Sono ormai passati quasi 20 anni dall’avvio del progetto Life Ursus, volto a intervenire sulla salvaguardia nei confronti dell’orso Bruno delle Alpi italiane, e con grande rammarico ci si rende conto che esso ha avuto un’evoluzione differente rispetto a quanto previsto: dagli 11 esemplari presenti nel territorio Trentino nel 2002, si è arrivati a 60 nel 2015, troppi per un’area così circoscritta.
È questa la ragione che ha spinto il governatore del Trentino Alto Adige Ugo Rossi a chiedere la modifica delle norme per la gestione degli orsi: «Per prima cosa – ha sottolineato Rossi – è necessario modificare “Pacobace”, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso Bruno sulle Alpi Centro-orientali, in modo da effettuare, nel rispetto della specie protetta, prelievi e soppressioni non solo in caso di pericolo ma anche in caso di danni gravi ripetuti, per prevenire situazioni pericolose. Le direttive europee lo consentono». Ricorda inoltre i numerosi episodi in cui gli animali si sono avventurati in ambienti umani, avvicinandosi alle abitazioni e costituendo così un grande rischio.
L’avanzamento di tali richieste ha scatenato i membri della Lega AntiVivisezione (LAV) i quali subito hanno criticato le affermazioni di Rossi sostenendo che la gestione della fauna non può essere delegata a politiche contrarie alla tutela della biodiversità. Inoltre, secondo la stessa associazione, il ministro dell’Ambiente non concederà alcuna deroga né alla normativa (per prevedere catture e abbattimenti di orsi) né al Pacobace. Nel frattempo il ministro Galletti comunica la disponibilità del Governo a fornire alla Provincia di Trento la collaborazione delle strutture tecniche in modo da affrontare adeguatamente le problematiche legate alla gestione dell’orso nelle Alpi centrali. In una nota, però, si precisa che “gli orsi sono una specie protetta” e che, nonostante vi sia la priorità di assicurare l’incolumità delle persone, gli interventi presi dal Ministero saranno – fortunatamente – effettuabili solo nell’ambito delle normative nazionali ed internazionali vigenti. In ogni caso «è necessaria la massima cautela, evitando reazioni emozionali e che si crei un clima negativo per gli animali» conclude Galletti, annunciando che adesso saranno gli esperti a stabilire come gestire questa delicata situazione.
Linda Pedonese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.