Ogni nazione del mondo dovrebbe ben preoccuparsi di salvaguardare il proprio patrimonio culturale. Un popolo, infatti, sarebbe un amorfo aggregato di persone distinte, se non esistesse proprio quel corredo culturale che le accomuna in un’unica identità. Per questa ragione la cultura va protetta, anche se non sempre ciò avviene o è reso possibile. È, per l’appunto, da questa necessità che nascono i “caschi blu” della cultura.
Frutto della collaborazione tra il nostro Paese e l’Unesco, si tratterà di una sorta di task force italiana, il cui scopo sarà quello di difendere il patrimonio artistico mondiale. Il personale che andrà a formare l’Unite for Heritage, questo il nome dell’organizzazione, sarà costituito da periti civili, carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e da privati con esperienza nel settore. Si occuperanno di valutare e quantificare i danni al patrimonio, di formare personale locale nella difesa della cultura, di ideare e mettere in atto misure urgenti. Ma non solo, l’Unite for Heritage potrà offrire assistenza nel trasporto di oggetti mobili in rifugi di sicurezza, in caso di conflitti o catastrofi naturali, e avrà il potere di intensificare le leggi contro il saccheggio e il traffico illecito di beni culturali. Fondamentale sarà l’intervento dei “caschi blu” in contesti di guerra, in quanto potranno operare direttamente ma anche addestrare il personale locale, perché quest’ultimo sia in grado di difendere il patrimonio artistico. Ugualmente importante sarà l’aiuto della task force in caso di disastri naturali. Infine, essi potranno affiancare i governi locali nella salvaguardia dei beni culturali.
La proposta di creare un’organizzazione con simili competenze era stata indirizzata dall’Italia all’Onu il 29 settembre del 2015 e, subito, accolta con interesse. E, finalmente, essa è realtà. Lo scorso 16 febbraio, infatti, alle Terme di Diocleziano è stata annunciata dal MIBACT la nascita dei “caschi blu” della cultura. Alla presentazione del progetto hanno partecipato il ministro Dario Franceschini (Cultura), Roberta Pinotti (Difesa), Paolo Gentiloni (Esteri), Stefania Giannini (Istruzione), Tullio Del Sette, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, e Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco. «L’Italia», afferma il ministro Franceschini, «si conferma come guida nella diplomazia culturale. Bisogna adesso definire gli aspetti operativi di questa task force internazionale che dovrà intervenire laddove il patrimonio dell’umanità è messo a rischio da catastrofi naturali o da attacchi terroristici».
Il patrimonio artistico dell’umanità, infatti, oltre ad essere di sovente esposto ai rischi di una manchevole manutenzione, al di là dei pericoli naturali e dell’inevitabile azione del tempo, troppo spesso deve temere anche quell’ideologia del terrore, che vorrebbe distruggerlo. E persino contro questa distruzione l’Unite for Heritage dovrà battersi, poiché salvare il corredo culturale di un popolo significa più di tutto preservarne l’identità.
Debora Guglielmino
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