LONDRA (Dal nostro inviato all’Emirates) – Pari e patta. Arsenal e Paris Saint-Germain pareggiano 2-2 e si qualificano entrambe con una giornata d’anticipo agli ottavi di finale di Champions League. Un passaggio del turno che non può sorprendere nessuno. Nemmeno le dirette interessate che, ad agosto, con tutta probabilità, dopo aver seguito gli esiti dell’urna del Grimaldi Forum di Montecarlo, avevano già iniziato a organizzare con le proprie agenzie di viaggi una trasferta nel Continente, per la metà di febbraio 2017.
Always great being where the best football is taking place! #arspsg 2-2 #UCL pic.twitter.com/7kigsYWCwQ
— Andrea Motta (@neoandrea) 24 novembre 2016
Del resto, Ludogorets e Basilea, nonostante le buone intenzioni, non potevano rappresentare un ostacolo per i colossi di Emery e Wenger. Con i Gunners che, tra l’altro, non sono mai stati in difficoltà come ieri sera. Difficoltà di palleggio e di penetrazione nell’area avversaria, per Ramsey e compagni, chiusi nella morsa del centrocampo perfetto dei parigini, con il duo Verratti–Thiago Motta in grande spolvero. I due azzurri, oltre a recuperare una mole infinita di palloni, sono stati di continua ispirazione per Lucas, Matuidi e Cavani. E, proprio quest’ultimo, con il gol del vantaggio, ha messo la ciliegina sulla torta, messa in forno da Motta e Matuoidi, autori di una verticalizzazione e un assist che, da soli, valevano il prezzo del biglietto.
All’Arsenal sono mancati dinamismo e profondità di Bellerín sull’out di destra, sostituito da Jenkinson, applaudito dai tifosi al momento dell’uscita dal campo, ma in costante difficoltà e incapace di creare pericolo da quelle parti. Ha pesato anche l’assenza di Walcott, lasciato in panchina per gran parte della gara, a causa di un infortunio al piede. Sanchez, chiuso dagli interventi precisi di Thiago Silva, Marquinhos e dalla perizia di Maxwell sull’out di sinistra, è stato il primo a soffrire l’assenza del suo “gemello” inglese, con cui, di solito, condivide compiti e responsabilità.
#Giroud‘s 1-1 against #psg! Second #UCL goal for the French striker. #arspsg pic.twitter.com/Xo3ZPgYDTy
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Fuori per scelta tecnica, invece, Xhaka e Oxlade-Chamberlain, inseriti a gara in corso, per provare a dare vitalità a un centrocampo troppo fiacco e privo di iniziativa. A deludere, Mezut Ozil. La caratteristica principale del tedesco – non è una scoperta – è nascondersi per gran parte della gara, salvo salire in cattedra al momento più inaspettato, per stendere gli avversari. Stasera, la trasformazione non è avvenuta e a patirne è stato soprattutto Giroud, lasciato orfano di palloni giocabili.
Partita pressoché perfetta per il PSG – menzione a parte per Lucas, autore del gol del definitivo 2-2 e una continua spina nel fianco per gli inglesi, con la sua velocità -, punito da un rigore e un autogol. Situazioni che una squadra matura, che, dopo tante vittorie in patria vuole ambire al successo europeo, non può permettersi. Per l’Arsenal, notevole passo indietro rispetto alle precedenti uscite continentali. All’agenzia di viaggi, per ora, non sono arrivate ulteriori indicazioni: se Wenger non vuole che il tour in giro per l’Europa si interrompa prima del previsto, urgono passi in avanti dal punto di vista caratteriale da qua a febbraio.
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Nell’albo dei pubblicisti dal 2013, ha scritto un eBook sui reporter di guerra e conseguito due lauree. A Catania si è innamorato del giornalismo sportivo; a Londra si è tolto la soddisfazione di collaborare per il Guardian e il Daily Mail. Esperto di digital marketing e amante dei social media, nel 2017 ha deciso di tornare a collaborare con VdC di cui era già stato volto e firma nel 2012-2013.