L‘attore sudcoreano Lee Sun-kyun è stato trovato morto questa mattina nella sua auto a Seul, nella capitale sudcoreana. Ci sono tutti i presupposti che rimandano all’estremo gesto, cioè il suicidio. L’attore classe 1975 era finito in uno scandalo il quale aveva dtouna brusca frenata alla sua carriera cinematografica. Lee Sun-kyun, infatti, faceva uso di cannabis e di altre sostanze psicotrope, illegali in Corea del Sud, come in gran parte dei Paesi.
Questo scandalo aveva mandato in depressione l’attore perdendo vari sponsor e non apparendo più come ospite in vari show televisivi secondo i media sudcoreani. Come capita alla maggioranza degli attori famosi.
Lee ha interpretato tantissimi film e serie tv, ma è con Parasite che ha raggiunto il successo e la notorietà. Il film infatti trionfò anche agli Oscar del 2020. L’attore, durante alcune interviste ed interrogatori, si era detto dispiaciuto per aver alzato questa polveriera mediatica a causa del suo uso di sostanze mettendi in imbarazzo anche la sua famiglia.
“Mi scuso sinceramente per aver deluso molte persone essendo coinvolto in un incidente così spiacevole. Mi dispiace per la mia famiglia che sta sopportando un dolore così difficile in questo momento”.
Le autorità sudcoreane aveva ricevuto una chiamata di emergenza da parte di una donna, la moglie di Lee. L’attore le aveva lasciato una lettera di addio prima di uscire di casa.
Come detto nel paragrafo precedente, l’uso di cannabis ed altre droghe oltre ad essere illegali in alcune nazioni, prevedono anche pene severissime. Come appunto nel caso della Corea del Sud. Fare uso di cannabis in Corea del Sud può risultare più di un problema. La vendita, invece, di cannabis è paragonabile alla pari di un omicidio, dal momento che risulta punibile addirittura con l’ergastolo.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol proprio quest’anno ha chiesto misure più drastiche per combattere sia l’uso che lo spaccio di droga. Non sono esenti nemmeno i sudcoreani che hanno fatto uso di sostanze all’estero prima di tornare in Corea del Sud. Anche per loro sono previste pene severissime.
Foto: Koimoi.com
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.