Il nuovo anno scolastico è cominciato: migliaia di giovanissimi studenti hanno appena concluso il ciclo di scuola secondaria di primo grado e si stanno cimentando con i primi giorni da studenti in una scuola superiore del territorio italico. Quale hanno scelto quest’anno e in che percentuale?
La notizia nettamente positiva – sebbene lo sia stata meno per imprenditori e dirigenti scolastici degli istituti tecnici e professionali – riguarda i licei, in netto e costante sorpasso rispetto all’appena menzionata istruzione tecnica e professionale. Nello specifico, sono stati quasi 51 su 100 gli adolescenti che hanno optato per un indirizzo liceale: i classici e gli artistici, seppure ancora frequentatissimi, hanno registrato un lieve calo dello 0,2%; scientifici, linguistici, musicali/coreutici e licei delle scienze umane, invece, sono sulla cresta dell’onda e sono cresciuti di oltre un punto percentuale rispetto all’anno scorso.
La notizia meno positiva riguarda gli istituti tecnici, invece, le cui iscrizioni continuano ad essere in calo da un decennio e di 0,3 punti nell’anno scolastico in corso – diventati 9,8% negli istituti professionali. Perdono studenti, in particolare, gli istituti di Amministrazione, Finanza e Marketing (ex ITC) e l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (ex geometri). È terminato anche il boom dell’indirizzo Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera (ex alberghiero), la cui flessione è stata di 0,3 punti. Una possibile spiegazione di tale fenomeno potrebbe essere rintracciabile nella disoccupazione giovanile ancora in crescita, dovuta all’attuale crisi economica e finanziaria dello Stivale: in molti preferiscono puntare su un’istruzione liceale e poi universitaria, al fine di ottenere titoli di studio più prestigiosi e di far aumentare le proprie chance di successo lavorativo dopo la laurea.
Cosa succede, invece, a chi non si iscrive né al liceo né in istituti tecnici? Più dell’1% dei teenager ha scelto un corso di istruzione e formazione professionale della durata quasi sempre di tre anni, o presso un ente statale o presso una struttura formativa accreditata dalle regioni. Fra le formazioni prescelte, abbondano gli Operatori del benessere (estetisti e parrucchieri) e gli Operatori della ristorazione, ovvero barman, aiutanti cuochi e camerieri. In rapidissima crescita anche le iscrizioni negli istituti per il Turismo e in quelli ad indirizzo Informatico e Telecomunicazioni.
Dal quadro di insieme emerge, pertanto, un promettente interesse nei confronti di attività dall’alto valore socioculturale e plurilinguistico, grazie a cui ci si può auspicare un parallelo sviluppo dei settori attualmente meno potenziati dagli investimenti statali e una progressiva tendenza giovanile a “farsi da sé”, instradandosi fin da subito nella direzione più consona sia alla propria vocazione sia al proprio impiego del domani, in una prospettiva di forte sensibilità non per il guadagno immediato, bensì per quello ritenuto personalmente più soddisfacente.
Eva Luna Mascolino
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