Con la quarantena, un po’ tutto il mondo ha dovuto cambiare le proprie abitudini, reinventandosi l’interminabile tempo a disposizione. Lavorare da casa, guardare (continuamente) film e serie tv in streaming, attuare delle vere sfide con le console, eccetera, sono solo alcune delle cose che, durante il lockdown, abbiam dovuto fare per “ammazzare” il tempo in abbondanza. Ma chi è stato il “migliore amico dell’uomo”, in questi tre mesi? Ovvio, Internet – e quindi, il computer.
Il nostro Pc ne starà risentendo sicuramente della mole mastodontica di lavoro su di esso sobbarcato, e per renderlo al sicuro da eventuali attacchi (più che certi, soprattutto durante questa segregazione in cui molti hacker si son dilettati a rubare password di conti, profili, e a fare tanto di altro), è necessario mettere in pratica alcune azioni – esattamente come riportato da Il Sole 24Ore.
Nel momento in cui avviamo il dispositivo, salvo, questo, di vecchia data, non dovrebbe impiegarci chissà quanto tempo al fine di permettere, all’utente di turno, di servirsi delle funzioni di cui ha bisogno in quel momento; ma se accade il contrario, vuol dire che qualcosa di strano si sarà introdotto nel sistema. Perciò, per risolvere il problema in questione, si consiglia caldamente di accedere alle impostazioni del computer e verificare se, all’avvio di esso, vi sono delle applicazioni o programmi i quali, avviandosi anch’essi e nello stesso momento, rallentano particolarmente il laptop (o fisso che sia).
Ma vediamo insieme quali iniziative prendere, a periodi, affinché il nostro caro amico non decida, magari, di spegnersi per sempre.
Già il titolo dovrebbe dire tutto. Non a caso, sappiamo che i devices, se sovraccaricati di file (anche inutili), in automatico vengono sottoposti a un affaticamento che, nella stragrande maggioranza dei casi, ne rallenta le funzioni e li rende inutilizzabili e poco inclini al cosiddetto “multitasking”. Pertanto, il consiglio è quello di servirsi sempre di supporti di memoria esterni al computer stesso – che siano fisici o in cloud –, giacché un quantitativo abnorme di dati conservato all’interno – per quanto poi dotati di memorie sempre più capienti (smartphone e computer in generale) –, riduce di molto le qualità performative che il dispositivo possiede. Facendo, nel frattempo, anche una regolare pulizia del disco fisso – cancellandovi, per esempio, la cronologia di navigazione –, il tutto, per rendere sicuramente più spedito il computer. Ccleaner, o anche Glary Utilities, sono tools che potrebbero fare al caso vostro.
Tutti i computer, tablet e smartphones possiedono – all’accensione, via download o dopo l’acquisto – un antivirus che li difenda lungo il percorso; tuttavia, in molti ne dimenticano quasi l’esistenza, lasciando i relativi dispositivi ad accumulare materiale su materiale anche inutile possibilmente (come, appunto, la cronologia di navigazione); e senza fare mai una scansione di controllo del sistema. Niente di più sbagliato! Togliendo i sistemi operativi come Windows ed Apple, i quali, in sostanza, sono dotati di propri antivirus, questi ultimi, nello specifico, mettono sempre a disposizione, sì, delle buone funzioni perché il Pc sia sempre pulito, in ordine e salvo da malware qualsiasi, ma sarebbe il caso di metterli in funzione almeno una volta al giorno. Ci si dimentica di farlo? Niente paura, perché la maggior parte degli antivirus – preinstallati, scaricati da Internet o acquistati –, consentono all’utente di impostare un orario per la scansione quotidiana, facendo sì che il computer faccia tutto da solo.
Quando usiamo un computer, o qualsivoglia dispositivo contenga un sistema operativo, esso potrebbe venire oppresso (ancora) di funzioni, sì, disponibili all’elaboratore, ma concernenti, poi, un eccessivo impiego di risorse. Di conseguenza, è possibile tenere il conto di quali processi si hanno attivi sul Pc, discernendoli fra quelli appartenenti ufficialmente al computer, e quelli, invece, considerati “intrusi” (e quindi meglio conosciuti come virus, trojan, malware, eccetera). Di questi è possibile scovarne l’esistenza nel momento in cui un’applicazione installata all’interno del device esercita un cospicuo dispendio di batteria, obbligando, chi di dovuto, a procedere così alla formattazione.
Insomma, se vogliamo evitare che il nostro computer ci dica addio, meglio seguire alla lettera quanto su detto; con azioni, oltretutto, molto semplici.
Anastasia Gambera
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