L’Italia ‘riceve‘ la maglia nera dall’Unione Europa a causa dei suoi trasporti: metro, treni suburbani e tram. Non solo. In questa categoria di maglia nera sono presenti anche le infrastrutture, che mancano, sono fatiscenti, o che funzionano ad intermittenza, ma anche il traffico e lo smog. Questo è l’appello fatto da Legambiente. La maglia nera, però, è soprattutto indicativa verso la sostenibilità dei trasporti urbani. Una classifica che vede ultimo il Belpaese rispetto al contesto europeo di nazioni come Germania, Francia e persino la Spagna.
Nel report di Legambiente “Pendolaria-Speciale aree urbane”, diffuso nell’ambito della campagna Clean Cities, sono presenti i dati di quanto in Italia ci sia ancora problemi di traffico e smog a causa della superficialità di binari per treni e metro. Le persone preferiscono più andare a lavoro in auto o in autobus. Andando ad alimentare quel circolo vizioso di cui da anni l’Italia soffre, soprattutto il meridione. La capitale italiana, Roma, è tra le città europee per quanto riguarda binari e metro.
I dati presentati da Legambiente parlano di pochi investimenti su ferro, quindi rotaie e binari. La launghezza delle linee delle metropolitane si ferma a poco più di 250 chilometri. Il che messo a paragone con le nazioni elencate nel primo paragrafo, l’Italia risulta molto lontana. Ad esempio in Germania sono presenti circa 660 chilometried in Spagan circa 620. La somma delle linee metropolitane italiane è di molto inferiori a tali Paesi. Stesso discorso vale per le tranvie.
Nel 2023, ricorda sempre Legambiente, in Italia non sono state inaugurate nemmeno le tranvie. Questo perché si preferisce sempre investire di più su gomme e pneumatici che su ferro. A tale proposito il preseidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, commenta il suo rammarico per questi dati deprimenti. Aggiunge che serve uno sforzo alle risorse economiche fino al 2030, pari un miliardo e mezzo di euro all’anno per la realizzazione di tranvie, linee suburbane e linee metropolitane.
Non manca nemmeno una stoccata al Governo Meloni per quanto riguarda la spesa delle risorse finanziare. Ed infine chiosa:
“In un’epoca in cui la crisi climatica ha accelerato il passo, bisogna ripartire dalle città per farle diventare davvero moderne, vivibili e sostenibili. Ottenendo, così, importanti benefici ambientali ed economici.”
Foto: LovePik
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.