Gli animali provano sensazioni di noia come gli umani? Charlotte Burn, docente al Royal Veterinary College, si è posta questa domanda ed ha pubblicato sulla rivista Animal Behaviour i risultati del suddetto studio.
Individuando una serie di parametri, Charlotte Burn è riuscita a misurare quantitativamente come e quanto gli animali provino sensazioni simili alla noia umana. La ricercatrice ha spiegato ai microfoni de La Repubblica che «al momento, sono ancora pochi gli studi sulla noia animale, ma tutti vanno nella stessa direzione: gli animali, se confinati in ambienti privi di stimoli o costretti a compiere attività ripetitive che non gradiscono, provano sensazioni simili alla noia, il che provoca l’insorgenza di comportamenti anomali, tra cui iperattività o maggiore sensibilità a stimoli esterni. Studiare la noia animale è importante perché aiuta a comprendere meglio la noia umana, notoriamente correlata a depressione, comportamenti a rischio e addirittura tendenze criminali».
Dai risultati si evince che gli animali, posti in situazioni in cui non sono impegnati in alcuna attività, si “annoiano” e, per impiegare il tempo, compiono delle azioni ripetitive. Come il caso dei topi di laboratorio che, nei momenti di noia, sono stati visti mangiare dei cibi tossici o manovrare interruttori della luce per accendere e spegnere ripetitivamente lampadine. Misurare la noia animale non è però così semplice come sembra. La ricerca di Burn è intenzionata ad approfondire questo aspetto: «Non si sa ancora bene come il cervello, sia umano che animale, percepisca lo scorrere del tempo. Ci sono però dei test comportamentali che possono aiutare a valutarlo: gli animali, per esempio, possono essere addestrati a spingere un interruttore a intervalli temporali fissati per ottenere una ricompensa, e questo può darci informazioni su come “misurano” internamente lo scorrere del tempo. I nostri test, condotti su topi da laboratorio, ratti, cani da compagnia, cavalli e muli da soma e altri animali in cattività, hanno mostrato che effettivamente tali individui percepiscono soggettivamente lo scorrere del tempo. Maggiore è la monotonia ambientale, più il tempo sembra passare lentamente».
Valentina Friscia
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