Alcuni paesi europei – tra cui Germania e Baltici – stanno prendendo in considerazione l’idea di lanciare un’iniziativa per togliere la presidenza dell’UE all’Ungheria, se Viktor Orbán continuasse con le sue “missioni di pace” decise senza un coordinamento con le istituzioni europee e i governi degli stati membri.
Questa mattina, infatti, nella riunione degli ambasciatori dei Ventisette a Bruxelles, al centro della discussione ci sarà l’esordio della presidenza ungherese, in base a quanto rivelato da alcuni diplomatici alla Süddeutsche Zeitung e al sito Politico, nonché da alcune fonti attendibili al Corriere della Sera.
Da quando, con il suo motto “make Europe great again“ – molto ispirato allo slogan elettorale di Donald Trump -, Orbán ha assunto la guida dell’UE il primo luglio, le sue decisioni in politica estera non hanno convinto i paesi membri. Compiendo una serie di viaggi secondo lui mirati al raggiungimento di una tregua in Ucraina, ha destato perplessità la visita a Mosca, dove Putin lo ha accolto a braccia aperte.
Tuttavia, il presidente russo ha chiaramente affermato che non intende cedere al negoziato che prevede il ritiro completo e preventivo delle truppe ucraine dalle province occupate parzialmente dai russi. Qualche giorno più tardi, Orbán ha compiuto una visita a Xi Jinping, a Pechino, l’alleato più stretto di Putin che, secondo il premier ungherese, potrebbe essere protagonista per ogni soluzione negoziata in Ucraina.
Secondo un diplomatico europeo “la diplomazia parallela di Orbán, mentre esercita la presidenza di turno, è un’umiliazione per l’UE. Perché confonde i ruoli e minaccia la determinazione e l’unità fin qui mostrate dall’Europa nel contrasto alle mire espansionistiche di Putin e nel sostegno a Kiev“. Un altro ha aggiunto che “non si è mai visto che un presidente di turno vada per il mondo dicendo cose, sia pure a titolo personale, in totale opposizione alle decisioni dell’Unione Europea“.
Alla riunione del Coreper, almeno una quindicina di ambasciatori vogliono ribadire che il comportamento di Orbán è “inaccettabile“. L’ipotesi di togliere la presidenza a Budapest prima del previsto rimane uno scenario di ultima istanza, e sarebbe inedito nella storia dell’UE. Tuttavia, il fatto che venga preso in considerazione mostra la gravità della situazione.
Per far sì che accada, ci sarebbe bisogno, in Consiglio, di una maggioranza qualificata e rafforzata di quattro quinti, cioè venti Paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea. Così si deciderebbe di terminare anticipatamente una presidenza rotante trasferendola al Paese successivo, che in questo caso si tratta della Polonia. Daniel Hegedus, del German Marshall Found, ha spiegato che “non siamo ancora a questo, ma se Orbán dovesse insistere, basterebbero poche settimane per togliergli il giocattolo della presidenza dalle mani“.
Fonte foto in evidenza: Corriere della Sera
Valentina Contarino
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