Giunge al termine anche la 28esima giornata di un campionato di Serie A sempre più avvincente e combattuto. Vediamo, dunque, cos’è successo in questo fine settimana.
Il programma di questo turno è stato aperto dall’anticipo del venerdì sera tra Inter e Salernitana. La squadra di Simone Inzaghi, chiamata al riscatto dopo un mese di febbraio da incubo, torna alla vittoria e anche in maniera piuttosto convincente. Protagonisti del successo neroazzurro la coppia d’attacco Lautaro–Dzeko che, bisognosi di gol, mettono a referto rispettivamente una tripletta e una doppietta grazie alle quali firmano il 5-0 finale.
Come ormai d’abitudine, sono tre le partite disputatesi nella giornata di sabato. Partiamo da quella delle ore 15 tra Udinese e Sampdoria. Succede tutto nei primi dodici minuti di una partita complessivamente piacevole. Infatti, alla partenza a razzo dei friulani con le reti di Deulofeu e Udogie risponde subito dopo Ciccio Caputo che accorcia le distanze ma non riesce ad evitare la sconfitta della Doria. Finisce 2-1 per i padroni di casa che si avvicinano alla salvezza.
Continua il programma di questa giornata la sfida delle ore 18 tra Roma e Atalanta che sapora di Europa. Partita piuttosto equilibrata che viene decisa dalla rete, alla mezz’ora, di Tammy Abraham. L’attaccante inglese firma la seconda vittoria consecutiva dei giallorossi che agganciano in classifica i bergamaschi che, però, hanno una partita in meno.
Protagoniste del sabato sera, invece, Cagliari e Lazio. Entrambe sono in piena lotta anche se per obiettivi diversi: i primi per la salvezza, i secondi per un posto nelle prossime competizioni europee. Ad avere la meglio è la squadra di Maurizio Sarri che indirizza il match già dal primo tempo. Le reti di Immobile e Luis Alberto fanno andare i biancocelesti, all’intervallo, in vantaggio di due reti. Nella ripresa, mette la ciliegina sulla torta Felipe Anderson che confeziona lo 0-3 conclusivo. Lotta per i “posti europei” altamente serrata.
Apre il menù domenicale la sfida dell’ora di pranzo tra Genoa ed Empoli. La posta in palio è, in special modo, alta per i padroni di casa che proveranno in questo finale di stagione una disperata rimonta per uscire dalla zona retrocessione. Tuttavia, la squadra di Blessin non riesce ad andare oltre il sesto pareggio consecutivo. Il secondo 0-0 di fila dopo quello di venerdì scorso contro l’Inter.
Nel classico orario delle ore 15, tre le partite giocate. Iniziamo dalla sfida tra Venezia e Sassuolo che vede nettamente trionfare i neroverdi. Per la squadra di mister Dionisi strada spianata anche per via dell’indisciplina dei giocatori lagunari che concedono ben tre calci di rigore. Due nel primo tempo trasformati da Berardi e Scamacca (che seguono il vantaggio firmato da Raspadori e anticipano la rete della bandiera di Henry) e uno nella ripresa trasformato ancora da Berardi. Al “Penzo“, al triplice fischio finale, il risultato è di 1-4.
In contemporanea, scendono in campo al “Franchi” Fiorentina ed Hellas Verona. Succede tutto nei primi venti minuti quando al vantaggio di Piatek segue il rigore trasformato da Caprari. Nei restanti settanta minuti vige un equilibrio che fa terminare il match sul punteggio di 1-1.
Pari, ma senza reti ed emozioni, anche nella sfida del “Dall’Ara” tra Bologna e Torino. Partita noiosa, tra due squadre troppo rispettose una dell’altra, che non si schioda dallo 0-0.
Alle 18 tocca alla Juventus scendere in campo, nelle mura di casa, contro lo Spezia. Alla squadra di Max Allegri basta un buon primo tempo e una rete di Morata per conquistare la seconda vittoria consecutiva in campionato. Nella ripresa, gli spezzini provano a trovare il gol del pari ma si infrangono sul muro juventino e su un attento Szczesny. All’Allianz Stadium finisce 1-0 per la Vecchia Signora.
Chiude il programma di questa 28esima giornata di Serie A, il tanto atteso “big match” tra Napoli e Milan. Dopo una prima frazione con poche emozioni e senza reti, nei secondi 45 minuti sblocca la partita Olivier Giroud. Per lui un gol da opportunista puro che decide il match e sancisce lo 0-1 finale. Rossoneri in testa alla classifica.
TOP
LAUTARO: dalla Salernitana alla Salernitana. Il “Toro” non segnava proprio dalla sfida d’andata del mese di dicembre ma una volta sbloccato ne mette addirittura tre. Nel complessivo, mette in mostra quei movimenti da prima punta e quella cattiveria agonistica che erano scomparsi nelle partite precedenti. Tutta la sua voglia di tornare al gol si è vista e, soprattutto, si è sentita nell’esultanza della prima rete: San Siro ha potuto sentire il MUGGITO DEL TORO.
ABRAHAM: l’attaccante inglese con la sua ventesima rete stagionale decide lo scontro diretto per l’Europa contro l’Atalanta. Inoltre, per la seconda volta di fila, è l’uomo decisivo per i tre punti giallorossi. L’ex attaccante del Chelsea dopo qualche settimana di “bassi” sta vivendo un periodo di “alti” e la squadra di José Mourinho ne sta avendo i benefici. C’E’ UN NUOVO BARONETTO IN CITTA’.
LUIS ALBERTO: per finire nei “top” di questa giornata vince il ballottaggio con il compagno Felipe Anderson ma la prestazione del “mago” ricorda quella delle migliori stagioni. Il centrocampista spagnolo fa vedere i pezzi migliori del suo repertorio (dribbling, giocate e qualità fuori dal comune) e, anche, una certa copertura in fase difensiva che gli chiede e fa gioire mister Sarri. Impreziosisce la sua prova con un rigore conquistato e la rete dello 0-2. SARDEGNA: TERRA DI MARE, NATURA SELVAGGIA E (DA SABATO IN POI) DI RITROVO.
BERARDI: il pericolo numero uno del Sassuolo e l’arma principale di un attacco qualitativo e italico (con Raspadori e Scamacca). Nella partita di oggi è semplicemente instancabile. Dà una mano in fase difensiva, riparte, crea, inventa, conquista un rigore e ne segna due. L’esterno d’attacco italiano è la spina nel fianco della difesa lagunare e il migliore in campo. Mister Dionisi rientrando negli spogliatoi se lo ritrova già con la doccia fatta e cambiato. SEMPRE PRONTO.
MORATA: l’attaccante spagnolo, da quando è arrivato Vlahovic, è completamente rinato. Il ruolo di esterno d’attacco o seconda punta (a seconda se la Juve si schiera con il 4-3-3 o 4-4-2) gli toglie dalle spalle le responsabilità dell’attacco bianconero e in campo corre più leggero. Si sacrifica, palleggia con i centrocampisti e cerca con costanza di dialogare con l’attaccante serbo. Oggi, dopo una serie di buone prestazioni e qualche assist, torna al gol (piuttosto pesante) che in Serie A mancava dallo scorso 18 dicembre. La mossa di mister Allegri di andare “A chi l’ha visto?” ha funzionato: Alvaro è RITROVATO.
FLOP
DRAGUSIN: il difensore in prestito dalla Juventus, passato anche per la Sampdoria, sognava magari di giocare una partita importante nello scenario unico di San Siro ma la realtà è sicuramente diversa e per certi versi dura. Soffre, maledettamente, le giocate e i tagli di Lautaro e Dzeko tantoché non riesce mai a fermarli. Nel volo di rientro a casa non riesce a dormire e quando, per qualche secondo, le palpebre si chiudono gli vengono in mente le immagini dei due attaccanti interisti. SERATA DA INCUBO.
SAMPDORIA: l’approccio alla partita della Doria è davvero disastroso ma, principalmente, non ammissibile da una squadra che si trova in una posizione di classifica piuttosto complicata. In poco più di dieci minuti, i blucerchiati subiscono due reti che indirizzano già la partita. Mister Giampaolo a fine partita dichiara che i suoi, a pranzo, hanno mangiato troppo frico con le patate (piatto tipico del Friuli). Nella lotta per la salvezza, quella di ieri pomeriggio, è senz’altro una PARTITA INDIGESTA.
MARUSIC: il terzino montenegrino, così come il resto dei compagni, aveva disputato una buona gara in quel di Cagliari ma negli ultimi minuti spegne completamente la luce. Sul risultato di 0-3 a favore, prima, si fa ammonire per eccesso di foga e, poi, a un minuto dal termine, interrompe un’azione d’attacco sarda neanche così pericolosa con un fallo di mano piuttosto plateale facendosi espellere. Non la migliore dell’idee con tre gol di vantaggio e un minuto più recupero da giocare. BENE MA NON BENISSIMO.
MILENKOVIC: il miglior difensore della retroguardia Viola è l’autore (non la prima della stagione) di un’ingenuità che la Fiorentina paga caro. Nel primo tempo, dopo il vantaggio di Piatek e nel momento migliore della squadra di Italiano, non si accorge della presenza di Lasagna e anziché spazzare la palla colpisce la sua caviglia procurando un calcio di rigore agli scaligeri. Tiro dagli undici metri insaccato da Caprari che costa due punti ai gigliati. Come un autista che guida in contromano, il difensore serbo è stato IMPRUDENTE.
NAPOLI: forse la partita più importante della stagione; sicuramente la peggiore a livello di prestazione della squadra di Luciano Spalletti. Poca intensità, poche occasioni ma tanta paura. Neanche i soliti Koulibaly, Fabian Ruiz, Zielinski, Insigne o Osimhen riescono a dare una scossone. Sconfitta di misura che però rispecchia quanto fatto vedere. Lo scudetto è diventata una DISILLUSIONE?
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
Entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva, con il passare del tempo è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e si occupa di Calciomercato, Tennis e NBA. Inoltre, scrive riguardo anche le breaking news che concernono i temi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti e centrali del momento.
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