Giunge al termine anche la quarta giornata di Serie A, disputata infrasettimanalmente nell’arco di tempo tra martedì e giovedì.
Da segnalare, nessuna vittoria in trasferta e qualche stop inaspettato.
Ma andiamo per ordine e scopriamo nel dettaglio cos’è successo in questi tre giorni.
Il programma di questo quarto turno di campionato viene aperto martedì pomeriggio alle ore 18:30 dall’anticipo tra Sassuolo e Milan. Nello stesso stadio dove poco più di tre mesi fa la squadra di Pioli spazzava via la formazione neroverde e si laureava campione d’Italia, questa volta non va oltre il pari. Che visto quanto accaduto, va pure bene. I rossoneri, con la testa già al derby e qualche turnover di troppo, soffrono le incursioni della squadra di Dionisi e producono poco dal punto di vista offensivo. Decisivo per tornare a Milano con quantomeno un punto: Mike Maignan. Il miglior portiere della passata stagione, nel primo tempo, para il rigore calciato (piuttosto malino) da Berardi. Al “Mapei Stadium” termina 0-0.
Nette vittorie casalinghe, invece, nelle due sfide serali delle 20:45. Partiamo da quella dell’Inter che, a San Siro, ospita e batte in agilità la Cremonese. I neroazzurri mettono le cose in chiaro già nella prima frazione con le reti di Correa e Barella. Nella ripresa, entrato in campo dalla panchina, si aggiunge ai marcatori anche Lautaro che firma il momentaneo 3-0. Valido solo per le statistiche e per la gioia personale, il gran gol al novantesimo di Okereke che fissa il risultato sul 3-1 finale. In vista del derby di sabato pomeriggio: Inter a quota nove punti e Milan ad otto.
Prestazione convincente anche per la Roma di José Mourinho che riceve, all’Olimpico, il Monza. Come nella sfida di Milano, anche in quella di Roma, a fine primo tempo il risultato è di 2-0. Protagonista indiscusso: Paulo Dybala che trova la sua prima rete e, pochi minuti dopo, la sua prima doppietta con la maglia giallorossa. Nella seconda frazione, sono tante le occasioni a favore dei padroni di casa. Tuttavia, da calcio d’angolo, va a segno “solo” Ibanez che firma il 3-0 conclusivo con cui la “Maggica” vola in vetta alla classifica.
Tanto equilibrio nelle partite del mercoledì. A partire da quelle del pomeriggio.
Alle ore 18:30, infatti, si sfidano al “Ferraris” Sampdoria e Lazio. La squadra di Giampaolo è reduce dalla batosta di Salerno (4-0) mentre quella di Sarri viene dalla vittoria sull’Inter per 3-1. Sulle ali dell’entusiasmo di venerdì sera, i biancocelesti iniziano forte e passano in vantaggio con la rete del solito Ciro Immobile assistito magnificamente (di tacco) da Milinkovic–Savic. Anche dopo la rete, la formazione ospite continua a giocare bene e creare diverse occasioni. Il raddoppio, però, non arriva. E, come spesso accade nel calcio, nel primo minuto di recupero, arriva il gol del pari della Doria che porta la firma di Manolo Gabbiadini. Al triplice fischio finale, il punteggio è di 1-1.
Stesso esito, stesso risultato anche nell’altra sfida pomeridiana che oppone Empoli ed Hellas Verona. Alla rete di Baldanzi, giovane promettente e da seguire in casa Azzurri, risponde nel secondo tempo Kallon. L’1-1 conclusivo fa sì che nessuna delle due squadre trovi la prima vittoria stagionale. Per la formazione di Zanetti si tratta del terzo pareggio (consecutivo) in quattro giornate. Mentre, per gli scaligeri, si torna a muovere la classifica (con due punti) dopo il k.o. casalingo subito contro l’Atalanta.
Vince ancora, invece, davanti al proprio pubblico l’Udinese che ospita la Fiorentina. La squadra di Sottil, reduce dalla prima vittoria stagionale a Monza, passa in vantaggio al quarto d’ora con Beto su assist di Deulofeu e non si fa più raggiungere. La squadra di Italiano, (quasi) a pieno turnover, paga gli sforzi di domenica sera contro il Napoli e quelli fatti nei playoff di Conference League. Al termine dei quattro minuti di recupero, il tabellino dice 1-0 per la formazione di casa.
Quelle delle 20:45 sembrano due sfide dall’esito scontato ma, in uno dei due casi, non è così.
Partiamo dalla Juventus che, all’Allianz Stadium, ospita e supera con un gol per tempo lo Spezia. All’alba del match, sblocca il risultato su punizione (ormai ci ha preso gusto) Dusan Vlahovic. Al tramonto, mette la propria firma e chiude i conti il nuovo arrivato Arek Milik. Per i bianconeri vittoria per 2-0 che, usando le parole del proprio allenatore, può essere così descritta: “Meglio essere vincenti che bellini”.
Voleva essere vincitore (piuttosto che “bellino) anche il Napoli che ospita il Lecce. Ma non è così. Considerato quanto visto fin qui e le differenze tra le due rose, doveva essere una partita a senso unico. Ma si sa: nel calcio di scontato non c’è nulla. E la squadra di Baroni aveva venduto cara la pelle già all’esordio con l’Inter. Al “Maradona“, succede tutto nel primo tempo. In particolare, tra il venticinquesimo minuto e la mezz’ora. Prima, il rigore sbagliato dai pugliesi. Poi, la rete del vantaggio partenopeo con Elmas. E, infine, il pareggio con un potentissimo gol dalla distanza di Colombo che si fa perdonare l’errore dal dischetto. Nella ripresa, si gioca a porte inviolate e il risultato finale è di 1-1.
Chiudono il programma di questo turno infrasettimanale, i due posticipi delle 20:45 di questa sera.
Iniziamo con quello che oppone Atalanta e Torino. Prima della partita, il toccante tributo del “Gewiss Stadium” a Josip Ilicic che in giornata ha risolto il proprio contratto consensualmente con il club orobico. Anche questo, forse, ha dato la carica giusta alla squadra di Gasperini e, in special modo, a Teun Koopmeiners. Il centrocampista olandese con due gol su rigore e con un tiro da fuori area (proprio marchio di fabbrica), mette a segno una tripletta dal peso specifico non indifferente. Valida solo per rendere più elettrica la partita per qualche minuto la rete Granata siglata Vlasic. A Bergamo, finisce 3-1 per la Dea che agguanta la Roma in vetta alla classifica.
In contemporanea, il Bologna ospita al “Dall’Ara” la Salernitana di Davide Nicola. Per la squadra allenata da Sinisa Mihajlovic, sembrava arrivare la prima vittoria della stagione con la rete dal dischetto di Marko Arnautovic ma nel finale arriva il pareggio di Dia. Risultato finale di 1-1.
TOP
MAIGNAN: per distacco, il migliore in campo del Milan. Non perché ha avuto chissà che gran da fare ma per due motivi. Il primo, fare peggio di alcuni compagni era difficile. Secondo e più importante, nel momento chiave risponde presente e tiene a galla i rossoneri. Stiamo parlando ovviamente del rigore parato a Berardi che ha mantenuto il match sul risultato di 0-0. La passata stagione, oltre a ricevere il premio di miglior portiere, si è aggiudicato l’etichetta di “Magic“. Quest’anno, l’abbiamo già trovata: SARRACINESCA.
DYBALA: sono servite quattro partite per vedere la prima rete, anzi, la prima doppietta con la maglia della Roma ma ne è valsa la pena. In un Olimpico, come sempre, pieno l’argentino ha regalato le sue prime Joye ai tifosi giallorossi. Prima, in campo aperto sfuggendo ad avversari e battendo con un mancino incrociato Di Gregorio. Poi, da opportunista vero in scivolata sulla ribattuta dell’estremo difensore avversario. Uscendo dal campo, tra la standing ovation di tutto lo stadio, bacia le mani a Mourinho come se il portoghese avesse previsto tutto ciò. Dal canto nostro, con tanto di accento siciliano, possiamo semplicemente dire: BACIAMO LE MANI, DON PAULO.
BARELLA: a furia di correre come un dannato in mezzo a quel campo, ci scordiamo di quanto, il centrocampista italiano, possa essere forte anche tecnicamente. Contro la Cremonese, in occasione della seconda rete che porta la sua firma, ci da un’assaggio di quelle che sono le sue qualità balistiche. Palla di Calhanoglu con i contagiri e tiro al volo di destro (con tanto di coordinazione) che va ad insaccarsi alle spalle di Radu. Arricchisce, poi, il tutto con l’assist del 3-0 per Lautaro Martinez. CHI PIU’ NE HA, PIU’ NE METTA.
VLAHOVIC: il peso dell’attacco è tutto sulle sue spalle ma lui lo regge benissimo. Inoltre, l’attaccante serbo ci ha evidentemente preso gusto a segnare di punizione. Dopo la straordinaria traiettoria disegnata contro la Roma, il numero 9 bianconero si ripete anche ieri contro lo Spezia aprendo le marcature con una punizione pressoché identica. Stessa zona di campo…stesso effetto…stesso giro…stesso esito. Se il maestro Paganini non ripeteva, Dusan accontenta il pubblico pagante e FA IL BIS.
KOOPMEINERS: il centrocampista olandese, la passata stagione è stata l’unica sorpresa piacevole dell’Atalanta. In questa, è già diventato custode della metà campo. Dopo la rete da tre punti di domenica scorsa contro l’Hellas, arriva la prima tripletta in Serie A con cui schianta il Torino e manda in vetta la Dea. Il carisma e le qualità tecniche non gli mancano. Un sinistro formidabile, DRITTO AL CUORE DEI TIFOSI, nemmeno.
FLOP
SAELEMAEKERS: il turnover in vista del derby gli offre una chance da titolare ma il belga la sfrutta malissimo. In un primo tempo dove tutto il Milan ha fatto fatica, lui è quello più in difficoltà. Cerca, allora, di dare una mano in fase difensiva ma fa più danni ancora. Anzi, procura il calcio di rigore per il Sassuolo sciupato poi da Berardi. Non contento, pochi minuti dopo, in un’azione di rientro simile, commette fallo da punizione e si fa ammonire. Al cinquantasettesimo minuto, Pioli dice di aver visto abbastanza e lo toglie dal campo. Una semplice domanda: l’esterno belga è un giocatore da questo Milan? AI POSTERI, L’ARDUA SENTENZA.
VENUTI: è una sentenza per la Fiorentina, l’errore di Venuti che da il via all’azione che porta al gol dell’Udinese. Rete che sarà poi decisiva per il risultato finale. Ricevuta palla da Terraciano, il terzino destro Viola si fa strappare palla (in maniera troppo leggera) da Deulofeu che entra in area e regala un cioccolatino a Beto che deve solo spingere in porta. Inutili, le proteste rivolte all’arbitro per un’inesistente fallo subito. Semplicemente, L’HA FATTA GROSSA.
KEAN: come Saelemaekers con il Milan, chance dal primo minuto anche per Moise Kean. Il risultato, tuttavia, è uguale. Max Allegri si pente di averlo schierato titolare dopo appena cinquantaquattro minuti e lo sostituisce con il rientrante Di Maria. Di quello che qualche anno fa sembrava uno dei nuovi “crac” del calcio italiano, SONO RIMASTI SOLO ALCUNI RICORDI.
OSIMHEN: se il Napoli ha pareggiato contro il Lecce, la colpa (in parte) è sua. Anche perché, se il resto dei compagni si impegnano a rendersi pericolosi e far tornare nuovamente avanti la propria squadra, l’attaccante nigeriano è completamente fuori dal match. La porta, la vede solo da lontano e non la inquadra mai. MAI PERICOLOSO, COSI’ COME, MAI NEL VIVO DEL GIOCO.
Fonte foto: Lega Serie A
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali) ma, fin da piccolo, è appassionato di sport e giornalismo. Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando ancora bambino si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi“.
Entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva, con il passare del tempo è diventato uno dei due Coordinatori della Redazione. Oltre a far da Tutor per Tirocinanti e a svolgere il ruolo di Correttore di Bozze, al termine di ogni giornata di campionato cura personalmente la rubrica “Serie A, top&flop”. Un modo originale, con protagonisti i giocatori che si sono distinti in bene e in male, per vedere tutto quello che è successo nel fine settimana di calcio italiano.
Inoltre, coordina la squadra di Calciomercato, Europei e Mondiali. Scrive di tennis (il suo sport preferito, dopo il calcio) e NBA (non si contano più le notti passate in bianco per vedere le partite live). Infine, si occupa anche delle breaking news che concernono i temi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahinoi) guerre, passando per le storie più importanti e centrali del momento.
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