostro Paese, ma il mondo intero: «Gli uomini vedono le donne ma non le guardano, le sentono ma non le ascoltano. Prendete anche i Capi di Stato dell’Unione europea: a parte la Merkel con le sue giacche colorate, sono tutti uomini e siamo nel 2021». Dunque, se questa volta si vorrà arrivare al fatidico passo avanti a ben 74 anni dalla promulgazione della nostra Costituzione, che sancisce l’uguaglianza e pertanto la parità di genere sulla carta, occorre fuoriuscire dalla miopia collettiva che da anni ha pervaso il nostro Paese, e guardare seriamente alle possibili candidate, facendo leva sulle loro competenze; perché le papabili donne esistono, basterebbe semplicemente prenderle in considerazione.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.