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Professore licenziato per aver fatto pipì in un cespuglio 11 anni prima
10 Febbraio 2016
SocietasAttualità

Professore licenziato per aver fatto pipì in un cespuglio 11 anni prima

Home » Societas » Professore licenziato per aver fatto pipì in un cespuglio 11 anni prima

A Bergamo, il professore di filosofia Stefano Rho è stato licenziato per aver fatto pipì in un cespuglio nel 2005. A sostegno della sua causa sono nate, spontaneamente, pagine Facebook ed è stata organizzata una manifestazione tenutasi agli inizi di febbraio.

RhoBERGAMO – Il 6 febbraio si è svolta una manifestazione che ha avuto inizio davanti all’Istituto Falcone, terminando, poi, davanti alla Procura della Repubblica, in cui circa 400 persone tra studenti, genitori e professori hanno sfilato per mostrare la loro vicinanza a Stefano Rho, ripresi da diverse troupe televisive tra cui quella del famoso programma Mediaset Le Iene. Rho, insegnante di filosofia prima all’Istituto Natta e poi al Falcone, è stato licenziato per aver fatto pipì in un cespuglio nel 2005, episodio per il quale era stato condannato un anno dopo dal giudice di pace a pagare 200 euro di multa. Il professore di 43 anni, sposato e padre di 3 figli, fu colto in flagrante con un amico e multato dai Carabinieri per atti contrari alla pubblica decenza, nonostante, sembra, nelle vicinanze non fossero presenti locali a disposizione per quella impellente necessità.

Il 2 settembre 2013 Rho firmò un’autodichiarazione per il ministero della Pubblica Istruzione al fine di certificare «di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti nel Casellario giudiziario ai sensi della vigente normativa», ma dopo soli 3 mesi fu licenziato poiché questa non risultò veritiera in quanto, egli, considerato destinatario di un decreto penale passato in giudizio e riguardante l’accaduto di anni prima. Di questo strano caso si è interessato anche Antonio Misiani, deputato bergamasco PD, che ha già preso contatti con l’ufficio scolastico territoriale e con gli organi sindacali, così da poter capire bene la situazione e portare la vicenda all’attenzione del Governo, comunicando l’accaduto al sottosegretario del Ministero dell’Istruzione Davide Faraone. L’obiettivo del deputato è cercare di fare in modo che problemi del genere non accadano più facendo attuare un intervento normativo, nonostante un episodio simile si sia verificato solo a Bergamo. Anche il presidente della provincia Matteo Rossi ha annunciato su Twitter che parlerà del caso al Consiglio provinciale, pronunciando queste parole: «Insieme agli studenti di Bergamo in piazza per il loro profe e martedì il tema in consiglio provinciale #iostoconRho». Questo hastag è stato lanciato dalla pagina Facebook creata da alcuni studenti a sostegno della causa dell’insegnante, Dalla parte di Stefano Rho e dal gruppo Io sto con il prof. Stefano Rho. Oltre al famoso social, anche il sito change.org si è occupato della questione, facendo nascere una petizione mediante cui far riassumere il professore.

RhoNella speranza che il ricorso fatto dall’insegnante venga accolto, si è tenuto un corteo dove hanno sfilato striscioni che riportavano frasi come «Mentre gli innocenti sono accusati, i criminali brindano», «O captain! My captain! La filosofia non ha senso senza Rho»; «Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere, avete colto?» e durante il quale studenti e colleghi del professore hanno tenuto arringhe con cui esprimevano tutta la loro incredulità e solidarietà. Alla fine della manifestazione, a cui, però, non ha partecipato, Rho ha condiviso queste parole di ringraziamento sul suo profilo Facebook: «Grazie mille a tutti per il sostegno e l’affetto. Grazie soprattutto a voi studenti. Grazie per la lezione di civiltà che avete dato oggi. Grazie per aver ricordato una volta di più al mondo adulto che siete di gran lunga migliori di quanto spesso vi si dipinga. La scuola è per voi, la scuola siete innanzitutto voi, uno per uno. Quello che state facendo non è solo per me. State ricordando a noi tutti il valore della scuola. State manifestando l’esigenza di una giustizia che sia di sostanza e non solo di forma. Oggi siete molto più che studenti: siete cittadini. Continuate ad esserlo. Continuiamo a sostenere tutti insieme una scuola democratica per una società democratica. Con immenso affetto, profe Rho».

Martina Sacco

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