All’alba di oggi, lunedì 3 giugno 2024, uno spettacolo meraviglioso si è disteso sotto i nostri occhi: ben sei pianeti del sistema solare – Mercurio, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno – si sono allineati nel cielo in un evento noto, in gergo, come “parata planetaria“.
Questo fenomeno ha offerto un’opportunità unica agli studiosi e agli appassionati di astronomia di assistere ad alcuni dei corpi celesti più prominenti del nostro sistema solare. Ma cosa si intende, dal punto di vista scientifico, quando avviene un “allineamento” dei pianeti?
Quando si parla di “allineamento planetario” non si intende che i pianeti si schierano in una linea retta nello spazio. È più corretto definire il fenomeno come una “congiunzione planetaria“, ovvero una situazione in cui dalla prospettiva terrestre i pianeti appaiono nello stesso campo visivo. Ciò accade perché, mentre orbitano attorno al sole, i pianeti si muovono lungo una linea immaginaria, l’eclittica: la proiezione sulla volta celeste del piano immaginario su cui giace l’orbita della Terra attorno al sole.
I pianeti si muovono a velocità e a distanze diverse ma, occasionalmente, i loro percorsi sembrano incrociarsi, creando ciò che noi riteniamo un allineamento. Ad esempio, Giove impiega più o meno dodici anni ad orbitare intorno al sole, mentre Marte due anni circa. Questa differenza nei periodi orbitali comporta il fatto che, ogni tanto, Marte e Giove si posizionano in modo tale da apparire accostati nel cielo terrestre, creando un allineamento temporaneo.
Dato che i pianeti non orbitano sullo stesso piano, tuttavia, è abbastanza raro che si allineino contemporaneamente. Ognuno di essi si trova sul proprio piano orbitale, anche se si verificano delle variazioni nelle loro inclinazioni. Ad esempio, il piano orbitale di Mercurio crea un angolo di 7° con quello terrestre, mentre quello di Urano solo 0,8°. Anche i piani orbitali degli altri pianeti presentano un’inclinazione di pochi gradi rispetto a quello della Terra. Per questo motivo, nonostante sia un evento raro, è possibile osservare i pianeti dalla volta terrestre come se fossero allineati.
È esattamente ciò che si è verificato oggi, a un’ora dall’alba: le orbite di sei pianeti si sono trovate sullo stesso lato del sole in contemporanea, formando una linea in cielo che si è estesa da Giove, passando per Mercurio, Urano, Marte e Nettuno, fino a Saturno. Chi ha avuto la fortuna e la possibilità di osservare il fenomeno ha potuto vedere quasi tutti i pianeti a occhio nudo, tranne Urano e Nettuno, per i quali era necessario un telescopio o un binocolo. Inoltre, alla “parata planetaria” si è unita anche la Luna calante, posizionata vicino a Marte.
Se però avete perso lo spettacolo di oggi, non temete: anche nei prossimi giorni – sia 4 che 5 giugno – sarà possibile osservare la congiunzione. Il modo migliore per farlo è la mattina presto, in un luogo non inquinato dalla luce artificiale che potrebbe ostacolare la visione dei pianeti più deboli. Quindi aree rurali e punti di osservazione elevati sono preferibili. Munitevi di un buon binocolo o, se ne avete la possibilità, di un piccolo telescopio. Potete usare anche delle app che vi aiutano nell’identificazione e localizzazione dei pianeti, come Sky Map, Star Chart o Sky Tonight. Infine, tenete d’occhio il meteo: un cielo sereno è fondamentale per pianificare la vostra osservazione.
Un’occasione del genere è meglio coglierla subito. Sebbene gli allineamenti planetari che coinvolgono dai due ai quattro pianeti siano relativamente comuni, quelli che includono dai cinque ai più pianeti sono molto rari. Le possibilità future per assistere a un fenomeno simile saranno nell’agosto 2024 e nel febbraio 2025, ma una congiunzione planetaria completa non accadrà prima del 2040.
Osservare un allineamento planetario, comunque, non serve soltanto agli appassionati di astronomia. L’impatto scientifico e culturale che questo fenomeno ha avuto nella storia dell’uomo ci aiuta a comprenderne l’importanza.
Storicamente, le civiltà antiche associavano questi eventi celesti a profezie, presagi o eventi terrestri più significativi. Oggi la scienza ci fornisce una spiegazione razionale ai fenomeni astronomici, ma sono varie le interpretazioni che hanno subito nel corso della storia. I Maya, ad esempio, monitoravano i movimenti dei pianeti intrecciandone i cicli con il loro calendario, ritenendo le eclissi o gli allineamenti capaci di influenzare gli eventi terrestri.
Anche i Babilonesi, noti per i loro dettagliati diari astronomici, documentavano le congiunzioni. Questi documenti forniscono agli scienziati moderni un tesoro di dati astronomici storici, compresa una descrizione cuneiforme di una “massa di pianeti” del 185 a.C. Il 25 marzo di quell’anno, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno condividevano una piccola porzione del cielo.
Nell’Europa del Rinascimento, inoltre, la comparsa di più pianeti nel cielo notturno era spesso studiata sia dal punto di vista scientifico sia religioso. Grandi menti come Tycho Brahe e Johannes Kepler osservavano e studiavano questi fenomeni, tracciando meticolosamente le posizioni dei pianeti per aiutare a comprendere meglio il loro movimento.
Oggi le congiunzioni sono dei punti di riferimento per calibrare gli strumenti astronomici. Possono aiutare anche per quanto riguarda le missioni di esplorazione, soprattutto quelle che interessano sorvoli e assistenze gravitazionali. Ad esempio, la missione Voyager 2 della NASA ha sfruttato un raro allineamento planetario di quattro pianeti durante la fine degli anni ’70 e ’80. Tale allineamento, che si verifica solo ogni 175 anni circa, ha permesso l’esplorazione efficiente delle regioni esterne del sistema solare.
In conclusione, gli allineamenti e le congiunzioni planetarie ci mostrano come il nostro sistema solare sia in continua evoluzione, legando gli osservatori antichi, i quali guardavano il cielo con meraviglia, agli astronomi di oggi, i quali tentano di comprendere i misteri dell’universo con la tecnologia.
Valentina Contarino
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Nata a Catania nell’estate del 2002, Valentina ha sempre creduto che una pagina bianca fosse lo spazio più grande per esprimere la propria voce. Dopo aver conseguito la maturità classica, ha partecipato alla XXXIV edizione del Premio Italo Calvino e ha pubblicato racconti per un blog. Ora frequenta la facoltà di Lettere all’Università degli Studi di Catania, macinando pagine su pagine ogni giorno. Convinta che le parole siano tra gli strumenti più potenti che abbiamo, sogna di riempire pagine bianche per lavoro. Non ha ancora realizzato nulla di grande, ma il suo motto è che “si parte sempre dal basso”, o no?